“È il mio corpo che cambia, nella forma e nel colore: è in trasformazione”: così cantavano i Litfiba nel 1999 nella prima hit dell’album “Infinito”, l’ultimo prima del temporaneo scioglimento (dal 1999 al 2009) della rockband fiorentina. Chissà quante volte Davide Nicola, che in quel periodo vestiva la maglia del Pescara, avrà sentito quel brano – il più riprodotto dei Litfiba su Spotify con quasi 15 milioni di ascolti – passare in radio. Quella, la 1998-99, fu un’annata sfortunata per l’attuale tecnico del Cagliari, che subì un brutto infortunio al ginocchio che lo tenne ai box da ottobre a maggio, chiudendo la stagione in Abruzzo con sole 8 presenze con la maglia del Delfino.
Freccia a destra
Dopo 2 soli punti in 4 partite, un cambiamento è però quello che serve ora ai rossoblù, visto che venerdì 20 settembre all’Unipol Domus arriva un Empoli agguerrito e deciso a mantenere l’imbattibilità. Il Cagliari è reduce dalla gara a due facce contro il Napoli, in cui molto è stato prodotto e nulla finalizzato, proprio come accaduto nell’unico match giocato fin qui in trasferta dai rossoblù. Urge un cambio di passo, sia nell’atteggiamento che, probabilmente, anche negli uomini. Sì, perché il secondo tempo contro i partenopei ha riconsegnato a Nicola due possibili protagonisti da qui in avanti: Nadir Zortea e Antoine Makoumbou. L’ex Atalanta resta tra gli elementi più attesi, dopo essere stato per settimane il calciatore rossoblù più pagato sul mercato estivo, prima dell’acquisto di Gaetano. “Eredità di Nández? Non sento questo peso e anzi, penso sia divertente: la vivo come una grossa emozione”, disse in conferenza stampa a Chatillon durante la sua presentazione, mostrando la spavalderia necessaria per prendersi la fascia destra rossoblù. Poi però, mentre l’inserimento nel 3-5-2 di Nicola iniziava a dare i primi frutti, ecco l’infortunio dopo l’amichevole di Modena, giocata peraltro con il giusto piglio soprattutto in fase offensiva. Un ko alla spalla destra che lo ha tenuto fuori dal campo per un mese e mezzo: l’esordio è avvenuto contro il Napoli, subentrando ad Azzi all’ora di gioco. Trenta minuti in cui il classe 1999 trentino ha mostrato tutto il suo bagaglio tecnico, riuscendo a meritarsi un’ampia sufficienza pur con lo 0-4 finale: corsa, dribbling e cross tesi e precisi in area, un’arma in cui il Cagliari fin qui non ha prodotto granché. Zortea conosce Nicola dai tempi di Salerno, quando insieme chiusero una stagione difficile con una salvezza insperata, chiusa con un incredibile 0-4 in casa contro l’Udinese. “Sui carichi di lavoro cerco di dare l’esempio, so che questa è un’intensità che in pochi hanno”, disse ancora durante la conferenza di presentazione in Valle d’Aosta, ben consapevole di cosa lo aspettasse in maglia rossoblù.
Geometrie
Le doti di Zortea, chiamato a sostituire un pilastro dell’ultimo lustro rossoblù come Nahitan Nández, potranno e dovranno essere utili a questo Cagliari, cui manca un esterno di gamba e cross in grado di aggiungere pericolosità a un attacco fin qui capace di segnare soltanto una rete. Ma la sfida contro il Napoli ha messo in mostra che anche in mediana ai rossoblù sono mancate lucidità e capacità di palleggio. L’infortunio patito da Prati a Lecce ha privato Nicola del suo “pulitore di gioco” davanti alla difesa: contro i partenopei il compito di fare il play è spettato a Marin, ma il rumeno – forse anche stanco dagli impegni con la sua nazionale – non ha saputo organizzare al meglio la manovra offensiva, incappando in ripetuti errori in uscita, uno dei quali ha portato al gol di Di Lorenzo. Con l’ex Spal verosimilmente ancora ai box contro l’Empoli, ecco che si affaccia la possibilità di rivedere Makoumbou al centro del campo, magari riportando così Marin a fare la mezzala, ruolo che più gli si addice. Non è un mistero che il franco-congolese abbia perso spazio nelle gerarchie rispetto alla gestione Ranieri per la sua tendenza a portare troppo il pallone, rallentando così la manovra rossoblù. Un difetto rimproverato in più occasioni da Nicola, tanto da mettere ad agosto l’ex Maribor nella lista dei calciatori in partenza. Qualche approccio da parte di club francesi e l’ipotesi Sassuolo per lui, naufragata però in poche ore: così il buon Antoine è rimasto a Cagliari e Nicola lo ha riproposto in campo contro il Napoli, seppur per il finale di gara, quando latitavano idee e organizzazione gioco. L’ex Maribor non ha lasciato il segno in modo indelebile, ma già rivederlo sull’erba dell’Unipol Domus ha riacceso le speranze dei tifosi per una maglia da titolare contro l’Empoli.
Spazio
“Dobbiamo portare in crescita i giocatori, ma non bastano gli allenamenti, la componente emotiva è fondamentale. Vale per Gaetano, così come per Zortea e Makoumbou, è questo che permette ai giocatori di essere al meglio”, ha detto il tecnico piemontese al termine del match. Mostrando apertura all’inserimento – graduale s’intende – dei due nell’undici titolare, magari già a partire dalla sfida contro l’Empoli di D’Aversa. Tra le varie soluzioni per migliorare la situazione offensiva rossoblù Nicola potrebbe puntare sulla voglia di riscatto di due giocatori capaci di alzare il tasso tecnico e di pericolosità della squadra. Mantenendo fermo il coraggio, ma trasformando l’intensità fatta di foga e frenesia vista contro la squadra di Antonio Conte in intensità “produttiva” con strappi e idee, per mettere alle corde i toscani fin dai primi minuti di gioco. Creare e concretizzare: questo è mancato fin qui al Cagliari, capace di riuscire solo nella prima parte. Serve cambiare qualcosa: riuscirà il tecnico rossoblù a trovare la quadra tra equilibrio e capacità di offendere?
Francesco Aresu