La vigilia porta con sé pensieri che si accumulano, analisi approfondite che devono giocoforza arrivare a una quadra, avere la chiarezza su ciò che si vuole e su come portare avanti il dialogo. Il Cagliari e Davide Nicola, il futuro ha una data impressa da prima che iniziasse il fine settimana, con le parole del vice presidente rossoblù Fedele Usai che hanno segnato nel calendario il giorno X: “Martedì avremo un incontro con lui”. Ovvero il 3 giugno, poco meno di un anno dopo l’arrivo in Sardegna dell’allenatore piemontese, nonostante un contratto che è diventato triennale dopo la salvezza che ha attivato l’opzione per il prolungamento dal 2026 al 2027 dell’accordo. Le posizioni e le criticità sono ormai chiare, ciò che manca sono gli sviluppi. Continuare insieme e lasciarsi dopo una sola stagione?
Gioco delle parti
Posizioni, pro e contro, sul tavolo risultati e impressioni, volontà e aspettative. C’è l‘idea di Nicola, chiara, netta. Continuare a essere il condottiero del Cagliari, non per via del contratto – o meglio, non solo – ma perché il classe ’73 di Vigone pensa senza alcun dubbio di poter portare avanti il progetto iniziato con la stagione 2024-25. Sta bene in Sardegna, primo punto. E, soprattutto, è pronto a rimarcare davanti al presidente Tommaso Giulini quanto fatto nel suo primo anno sulla panchina rossoblù. Intanto il raggiungimento della salvezza, obiettivo non scontato. Rimarcando anche il come, perché se il gioco è un aspetto soggettivo, i numeri non mentono. Sei sole giornate su 38 con il Cagliari nelle ultime tre posizioni in classifica, contro le 18 dell’annata 2023-24 con Claudio Ranieri alla guida. Nonostante una rosa numericamente più profonda di quella data in mano a Nicola. Un dato inconfutabile a prescindere dalla qualità degli avversari nella corsa salvezza e che, dal ventunesimo turno di Serie A in poi, ha visto i rossoblù soltanto una volta assaggiare il quartultimo posto, senza mai sprofondare nella zona rossa. Certo, dall’altra parte del tavolo il patron stuzzicherà  Nicola su alcuni temi che, per la società , non sono affatto secondari. La gestione dei giovani in primis o, se si preferisce, di alcuni asset che non sono stati valorizzati come da aspettative. I nomi sono conosciuti: Prati, Obert, Gaetano. Tutti e tre o utilizzati meno di quanto atteso oppure non esaltati nelle loro caratteristiche. Con dei però che non possono che essere in favore di Nicola e che l’allenatore rossoblù probabilmente sottolineerà nell’incontro che avverrà domani 3 giugno. Intanto la valorizzazione di altri profili che, per quanto non più giovanissimi sulla carta d’identità , sono per lo meno giovani alla voce esperienza nella categoria: Piccoli, Adopo, Zortea, Felici, Luvumbo, Caprile. Tutti giocatori che, nei numeri o nelle qualità , sono cresciuti con Nicola alla guida. Poi l’aver raggiunto l’obiettivo nonostante una rosa non completa, come l’assenza di un’alternativa a Zappa o, ancora, l’agognata punta da affiancare o far ruotare con Piccoli. L’idea, per il campionato che verrà , di fare lo step successivo anche nella gestione di alcuni singoli, come appunto Prati che, dopo un secondo anno di apprendistato in A, potrebbe diventare finalmente centrale nelle idee di Nicola. Infine un passato che dimostra come la narrativa sul Nicola che non punterebbe sui giovani sia non completamente corretta. Dal Mandragora lanciato a Udine a Buongiorno e Singo a Torino, da Rovella e Pinamonti al Genoa fino a Nicolussi Caviglia, Pirola, Ruggeri, Mazzocchi ed Ederson alla Salernitana. E, infine, il capitolo Empoli, con i vari Fazzini, Cacace, Cancellieri e Cambiaghi pedine centrali nella salvezza dei toscani la passata stagione.
Favorito
Ciò che conterà più dei dati, però, saranno le sensazioni. Tradotto la volontà del club di continuare con fiducia il percorso intrapreso con Nicola. Una fiducia senza dubbi, senza retropensieri, senza righe piccole da tirare fuori nel momento della prima tempesta. Una questione di pelle, in sostanza. Qualcosa che, alla vigilia dell’incontro, è difficile da prevedere negli esiti. C’è la sensazione data dalle tempistiche di attesa (e non solo) di un Cagliari non convinto al 100%, anzi. A prescindere dai dettagli che pendono a favore di Nicola. Le aspettative di una salvezza da ottenere con maggiore anticipo (ad esempio nella gara casalinga contro l’Udinese), le difficoltà riscontrate da marzo in avanti alla voce prestazioni, il dubbio che per fare lo step in avanti l’allenatore piemontese non sia il profilo adatto. Con o senza investimenti. E quel discorso sui giovani che resta il nodo principale delle valutazioni e degli umori in chiave futura. Per questo, fermo restando la possibilità che Nicola possa far pendere definitivamente la bilancia dalla propria parte, ciò che traspare è che le probabilità di una sua conferma alla guida del Cagliari siano inferiori e non di poco a quelle di un avvicendamento. E, in questo caso, si spalancherebbe la finestra a un futuro diverso. Decisivo in tal senso anche l’aspetto economico, perché con un accordo da un milione netto all’anno per le prossime due stagioni la pista di un allenatore dall’ingaggio particolarmente oneroso diventerebbe problematica da percorrere. Certo, si potrebbero aspettare i classici incastri e magari un club pronto ad approcciare Nicola e togliere al Cagliari un impegno gravoso per le casse del club (Pisa e Lecce le opzioni più plausibili, oltre alla Cremonese in caso di addio di Giovanni Stroppa). Ma, oltre alle tempistiche che creerebbero ritardi nella programmazione, sarebbero pochi gli allenatori sulla piazza disponibili. Tra questi Paolo Vanoli che, in attesa del probabile addio al Torino, sarebbe comunque defilato. E allo stesso modo è da togliere dal campo delle ipotesi – al netto di sorprese che non si possono escludere nel toto allenatori – un ritorno di fiamma per Daniele De Rossi. Così da ridurre la rosa dei papabili al grande favorito, Fabio Pisacane. Uomo del club, cresciuto dal club, apprezzato per i risultati in Primavera e per la gestione dentro e fuori dal campo ed economicamente compatibile con la situazione contingente. Che risponderebbe all’esigenza del Cagliari di puntare sui giovani e, allo stesso tempo, all’idea di crescere assieme all’allenatore come avveniva un tempo, senza andare alla ricerca di profili con maggiore esperienza, ma in cerca di rilancio dopo una o più stagioni complicate. Motivo per cui anche l’eventuale tentativo per un tecnico emergente della cadetteria sarebbe ormai stato messo da parte: emergente per emergente meglio puntare su chi già conosce l’ambiente a menadito piuttosto che ripartire completamente da zero. Resta sullo sfondo il classico mister X che, a oggi, non ha un nome. Perché, in fondo, tanto dipende dall’incontro con Nicola e da eventuali incastri che potrebbero mettere in risalto profili per ora nascosti.
Matteo Zizola














