Se tutte le strade portano a Roma, quasi tutte le vie del gol per il Cagliari portano a Gianluca Lapadula. Nonostante la ricerca di alternative alla dipendenza dal proprio numero nove, Claudio Ranieri sembra essersi fatto una ragione del problema delle reti che mancano, perché in fondo è complicato far diventare prolifico chi prolifico non lo è mai stato.
Vuoto
L’assenza di Pavoletti, il bisogno di dare tempo a Prelec, le polveri bagnate di Luvumbo. Il reparto offensivo rossoblù, tolto il centravanti della nazionale peruviana, non ha brillato a oggi per numeri da urlo. Così la caccia al gol si è spostata verso il centrocampo, in direzione di chi avrebbe dovuto dare un contributo maggiore e fino a oggi è rimasto a secco o quasi. Tolto Marco Mancosu, quattro reti all’attivo, solo un gol a testa per Makoumbou, Lella, Viola, Rog e Deiola, mentre Nández e Kourfalidis non hanno ancora regalato gioie né a Ranieri né al suo predecessore Liverani. Reti che non sono arrivate nemmeno da giocatori più offensivi come Falco e Millico, così come il reparto arretrato non ha garantito altro che le due marcature di Zappa – non decisive ai fini del risultato – e quelle singole di Azzi e Altare. Un rompicapo di difficile soluzione per il tecnico rossoblù che, dopo aver sistemato la difesa, ha vissuto l’illusione del doppio poker contro Ascoli e Reggina prima di ricadere nelle sterilità con l’unica gioia firmata da Lapadula – sempre lui – negli ultimi 270 minuti. “Ci mancano i gol? Avete ragione, ma ci manca Pavoletti. Posso chiederli a Falco e Mancosu, ma questo è quello che abbiamo”, le parole di Ranieri dopo il pareggio a reti bianche contro il Frosinone, dichiarazione che certifica le difficoltà strutturali di una squadra con giocatori non esattamente dal gol facile.
Costante
Chiedere un maggiore contributo realizzativo ai centrocampisti è legittimo, ma il dubbio è se davvero quelli presenti nella rosa rossoblù abbiano nelle corde la capacità d’inserirsi tra le linee nemiche o quella del tiro da fuori, armi per arrivare al tanto agognato gol. Difficile stupirsi dello scarso apporto numerico della mediana del Cagliari guardando alle carriere dei singoli, perché in fondo ai rossoblù mancano storicamente i numeri. L’esempio è quello di Makoumbou che proprio in Sardegna ha timbrato per la prima volta in carriera, la seconda considerando la rete con la maglia della seconda squadra del Mainz nel campionato regionale del sudovest tedesco del 2018-19. Zero i gol segnati con le maglie del Sezana e del Maribor in 61 presenze, un biglietto da visita che lasciava presagire un centrocampista più di costruzione e contenimento che di finalizzazione. Tra i titolarissimi di Ranieri nemmeno Nández ha un rapporto stretto con la porta avversaria. Quattro i gol in 122 apparizioni con la maglia del Cagliari, l’ultimo nella trasferta di Napoli del maggio 2021. Per un giocatore che non ha mai realizzato una rete in 49 presenze con la nazionale uruguaiana e che solo in due stagioni in carriera ha messo a segno più di due gol, quattro nella Superliga argentina del 2018 con il Boca Juniors e 5 nel Campionato di Apertura uruguaiano del 2017 con il Peñarol. Al netto degli infortuni più o meno recenti, difficile considerare Rog come un centrocampista dal gol facile, nonostante le caratteristiche tecniche lasciassero presagire ben altro. Una rete nell’attuale Serie B, una nelle altre 52 presenze in rossoblù nella massima serie, due soltanto nelle 67 apparizioni con la maglia del Napoli, non esattamente numeri da capogiro.
Salto di qualità
Un solo gol da professionista per Kourfalidis, stagione 2019-20 in Serie D tra le fila del Foggia. Ma non è dal greco classe 2002 che ci si attendevano le reti per evitare la Lapadula-dipendenza. Chi al contrario in carriera è stato in grado di dare il proprio contributo realizzativo sono Viola, Deiola e Lella che però, per un motivo o per un altro, nel campionato in corso hanno siglato solo un gol a testa. Chi fermato a lungo da infortuni come il regista calabrese e la mezzala sangavinese, chi invece alla prima esperienza in cadetteria, categoria diversa rispetto alla C. Viola nella sua lunga carriera ha spesso regalato un numero discreto di reti – rigori e punizioni soprattutto – dalle cinque nella Serie A 2020-21 con il Benevento alle nove nella stagione precedente in B sempre con la maglia dei sanniti, con un totale di 38 marcature in 262 presenze in cadetteria. Con proprio i calci piazzati altra nota dolente che Viola potrebbe cancellare, un solo gol in stagione datato 1 ottobre 2022, quello di Mancosu contro il Venezia. Deiola, dal canto suo, arrivava da un 2021-22 che nonostante la retrocessione lo aveva visto protagonista di gol importanti con la maglia del Cagliari. Quattro in Serie A e due in Coppa Italia nello scorso campionato contro l’unica rete nella stagione in corso contro il Brescia. Lella, infine, a Olbia era riuscito a portare in dote quattro reti nello scorso campionato di Serie C, ma al netto della capacità di presentarsi nell’area avversaria non è riuscito a tramutare in gol gli ottimi tempi d’inserimento. Con Mancosu che mancherà almeno nelle prossime due sfide contro Parma e Ternana, Ranieri dovrà giocoforza trovare in chi fino a oggi è mancato quei gol che possano mitigare la dipendenza da Lapadula. Pavoletti è pronto a dare il proprio contributo – pur se solo a gara in corso, come dichiarato dal tecnico nella conferenza dell’antivigilia – ma è dai vari Nández, Makoumbou e, chissà, il rientrante Rog – senza dimenticare Falco e le punte come Prelec e Luvumbo – che Sir Claudio aspetta il salto di qualità realizzativo. Al contrario l’astinenza che dura dal trentesimo di Cagliari-Sudtirol – 240 minuti totali – potrebbe restare tale e le difficoltà strutturali della rosa alla voce gol venire confermate senza appello.
Matteo Zizola