“Per fare un bilancio bisognerà aspettare dieci-dodici partite”. Così parlava Fabio Liverani prima della sfida tra Cagliari e Modena, poi vinta dai rossoblù per uno a zero. Disputato il tredicesimo turno il bilancio non può che essere negativo. Lo dice la classifica, lo dicono i risultati, lo dicono le singole partite. Bilancio che però non vale solo per il tecnico romano, ma anche per i singoli. La sosta diventa così l’occasione per una prima analisi dei promossi, bocciati e rimandati del Cagliari.
Promossi
In cima alla lista di chi può guardare alla prima parte di stagione con soddisfazione non può che esserci Alessandro Di Pardo. Primo acquisto estivo, arrivato in sordina e senza grandi aspettative, l’esterno prelevato dalla Juventus ha stupito tutti con il passare delle giornate. Attento in copertura, propositivo nella fase offensiva, è senza dubbio una delle poche note liete tra i rossoblù. Assieme a Di Pardo anche Franco Carboni può essere considerato una piacevole sorpresa. Impatto inferiore rispetto al compagno, ma non si può dimenticare l’età – classe 2003 – né tantomeno si parla della sua prima esperienza nel calcio dei grandi. Tutti elementi che compensano alcune difficoltà iniziali, superate pian piano fino a garantirsi abbastanza spazio sia come titolare che come subentrante. Tra i difensori anche Adam Obert può essere promosso. Utilizzato praticamente sempre da terzino sinistro e non nel suo ruolo ideale di centrale, pur senza prestazioni esaltanti ha spesso messo in campo prestazioni senza particolari pecche. A completare il gruppo dei promossi – non così numeroso – ci sono Marco Mancosu, Gianluca Lapadula e soprattutto Zito Luvumbo. Il numero cinque rossoblù ha dimostrato durante la sua assenza la propria importanza, i due gol e i due assist una conferma del suo essere centrale. Certamente un impatto inferiore alle grandi attese, ma comunque sopra la sufficienza. Discorso simile per Lapadula, un inizio non sui suoi livelli e le ultime tre partite tutte con la sua firma tra i marcatori. Non una promozione a pieni voti, la strada però sembra quella giusta. Infine Zito Luvumbo, vera e propria sorpresa d’inizio stagione. Il suo impatto è stato devastante, tra gol (due) e assist (tre), senza dimenticare le numerose ammonizioni provocate grazie ai suoi dribbling e alla sua freschezza. Dall’inizio o come spacca partite in corsa, l’angolano si è conquistato sul campo il ruolo da protagonista.
Bocciati
Delusione totale pure in un campionato nel quale avrebbe dovuto fare la differenza. Gastón Pereiro resta un oggetto misterioso per il Cagliari, al netto del periodo d’oro con Walter Mazzarri nella prima parte del 2022. Vero è che il suo utilizzo non è mai stato continuativo, altrettanto vero che la posizione lontano dalla trequarti centrale non lo ha aiutato. Tra atteggiamento compassato e poca efficacia, però, il suo apporto è stato quasi nullo, tolto ovviamente il gol illusorio di Como alla prima giornata. Con il Tonga fa parte dei bocciati anche Leonardo Pavoletti. L’alibi dei problemi fisici non è stato compensato dalle prestazioni quando chiamato in causa, un solo gol – peraltro gentile regalo del portiere avversario – e prestazioni non all’altezza completano il quadro. Discorso simile per Filippo Falco, che avrebbe dovuto essere la ciliegina sulla torta del mercato estivo, ma che tra ritardo di condizione e il problema fisico post Bolzano non si è praticamente mai visto. Anche nelle poche apparizioni il suo apporto non è stato trascendentale, tutt’altro. Restando sul rapporto negativo tra attese e prestazioni fornite non si può non citare Marko Rog. Dopo due infortuni importanti era difficile attendersi un giocatore sui livelli del passato, ma quanto si è visto in questa prima parte di stagione resta negativo. Alibi reali, ma la sensazione che il croato non si sia ancora calato completamente nel contesto del campionato cadetto. Come Rog anche Nahitan Nández paga la differenza tra aspettative e realtà. Cresciuto nelle ultime gare, il León è comunque lontano dall’essere quel giocatore che fa la differenza in Serie B. L’alibi dei problemi fisici regge fino a un certo punto, da lui ci si attende ben di più. Tra i bocciati anche Alessandro Deiola, non solo per le singole gare, ma soprattutto perché dopo una buona stagione in Serie A – con diversi gol decisivi – in Serie B ci si attendeva sicuramente un salto di qualità. Al contrario, nonostante sia stato un punto fermo di Liverani, il sangavinese è mancato sia dal punto di vista tecnico sia da quello dei numeri. Difficile poi non bocciare Antonio Barreca. Intanto perché le scelte di Liverani parlano da sole – spesso Obert e Carboni preferiti all’ex Monaco – inoltre il giocatore visto in questo scorcio di campionato è lontanissimo parente di quello della precedente esperienza in rossoblù. La condizione che tarda ad arrivare, macchinoso, inefficace, tutti dettagli che portano alla provvisoria bocciatura. Infine Gabriele Zappa. Avrebbe dovuto essere il terzino destro titolare, ma è via via finito ai margini sia per le risposte date da Di Pardo sia per le sue mancanza quando chiamato in causa. Anche qui una bocciatura non tanto per le singole prestazioni, ma per un rapporto tra attese e realtà che è risultato estremamente negativo.
Rimandati
La sorpresa positiva nonostante la retrocessione come premessa per un campionato cadetto da protagonista. Giorgio Altare, invece, non ha per ora rispettato quanto di buono visto nella passata stagione. L’apice a Genova, quando davvero l’ex Olbia sembrava essere tornato su livelli da ministro della retroguardia, poi – forse complice l’assenza del compagno Goldaniga – il crollo con gli errori di Ascoli e soprattutto quello contro il Pisa. Non solo per sue colpe – per questo rimandato e non bocciato – visto che il calcio richiesto da Liverani poco si addice alle sue caratteristiche. Alla ripresa – anche grazie al riposo dopo tante gare collezionate – ci si attende un salto di qualità e il ritorno sui livelli che gli competono. Discorso simile per gli altri due centrali più utilizzati, Goldaniga e Capradossi. Il primo avrebbe dovuto essere l’uomo d’esperienza di supporto ai compagni più giovani, ma le prestazioni non sono state sempre positive, anzi. L’infortunio ha bloccato una crescita che sembrava essere partita, tocca a lui riportare il sereno nella retroguardia una volta smaltito il problema fisico. Capradossi, invece, aveva dato ottime risposte nelle prime gare in rossoblù, poi la debacle personale di Bolzano ha inciso sulla pagella del primo trimestre. Il classico “si applica, ma potrebbe fare di più” scritto nello spazio del giudizio. In mezzo al campo anche Makoumbou rientra tra i rimandati. Approccio positivo, voti ottimi, ma poi tra l’effetto Krasic scemato e un certo sedersi sugli allori il congolese si è via via perso nella sua stessa eleganza. La prima parte di campionato lascia aperta la porta a una futura promozione, ma Makoumbou dovrà dare una sterzata per dimostrare di meritarla senza pensare di poter vivere di rendita. Discorso opposto per Nicolas Viola, partito in sordina e ora piano piano in risalita verso un giudizio positivo. Rimandato sì, ma con buone possibilità di uscire con un buon voto agli scrutini finali viste le ultime interrogazioni superate sul campo. Da rivedere anche Vincenzo Millico, ultimamente sparito dai radar e che ha alternato buone impressioni ad altre non così positive. Infine Boris Radunovic, simbolo degli alti e bassi della squadra. Ottime prestazioni – Benevento e Genoa su tutte, ma anche contro il Pisa è risultato decisivo – che fanno il paio con altre tutt’altro che brillanti, con il punto più basso nel doppio errore di Ascoli. Va detto che è la vera prima stagione da titolare dopo anni di poche presenze e diversi infortuni. Il tempo è dalla sua per superare l’anno da promosso.
Ingiudicabili
Rosa ampia, poche occasioni che non lasciano spazio ad alcun giudizio. La speranza di poter rientrare in corsa per una maglia se non da titolare, almeno tale da poter ottenere un certo minutaggio. Tra chi non può essere giudicato dopo il primo trimestre la lista comprende i due portieri di riserva Aresti e Ciocci, il primo utilizzato solo in Coppa – con buone risposte – il secondo sfortunato con l’infortunio che lo terrà fuori per tutta la stagione. Tolti gli elementi mai utilizzati come i giovani, tra gli ingiudicabili entrano di diritto Alberto Dossena, Nunzio Lella e Christos Kourfalidis. Poco utilizzati, non hanno demeritato quando chiamati in causa, ma il tempo a disposizione è stato troppo poco per poter esprimere un giudizio sul loro conto.
Bonus track
Inevitabilmente dietro la lavagna finiscono sia Fabio Liverani che la società. Per l’allenatore parla la classifica, ma anche guardando al come si è sviluppata è difficile che il tecnico romano possa evitare la (momentanea) bocciatura. La squadra non ha ancora una fisionomia definita, i risultati mancano, le prestazioni quasi mai soddisfacenti se non in alcuni spezzoni. Troppo poco, pur considerando alibi legittimi come il ritardo di condizione di elementi chiave, gli infortuni e alcuni errori individuali che hanno pesato alla voce episodi. Impossibile salvare dal momentaneo giudizio negativo la società rossoblù, dal presidente Tommaso Giulini passando per l’ex direttore sportivo Stefano Capozucca e arrivando all’ex direttore generale Mario Passetti. L’incertezza sull’obiettivo, l’inversione a U da una rosa che avrebbe dovuto puntare sui giovani a una che, invece, sembrava poter alzare l’asticella, le difficoltà dopo una retrocessione sportivamente criminale dopo la quale ci si aspettava una reazione d’orgoglio. L’attesa per un nuovo ds come cartina di tornasole della pianificazione che fatica, il ripetersi di errori ormai noti una costante che non manca.
Matteo Zizola