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Cagliari, tra numeri e risultati: cosa hanno detto le prime sei giornate con Nicola?

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Una vittoria, due pareggi e tre sconfitte. Questo il riassunto delle prime sei giornate di campionato per il Cagliari, con quattro gare disputate in casa e due in trasferta. In attesa della sfida contro la Juventus, in programma a Torino domenica 6 ottobre alle 12:30, una domanda sorge spontanea: a che punto è l’evoluzione dei rossoblù di Davide Nicola dal punto di vista dei principi di gioco? Il cambio di guida tecnica dopo l’addio di Claudio Ranieri ha infatti portato una nuova filosofia che, come dichiarato dall’allenatore piemontese, necessita di almeno dieci giornate per poter essere valutata. Dopo sei partite, però, si può già cercare di capire quali siano i frutti del lavoro di Nicola e quale sia la risposta dei dati disponibili.

Tra tiri e gol attesi

Alcune statistiche generali possono già dare un segnale sul cambiamento del Cagliari rispetto alla passata stagione. I rossoblù sono infatti una squadra che tira molto di più che in passato, come si può evincere dalla terza posizione totale nella speciale classifica di tutta la Serie A. Pavoletti e compagni sono a quota 97, dietro soltanto la Roma con 102 e il Lecce con 98. E dopo la vittoria al Tardini contro il Parma sono aumentati anche i gol realizzati, che prima della sfida contro i gialloblù erano fermi alla singola marcatura di Piccoli contro il Como, arrivando con i 3 messi a segno in Emilia a quota 4: due del centravanti scuola Atalanta e uno rispettivamente di Zortea e Marin. Cagliari che è, se si possono definire in questo modo i legni colpiti, una squadra per certi versi sfortunata: ben 8 il totale tra pali e traverse che hanno bloccato le conclusioni dei rossoblù, dato che li mette in cima alla graduatoria, il doppio delle 3 squadre al secondo posto (Atalanta, Lazio e Roma con 4 a testa). Infine un altro dato che dà il peso della produzione offensiva, seppur indirettamente. Guardando al numero di calci d’angolo a favore il Cagliari è al secondo posto con 40, quattro in meno della Lazio prima e seguito dal Milan con 37. Basterebbero questi numeri per confermare quanto la squadra di Nicola abbia raccolto, almeno in termini di gol, meno di quanto prodotto. Se poi si va ancora di più nel dettaglio attraverso statistiche maggiormente specifiche, ecco che arriva un’ulteriore conferma. Soltanto Lecce (con una differenza di 5,2) e Fiorentina (4,7) hanno un differenziale più alto rispetto al Cagliari (3,8) tra Expected Goals e reti effettivamente realizzate. Ossia, il Cagliari ha messo a segno quasi 4 gol in meno di quelli attesi. Un numero che va comunque preso con le pinze per diversi motivi. Intanto perché va da sé che una squadra andata spesso in svantaggio cerchi con maggiore forza di riportare il punteggio in parità, producendo più occasioni e dunque più gol attesi. Così come il limite degli xG è che prendono in considerazione soltanto le conclusioni effettivamente effettuate, senza mettere in conto tutte quelle situazioni pericolose che non hanno avuto come fine ultimo il tiro.

Dagli xG agli xT

Per questo motivo, ormai da tempo, tra chi si occupa di dati più “profondi” ha preso forza l’analisi degli Expected Threats, meglio noti come xT. Un modello che nasce dalla volontà di capire il contributo delle giocate che precedono il tiro in termini di pericolosità. Il terreno di gioco viene così diviso in diverse zone, ognuna delle quali dà una differente probabilità che avere il possesso in quella parte di campo possa portare a un’azione da gol. Il dato finale dato dagli xT non è altro che la differenza tra il valore della zona di arrivo del passaggio o dello spostamento palla al piede con il valore della zona di partenza. La somma delle singole giocate – passaggi, conduzione etc etc… – porta alla valutazione della pericolosità. Un modello che, però, così come per gli xG, ha alcuni limiti abbastanza evidenti e che, per questo motivo, va preso come riferimento ma non come verità assoluta. Intanto gli xT non tengono conto della posizione degli avversari né dei compagni di squadra. Ad esempio, se un giocatore si trova sul lato corto dell’area con il pallone tra i piedi, ma senza compagni a poter ricevere il cross e con la difesa schierata, il valore di pericolosità non cambia rispetto alla stessa situazione che vedrebbe il calciatore in completa solitudine. Ciò che conta, infatti, è la posizione a prescindere dal contesto. Un altro aspetto è che gli xT sopravvalutano i cross per lo stesso motivo, come palloni che partono da zone poco pericolose arrivando a destinazione in zone considerate molto pericolose. In questo caso l’Expected Threat è alto sulla carta, ma non lo è nella realtà del gioco. Gli xT possono anche essere penalizzanti rispetto alla effettiva pericolosità di una giocata: se una squadra per aprire la difesa avversaria fa un possesso “all’indietro” per poi avanzare, la fase con il pallone portato dalla zona offensiva a quella più arretrata porta un valore negativo. Infine gli xT prescindono dalla storicità dei singoli calciatori e dal loro ruolo: in sostanza, prendendo l’esempio del Cagliari, se la sfera è in una zona pericolosa ed è tra i piedi di Mina avrà lo stesso valore di xT rispetto alla stessa situazione ma con Viola protagonista (Mina e Viola sono semplici esempi senza giudicare il merito).

Pericolosità e pressing

Fatta la doverosa premessa su cosa rappresentino nello specifico gli Expected Threats, ha comunque un valore – per quanto relativo – notare come il Cagliari sia al terzo posto nella speciale classifica per media di xT positivi a gara. Con 1,67 i rossoblù di Nicola sono dietro soltanto a Inter (1,7) e Roma (1,68), risultando davanti a squadre riconosciute come più offensive come Atalanta (1,64), Milan (1,57) e Napoli (1,56) che la seguono in graduatoria. Non risultando, peraltro, tra quelle con maggiori xT negativi (ossia, degli avversari nelle partite disputate a oggi). Il Cagliari si posiziona all’undicesimo posto con 1,39 xTA a gara, con il Lecce in coda con 1,77 e la Juventus in testa con 0,84. Un altro dato interessante è quello relativo al possesso palla, con i rossoblù che mentre nella passata stagione con Ranieri alla guida erano sempre nelle ultime due posizioni, in questa dopo sei giornate sono a metà graduatoria, undicesimo posto con un valore di 51,02% di media, sopra dunque il 50%. Posizione confermata – ed è qui che arriva l’aspetto positivo – dalla percentuale di possesso palla nell’ultimo terzo del campo, ossia in zona offensiva: il Cagliari ha un 47,36% nel cosiddetto Field Tilt, con l’Atalanta in testa (68,92%) e l’Udinese in coda (35,94%). Una delle principali novità dall’arrivo di Nicola è la posizione della linea difensiva, cioè la distanza media dalla propria porta rispetto a dove l’azione difensiva avviene. Il Cagliari ha una distanza media da Scuffet pari a 46,65 metri, mettendosi alle spalle la Juventus – prossima avversaria – che registra una linea a 45,89 e con l’Atalanta come squadra che risulta più lontana dalla propria porta (51,22) e il Lecce la più vicina (39,53), dato quest’ultimo influenzato dalle due gare su sei giocate per diverso tempo in inferiorità numerica. La squadra di Nicola, però, fatica in un altro aspetto, quello della costruzione. È infatti terzultima per percentuale di passaggi completati escludendo il terzo di campo più offensivo con il 78,87%, dato che vede alle spalle dei rossoblù soltanto Empoli (ultimo con 72,97%) e Verona (75,64), ma con i toscani che dimostrano quanto questa statistica non sia del tutto influente guardando ai punti poi raccolti. D’altro canto il Cagliari è anche la squadra che “sporca” di più la manovra altrui, tanto da essere in testa con il 77,75% alla voce precisione dei passaggi degli avversari nella stessa zona di campo, ossia escludendo l’ultimo terzo offensivo (l’Hellas, con 87,96%, è ultimo nella speciale classifica). Infine altre due statistiche che, di fatto, confermano quelle appena riportate. In primis quella relativa ai palloni persi – per dribbling e passaggi falliti o controlli imperfetti – nella zona più vicina alla propria porta: i rossoblù sono infatti penultimi con 26,67 palloni di media a gara, con il solo Monza che ha fatto peggio (28,83) e in testa in positivo la Roma (16). Allo stesso tempo, però, gli uomini di Nicola portano avanti un pressing abbastanza efficace con il valore in chiave positiva – ossia i palloni che gli avversari perdono contro il Cagliari nella zona più vicina alla loro porta – che vede Pavoletti e compagni al dodicesimo posto con 20 a gara. Come confronto, ultimo ancora una volta il Monza con 15,5, mentre in testa si trova il Genoa con 26.

Matteo Zizola

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