Da quando è arrivato a Cagliari nell’estate 2020 Gabriele Zappa si è abituato alle montagne russe. Delle emozioni, del rendimento in campo, del sentimento della tifoseria nei suoi confronti. C’era a Venezia, c’era – eccome se c’era – a Bari, c’era a Reggio Emilia. Come Leonardo Pavoletti e Alessandro Deiola, i due capitani rossoblù.
Senatore
Sono loro i senatori di maggiore esperienza all’interno dello spogliatoio cagliaritano, i reduci del repulisti dell’estate 2022 post retrocessione in Serie B, che vide ripartire dalla cadetteria dieci elementi (tolti i giovani della Primavera) della rosa caduta agli inferi. Oltre ai tre già citati Radunovic, Aresti, Altare, Goldaniga, Nández, Rog, e Pereiro: chi prima, chi dopo, tutti hanno preso strade diverse. Invece Zappa è rimasto a difendere i colori rossoblù, attraversando varie fasi del passato recente vissuto dal Cagliari. Arrivato in Sardegna ai tempi del “progetto” Di Francesco, l’ex terzino dell’Inter Primavera è sopravvissuto ai flop Mazzarri e Liverani, diventando subito imprescindibile per Ranieri e Nicola. E lo è diventato grazie all’applicazione in campo e a un carattere sempre educato, che lo ha fatto entrare nelle grazie dei vari allenatori che si sono succeduti sulla panchina rossoblù. La fiducia avuta da Ranieri lo ha fatto consacrare come un titolare affidabile per una squadra che deve lottare ogni anno per la salvezza. Ma è da quando è arrivato Davide Nicola che la carriera di Zappa ha avuto un’accelerata netta. “Già l’anno scorso l’avevo detto un paio di volte che i vecchi Aresti e Pavoletti mi chiamavano il capo dei giovani, che ero uno di loro ma con un po’ d’esperienza. Anche quest’anno cerco di dare una mano, di fare da tramite tra i più vecchi e i più giovani per far sì che il gruppo sia ancora più solido”, disse il brianzolo dopo l’amichevole di inizio ritiro contro la Primavera di Pisacane.
Crescita
D’altronde, chi scrive lo ha detto fin dai primi giorni di ritiro estivo: Zappa si è calato subito alla perfezione nella mentalità imposta dal tecnico di Vigone, che in lui ha visto il candidato ideale per trasmettere il suo modo di vedere il calcio. Non è certamente un caso se il 25enne di Monza è diventato rapidamente un imprescindibile nel nuovo Cagliari. A costo di essere schierato da braccetto destro, in una posizione forse non totalmente congeniale alle sue caratteristiche di esterno a tutta fascia, più bravo a offendere che a difendere. Sia nel 3-5-2 fluido ideato inizialmente da Nicola che nell’attuale 4-4-1-1 Zappa ha sempre dato il suo contributo: nelle nostre pagelle quattro insufficienze (5 contro il Lecce, 5,5 contro Como, Napoli e Bologna) su sedici voti, Coppa Italia compresa, per una media voto di 6,22. Ampiamente sopra la sufficienza ma, soprattutto, decisamente superiore alla media della scorsa stagione allo stesso punto della stagione, ovvero 5,59. Una crescita esponenziale, grazie al lavoro fatto su di lui da Nicola fin dall’estate. La costante ricerca del giusto equilibrio ha richiesto un surplus di attenzione e applicazione sia in marcatura che nel capire quali scelte fare e in quale momento del match. “Noi lo stiamo seguendo alla lettera – ha detto Zappa qualche settimana fa nell’intervista rilasciata al collega Bibi Velluzzi della Gazzetta dello Sport – e si vede in campo. Con lui stiamo lavorando tanto a livello di testa. Mi aiuta tanto e mi piace perché è uno che non molla mai”. Prima Ranieri (“Una grande persona. Mi ha migliorato a livello difensivo. Mi dava i giusti consigli e sono migliorato. Oggi mi sento proprio un terzino”), poi il suo successore: due tecnici fondamentali per il salto in avanti del terzino scuola Inter, che non a caso ora fa gola a tanti. La prestazione monstre contro il Milan, con doppietta (e gol annullato) lo ha riportato sulla cresta dell’onda, come già accaduto in passato. Successe nei primi mesi del Cagliari guidato da Di Francesco, novembre 2020: il nome di Zappa finì addirittura nel mirino della Juventus, alla ricerca di giovani talenti made in Italy da inserire in rosa. Un interesse che si raffreddò in fretta, complice il rendimento tutt’altro che indimenticabile dei rossoblù, che si salvarono solo dopo l’arrivo in panchina di Leonardo Semplici. Poi il ritorno quasi “nell’ombra”, fino all’assist di Bari per lo storico gol di Pavoletti che ha riportato il Cagliari in Serie A. Zappinho, i capelli ossigenati, la festa promozione di fronte a una Unipol Domus in festa: quello è stato il secondo picco più alto dell’esperienza rossoblù del 25enne monzese, fino al recente mese di novembre, quasi magico per lui. Con un contratto in scadenza a giugno 2025 a mettere qualche piccola paura nella tifoseria. “Sarei felice di rinnovare col Cagliari – ha detto ancora Zappa alla Gazzetta –. Questa è una terra che amo ormai. Ci sono persone con le quali ho legato tanto, amo mare e sole che ci sono tutto l’anno. Mangio benissimo. I nostri tifosi mostrano attaccamento, la società è una gran famiglia e ho un buon rapporto con il presidente Giulini”.
Futuro
Parole che fanno intendere una chiara volontà di restare in rossoblù a lungo. A vita? Perché no, aggiungiamo noi. Le trattative per il rinnovo di contratto sono già iniziate da tempo, ma il recente rendimento di Zappa ovviamente ha cambiato un po’ le carte in tavola, con l’entourage del calciatore che giustamente cerca di tirare l’acqua al suo mulino. Al momento c’è fiducia nella fumata bianca, però tra il dire e il fare, come diceva il proverbio, c’è di mezzo il mare. Che, in questo caso, si chiama sirene di mercato. Inter, Roma, Milan: tutte squadre che, secondo i primi rumors invernali, sarebbero pronte a sfruttare la condizione di calciatore in scadenza per provare a strapparlo al Cagliari già da gennaio. E, a quel punto, cosa farebbe il club rossoblù in caso di offerta importante? L’ex Inter arrivò nel 2020 per la cifra di 3,2 milioni di euro e a luglio 2024 aveva un valore residuo a bilancio di 1,280 milioni. Che, dopo 5 mesi, si è ridotto praticamente della metà (640 mila euro), mentre a giugno, senza rinnovo, sarebbe ovviamente pari a zero. Tutti discorsi che, in tempi in cui l’indice di liquidità è il principale indicatore economico seguito dalle società per fare mercato, è sempre bene tenere a mente. “Cinque anni significano tanto. Ho vissuto un miliardo di emozioni. Ho comprato casa qui, non a Milano, in una zona centrale”, diceva Zappa non più tardi di qualche settimana fa. Una volontà ben chiara, in attesa di una stretta di mano sperata da tanti, che veda l’ex Inter e il Cagliari continuare a correre insieme. Possibilmente su una strada sempre dritta, mettendo in archivio le emozioni da montagne russe.
Francesco Aresu