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Nereo Bonato direttore sportivo del Cagliari | Foto Luigi Canu

Cagliari, tra priorità che cambiano e difficoltà: cosa frena il mercato rossoblù?

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Attaccante, difensore centrale e centrocampista, questo è l’ordine delle priorità del Cagliari. In un mercato liquido e senza liquidità, nel quale l’ordine d’importanza dei ruoli da coprire cambia con il passare degli allenamenti e delle partite – e con gli infortuni e le risposte date dal campo – ma l’aspetto economico resta elemento fondamentale e freno.

Alter-ego

I recuperi in mezzo al campo, con Mancosu rientrato in gruppo e Rog che ha raccolto qualche minuto a Cittadella. La conferma della crescita di Kourfalidis anche con Claudio Ranieri in panchina. L’infortunio di Pavoletti a preoccupare per il prossimo futuro. Tutte tessere che, unite, mostrano un puzzle diverso da quello di soli pochi giorni fa. Non più Hongla e Adopo su cui concetrarsi per regalare all’allenatore romano più soluzioni in mediana, ma il bisogno di mettergli a disposizione un attaccante che possa essere alternativo a Pavoletti. Il passaggio alle due punte, infatti, ha evidenziato delle criticità nel reparto offensivo – tanti gli esterni, solo due i centravanti puri – e il 2004 Griger non può essere la soluzione per aspirare all’alta classifica, sia essa un posto ai play-off o la promozione diretta. I profili monitorati, dunque, dovranno giocoforza rispecchiare le caratteristiche del centravanti livornese, ai box per la distorsione alla caviglia rimediata contro il Como che ha messo a nudo il tema dell’assenza di un’alternativa. Aspetto confermato dalle difficoltà riscontrate nel pareggio di Cittadella. Il Cagliari sarebbe così orientato a dare a Ranieri un centravanti giovane – ma non troppo, tra i 21 e i 25 anni – che possa essere pronto da subito e che, come da copione, non porti con sé un esborso economico di rilievo. Non è poi un caso che anche il difensore centrale sia tornato a essere ruolo di prima necessità davanti al centrocampista. Il passaggio alla retroguardia a tre impone l’aggiunta di un nuovo innesto, a maggior ragione se la società rossoblù con il ds Bonato riuscisse a piazzare Goldaniga. La poca appetibilità dell’ex Sassuolo e Genoa è anch’essa un freno che fa da cartina di tornasole dei problemi generali alla voce liquidità.

Atene piange, Sparta non ride

Il mercato del Cagliari che procede a rilento con due cessioni e un acquisto – Carboni e Pereiro nel primo caso, Azzi nel secondo – ha motivazioni evidenti. I due bilanci consecutivi in rosso, il monte ingaggi elevato per la categoria, la rosa ampia con diversi elementi con le valigie in mano, ma difficili da piazzare. Tutti dettagli che, combinati, rispecchiano la situazione del calcio italiano nella sua interezza. La Serie A è al nono posto nel mondo per investimenti in questa sessione di gennaio – poco più di 9 i milioni spesi – mentre la Serie B è al tredicesimo posto con una cifra tra i 6 e i 7 milioni di euro. In cadetteria il saldo negativo è di circa tre milioni, per un totale di 51 acquisti dei quali solo 4 onerosi. E tra questi quattro c’è anche il Cagliari con Paulo Azzi – uno il milione versato al Modena – assieme al Genoa, al Pisa e al Como. Tanti dunque i movimenti gratuiti, tra prestiti, scambi, svincolati. L’esempio di come le difficoltà a chiudere le partite aperte sia generalizzata, con tutti i club che cercano di raccogliere qualcosa dai numerosi esuberi, di fatto bloccati dalle mancate uscite e dalla poca disponibilità economica per portare avanti acquisti. Tolti i rossoblù che hanno chiuso un solo innesto, in cadetteria guidano il Genoa e il Cittadella con 5, seguiti da Pisa, Como e Palermo con 2 e da una serie di club con un solo movimento in entrata. In sostanza, senza uscite non arrivano innesti – né a Cagliari né altrove – ma con poche società disposte a spendere il sistema resta di fatto bloccato. Un circolo vizioso che ha messo in stand-by anche alcune situazioni dei più gettonati a lasciare la Sardegna, come Viola seguito dalla Reggina che però, senza liberare posti in mezzo al campo, non potrà portare avanti la trattativa. O come Millico, a prescindere dai minuti giocati al Tombolato, con la SPAL alla finestra ma con l’obiettivo puntato più alla scadenza del contratto a giugno che all’immediato. O come il già citato Goldaniga, ingaggio elevato e senza grossi estimatori nonostante i tentativi di scambio fatti dal Cagliari con la Cremonese. Senza dimenticare Barreca – altro stipendio importante – che ha di fatto accelerato l’uscita al suo posto di Franco Carboni.

La tendenza ormai è quella di arrivare alle ultime ore di mercato, un po’ come accade con quello meno calcistico e più alimentare. Vicini alla chiusura è più facile trovare le occasioni, i prezzi si abbassano e così le pretese dei giocatori. La fretta, però, può portare a errori, a meno che non ci si faccia trovare pronti con diversi piani che sostituiscano quello principale. Tenere l’obiettivo puntato sugli obiettivi pronti a cogliere l’occasione dell’ultimo minuto, con la stella polare del bilancio da seguire senza se e senza ma. Discorso valido per il Cagliari, ma non solo. Perché anche le pretendenti agli esuberi rossoblù hanno la stessa tattica frutto delle stesse problematiche. Come sempre e più di sempre l’ultima settimana sarà quella più importante e ogni giorno che si avvicina la chiusura del mercato un passo in più verso l’accelerata finale. Con buona pace della programmazione, ma con la consapevolezza che così fan (quasi) tutti.

Matteo Zizola

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