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Un'immagine di Cagliari-Roma, ultima gara giocata dai rossoblù prima dello stop | Foto Emanuele Perrone

Calcio nel caos, Serie A a rischio stop defintivo?

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Una Lega Serie A spaccata in due, tra chi vorrebbe ricominciare al più presto e chi vorrebbe archiviare la stagione 2019/2020 e ripartire dalla prossima.

Questo l’attuale scenario nel campionato italiano dove alcuni presidenti, come Massimo Cellino del Brescia e Massimo Ferrero della Sampdoria, hanno già espresso il loro completo disaccordo a un’eventuale ripresa del campionato, mentre alcuni capeggiati da quello della Lazio Claudio Lotito auspicano in un rientro in campo a breve, magari per quel weekend del 2-3 maggio indicato inizialmente dal presidente della FIGC Gabriele Gravina. Tutto ovviamente dipenderà dalle condizioni sanitarie del Bel Paese come rimarcato anche dal numero 1 della Lega Calcio Dal Pino. L’impressione è che sarà decisiva la seconda settimana di aprile, quando se ci saranno le condizioni i club avranno due settimane di allenamenti dopo la Pasqua per tentare di rientrare in campo il fatidico 2 maggio; l’assenza di condizioni di sicurezza per un ritorno in campo a maggio o nel peggiore dei casi a giugno, porterebbe quindi significare uno stop definitivo a questa maledetta stagione. Nascerebbero così altre questioni per l’assegnazione dello Scudetto, qualificazioni alle Coppe Europee, retrocessioni e promozioni dalla Serie B.

Soldi, soldi, soldi – La mera questione sportiva non è certamente la più importante affinché il pallone rinizi a rotolare; una mancata ripresa del campionato genererebbe una perdita stimata di 720 milioni, che si rifletterebbe a cascata su società, emittenti TV, sponsor etc. Al vaglio sono diverse le opzioni per recuperare in parte la perdita ormai quasi inevitabile, che vanno dall’introduzione di nuove lotterie, alla nuova organizzazione dei diritti TV per il prossimo triennio 2021/2024 e il taglio degli ingaggi. Il quotidiano La Repubblica ha caldeggiato l’opzione di una nuova lotteria destinata a salvare il mondo del pallone oppure di un meno improbabile rilancio del Totocalcio, ormai però superato dalle scommesse sportive: proprio questo settore potrebbe essere riportato alla ribalta con una revisione del Decreto Dignità. La legge voluta da Di Maio ha cancellato ogni forma di pubblicità per agenzie e marchi di scommesse sportive che ha causato un minore introito di quasi 100 milioni di euro.

Sul tavolo rimane ancora la decurtazione degli ingaggi dei giocatori: in Europa alcune società si sono mosse già al riguardo, Francia in primis con la disoccupazione parziale di alcuni club, mentre in Germania molti giocatori hanno optato per una decurtazione volontaria del proprio stipendio anche per sostenere i dipendenti meno pagati del club. In Italia l’argomento è ancora quasi un tabù col presidente dell’AIC Damiano Tommasi che ha sostenuto che è inutile parlare al momento di una situazione simile. I club vagliano comunque questa ipotesi e, secondo quanto scritto da La Gazzetta dello Sport, si stanno studiando due modalità; una sarebbe quella di non pagare gli stipendi per il periodo in cui i giocatori non si sono allenati per lo stop e alla ripresa riprendere con l’erogazione dell’emolumento normale. L’altra ipotesi sarebbe quella di un taglio proporzionale all’ingaggio del calciatore, fino a un massimo del 30%, percentuale già ipotizzata qualche giorno fa. 

Matteo Porcu

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