L’allarme in casa Cagliari alla voce zona gol preoccupa sempre di più il tecnico Fabio Liverani e il suo staff. La sconfitta casalinga alla Domus contro il Bari di due settimane fa è soltanto la punta dell’iceberg. I rossoblù, nonostante un arsenale offensivo importante e di qualità, non sono quasi mai riusciti a sorprendere la difesa avversaria, creando pochissime situazioni pericolose. Una situazione, quella della linea offensiva, che l’allenatore rossoblù è chiamato a risolvere quanto prima, già a partire dalla partita interna di sabato 1° ottobre contro il Venezia.
Cosa non va in avanti?
La crisi offensiva del Cagliari nasce sicuramente da lontano. Già nella scorsa stagione in Serie A, i rossoblù hanno mostrato gravi lacune nel finalizzare le azioni create. Contro il Venezia, all’ultima giornata di campionato, si è toccato letteralmente il fondo. Nella drammaticità del momento, i rossoblù non hanno concretizzato le occasioni create e il finale, com’è noto, è stata la retrocessione in cadetteria. Proprio in Serie B, con Liverani chiamato alla guida della ripartenza rossoblù, i sardi pare non abbiano cambiato affatto registro. I problemi sono rimasti e anzi, se possibile, si sono ulteriormente aggravati. Il Cagliari, infatti, nelle prime partite di questa stagione, ha avuto come obiettivo primario quello di comandare il gioco, ma in diverse occasioni ha perso lucidità alla voce precisione negli ultimi 15-20 metri di campo. Ciò è dovuto in primo luogo al possesso palla. Tale fattore – su cui il Cagliari primeggia in numeri assoluti col 59,5% medio – diventa però spesso controproducente. I ragazzi di Liverani, infatti, fanno girare la sfera in modo molto lento e soprattutto orizzontale, consentendo agli avversari di chiudersi. Ciò comporta un ulteriore handicap per gli attaccanti, i cui movimenti spesso non vengono adeguatamente premiati. Oltre al possesso, c’è anche la velocità di pensiero nelle giocate. Sicuramente questo è un altro tasto dolente sul quale il Cagliari sta mancando, pur avendo giocatori di qualità in rosa. Ai sardi manca davvero tanto – per usare un eufemismo – la verticalità nelle sue scelte di gioco. In tal senso, la partita persa col Bari alla Domus ne è una diretta dimostrazione. Nella sfida coi Galletti, si è visto un Cagliari timoroso, poco cattivo e incapace di fornire palloni giocabili alle punte. Tutto questo si traduce in una crisi non certo da trascurare, soprattutto per una squadra che punta alla promozione. Di conseguenza non basta il blasone di giocatori comunque importanti: dagli esperti come Lapadula, Mancosu e Pavoletti a chi è rampa di lancio come Luvumbo fino ad arrivare a chi – vedasi Pereiro, Falco e Millico – cercano spazio per rilanciarsi definitivamente. Nomi a parte, il Cagliari per ripartire dovrà trovare nel minor tempo possibile il giusto killer instinct dei suoi attaccanti ma soprattutto una maggiore fluidità in fase di costruzione e finalizzazione della manovra.
Rossoblù “on fire” nel secondo tempo
Il Cagliari sta attraversando un momento non semplice dal punto di vista realizzativo. I numeri, in tal senso, parlano molto chiaro e disegnano un quadro alquanto preoccupante. Il gruppo di Liverani, infatti, è la terza squadra in questa Serie B ad aver tirato più volte in porta (85), sotto solo a Frosinone (91) e Spal (86). Questo dato, tuttavia, è decisamente in controtendenza rispetto alla mancanza di precisione mostrata fin qui da capitan Rog e compagni. Il Cagliari, infatti, è come una sorta di motore diesel. I rossoblù, infatti, riescono a carburare (quasi sempre) nei secondi 45 minuti di gioco. Nello specifico, il Cagliari, nel periodo di tempo che va dal 46’ al 90’, ha segnato 4 dei suoi attuali 6 gol totalizzati in questa prima fase di campionato.
Contro il Venezia ci sarà l’occasione di sbloccarsi?
La ripresa del campionato cadetto, dopo la pausa per le nazionali, è alle porte. Il tempo passa inesorabilmente e il Cagliari vuole risposte. Il prossimo avversario dei rossoblù sarà, in quel dell’Unipol Domus, il Venezia. La squadra di Ivan Javorcic, oltre ad un inizio altalenante in termini di risultati, ha difficoltà simili ai rossoblù in avanti (5 gol all’attivo in 6 partite) ma ne ha anche di più in fase di copertura, con 9 gol subiti (a fronte dei 6 incassati dai sardi). Quella coi lagunari può essere già un test di fondamentale importanza per gli attaccanti del Cagliari, chiamati a sbloccarsi e a inserire le marce più alte dopo un inizio di campionato col freno a mano tirato. Sarà la sfida della Domus di sabato prossimo a dare una sterzata decisiva agli avanti rossoblù?
Fabio Loi