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Cagliari, una rosa da 30 giocatori ma stranamente incompleta

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La porta dello spogliatoio di Asseminello si apre e uno a uno entrano i giocatori. Usando facile ironia diventa difficile pensare come potranno essere rispettate le distanze in tempo di Covid tra i componenti della rosa del Cagliari dopo la chiusura del calciomercato. Trentadue, ché anche solo a scriverlo si ha la sensazione di claustrofobia. Ci si aspettava innesti e cessioni, alla fine Despodov ha lasciato l’armadietto a Ounas e il solo Ladinetti ha salutato in direzione Gallura, questo ha raccontato nei fatti l’ultima giornata di mercato rossoblù. Tanto rumore per nulla, come spesso capita in sede di trattative dai tanti nomi sul tavolo si arriva a una conta che, parafrasando Highlander, potrebbe intitolarsi ne rimarrà solo uno.

Tutti dentro – Per settimane l’occhio è stato rivolto alla lista da 25, limitazioni da rispettare e che costringono a cessioni nemmeno tanto dolorose. Leggi trentadue e immagini che sicuramente qualcuno resterà fuori dall’elenco, ma al contrario i conti tornano. Ventuno giocatori over 22 senza limitazioni, 4 cresciuti nel vivaio, tutti gli under 22 che possono essere essere lasciati fuori e che non hanno alcuna restrizione, queste le regole da seguire. Sembra incredibile, ma il Cagliari ha in rosa proprio 21 elementi nati prima del 1998 – Birsa e Pajac inclusi – e tre cresciuti nel vivaio – Aresti, Pinna e il desaparecido Ragatzu – lasciando così vacante il quarto posto riservato a questi ultimi. Il resto sono tutti ragazzi nati dopo il 1998, anzi, nel caso dei rossoblù i giovani sono tutti dal 1999 in su e che possono essere lasciati fuori dal conteggio.

Gestione complessa  – La lista è un’indicazione, ma i numeri possono prescindere dalle regole. Rientrare perfettamente in quanto richiesto non significa aver creato la rosa perfetta soprattutto quando il traffico nel campo di allenamento sembra più quello di una strada dello shopping sotto Natale che quello di un normale centro sportivo. Con trentadue giocatori a disposizione sarà un’impresa per Di Francesco gestire un gruppo così ampio, non solo nei semplici allenamenti, nei quali anche per una semplice partitella ben 10 elementi dovranno restare a guardare, ma anche per la tenuta mentale della squadra. Avere nello spogliatoio dei ragazzi messi in maniera più o meno evidente alla porta, salvo poi rientrare dal portone delle mancate cessioni, non può che mettere in pericolo la positività di un ambiente che negli ultimi anni non si è contraddistinto per stabilità psicologica soprattutto nei momenti difficili.

C’erano una volta gli esuberi  – Chi non ci sarebbe dovuto più essere e invece è ancora presente, una lista che comprende situazioni differenti con un minimo comune denominatore, esubero. Nella selva dei difensori centrali, ad esempio, si trovano ancora non solo il giovane Carboni – che esubero non è, ma che forse sarebbe stato meglio mandare in prestito – ma anche Pisacane, Klavan e soprattutto Luca Ceppitelli. L’ormai ex capitano attenderà gennaio per un nuovo tentativo di saluti, contratto in scadenza nel 2021, ma passare da portare la fascia al braccio a indesiderato potrebbe aver lasciato il segno e ripercuotersi sullo spogliatoio. Due nuovi esterni di difesa giovani e nessuno che ha lasciato la Sardegna, Pinna vivrà nuovamente sei mesi da probabile rincalzo dei rincalzi come nel 2019, Pajac resterà ai margini come ormai sempre successo quando rimasto a Cagliari. In mezzo al campo la combinazione tra giovani e certezze ha visto riunirsi a sorpresa Filip Bradaric e chissà che per il croato non arrivi l’occasione di riscatto in maglia rossoblù in un reparto che manca – curiosamente – di profondità. Se Despodov alla fine si può ritenere fortunato a essere stato l’unico a trovare una destinazione dove potersi esprimere, sembrerebbe non voler fare carte false per cambiare squadra Valter Birsa. Contratto fino al 2021, il Sion con il mercato svizzero ancora aperto potrebbe fargli cambiare idea, ma il destino appare quello di chi resta ai margini in attesa del prossimo gennaio. Infine Cerri, il Covid come per Ceppitelli non avrà aiutato il suo mercato, ma tra Simeone, Pavoletti e gli altri anche lui parte come rincalzo dei rincalzi pronto a sedersi in attesa che gennaio arrivi quanto prima.

Con così tanti giocatori a disposizione ci si aspetterebbe una rosa completa in ogni reparto, invece alcune pecche sono rimaste tali. In difesa la zona centrale è sicuramente migliorata con Godin, ma sugli esterni le scommesse Zappa e Tripaldelli al posto di Cacciatore e Pellegrini sono appunto scommesse, anche se il problema principale è che a destra il rincalzo resta l’adattato Faragò. Saltato il ritorno di Radja Nainggolan, in mezzo al campo mancano alternative affidabili a Rog e Nández, il solo Oliva più i giovani Tramoni e Caligara restano un’incognita. Davanti sicuramente c’è abbondanza, in attesa di capire cosa potrebbe esprimere Pereiro, tra Sottil, Ounas, il confermato Pavoletti sono tre i nuovi innesti di fatto per questa stagione. Ora tocca ovviamente a Di Francesco trovare la quadra e soprattutto vincere la sfida della gestione di un gruppo che nei numeri sarebbe eccessivo anche per chi disputa le coppe, a maggior ragione lo è a Cagliari dove gli impegni sono limitati.

Matteo Zizola

 
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