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Cagliari | Tra nazionali e infortuni: Nicola studia la mediana anti-Torino

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Continuità o rivoluzione? Per un allenatore la risposta sarebbe persino banale da dare in questi casi, quando i risultati cominciano ad arrivare e le cose, in generale, stanno andando finalmente per il verso giusto, specie dopo una partenza in campionato con tante difficoltà e diverse incognite. Il Cagliari di Davide Nicola è partito con il freno a mano tirato ma a Parma e a Torino contro la Juventus, i rossoblù hanno trovato nuove certezze tecniche e psicologiche, conquistando quattro punti di una certa importanza per invertire la rotta e staccarsi dai bassi fondi della classifica. Ma, lungo il percorso, si sa, le insidie sono dietro l’angolo. E come in una classica partita a Monopoly, la strada verso la salvezza può anche essere caratterizzata da imprevisti e probabilità che possono – almeno sulla carta – scombussolare, in un modo o nell’altro, la quadra trovata da Nicolas Viola e compagni nelle ultime gare.

Mosse

“Il ritiro? Ci siamo confrontati tantissimo tra di noi, ognuno ha espresso la propria opinione sulla situazione e quello che bisognava migliorare. Ci è servito per lavorare insieme di più e conoscerci meglio. Nello sport non sono cose secondarie”. Parola di chi, come il difensore centrale del Cagliari, Sebastiano Luperto, sta vivendo da pochi mesi lo spogliatoio rossoblù ma che sa perfettamente, avendo condiviso con lui una grandiosa cavalcata salvezza ad Empoli, che cosa significhi, per filo e per segno, il concetto di compattezza e di lavoro sul campo con il gruppo quando a guidare la comitiva è Davide Nicola. E proprio il ritiro in quel di Asseminello, inizialmente previsto solo per la gara di Coppa Italia contro la Cremonese, poi prolungato anche per la sfida del Tardini contro il Parma, è stato il primo mattoncino della rinascita del Cagliari in questo inizio di stagione. Contro i grigiorossi, grazie all’1-0 della Domus, gli isolani hanno conquistato il passaggio del turno e la sfida agli ottavi di finale contro la Juventus allo Stadium, mentre contro gli emiliani è arrivata la tanto desiderata prima vittoria in campionato. Ma ricondurre al solo ritiro la svolta recente dei rossoblù sarebbe anche fin troppo riduttivo, anche se i suoi effetti si sono visti e nell’immediato, e non solo in termini di risultati ma anche di voglia e di atteggiamento del gruppo e quindi non legata esclusivamente ai singoli, aspetto che Nicola non ha mai preso in considerazione. Infatti una parte importante nell’inversione di rotta del Cagliari in questa fase l’ha avuta – c’è da riconoscerlo – anche la volontà di cambiare disposizione tattica, passando dal 3-5-2 al 4-4-1-1. Tatticismi a parte, una delle novità più significative che hanno dato il via alla riscossa del Cagliari è stata quella riguardante il centrocampo, anche a costo di fare rinunce importanti. Nelle prime tre partite di campionato contro Roma, Como e Lecce, Nicola ha puntato sul trio formato da Deiola, Prati e Marin. Una combinazione, quindi, di sostanza, geometrie e qualità, secondo le caratteristiche scelti dell’allenatore piemontese per il suo Cagliari. L’infortunio subito proprio a Lecce da Prati per il duro intervento di Dorgu ha poi scombussolato le carte, con i soli Marin e Deiola a reggere la zona centrale contro il Napoli capolista. A sostenere il rumeno e il sangavinese c’è stata l’aggiunta di un elemento in più in mediana come Makoumbou nella sfida contro l’Empoli. Dopo la deludente prestazione con i toscani, ecco la decisione del ritiro e del cambio di scena, con un modulo tattico diverso e un centrocampo rinnovato. Con Prati out, sia Marin – che comunque si è rivelato essere uomo decisivo anche entrando a gara in corso – sia uno dei veterani del gruppo rossoblù come Deiola sono stati “sacrificati” per un tipo di mediana tutta muscoli e tecnica formata da Makoumbou e soprattutto dalla scoperta recente rappresentata da Adopo, tra i migliori nelle gare contro Parma e Juventus.

Scelte

“Ci sono giocatori che stanno meglio di altri e generalmente le scelte che si fanno all’inizio portano a dare di più”. Così parlò lo scorso 5 ottobre Davide Nicola in conferenza stampa alla vigilia della sfida dello Stadium contro la Juventus. Chi lo conosce bene sa perfettamente che Nicola è uno a cui piace e tanto ragionare sul collettivo e non sui singoli. Tuttavia il tecnico del Cagliari, in vista della sfida contro il Torino alla ripresa del campionato post sosta per le nazionali, è chiamato a fare un compromesso con il suo modo consueto di ragionare quando si parla di compiere delle scelte sull’undici iniziale da mandare in campo. E l’oggetto delle prossime decisioni dello stesso Nicola sarà proprio quel centrocampo che è stato uno dei reparti convincenti delle ultime due uscite ufficiali contro Parma e Juventus. Motivo? Tra infortuni e impegni con le nazionali, Nicola si ritrova a passare dall’abbondanza ad avere un numero di uomini contati per il cuore nevralgico del campo. Con Marin impegnato in Nations League con la Romania e Prati convocato con l’Italia U21 nel percorso di qualificazione agli Europei di categoria – ma che non gioca una partita in campionato dal 31 agosto scorso contro il Lecce – e con Makoumbou di rientro anticipato dal ritiro del Congo per un fastidio al ginocchio, a disposizione di Nicola ci sono solo due carte. Una è rappresentata da Adopo, la dolce scoperta del recente periodo positivo del Cagliari. Per il francese non solo l’assist – il primo in campionato –  per il gol del momentaneo 2-1 di Marin a Parma ma una prestazione, così come anche quella contro la Juventus, che ha dato delle indicazioni positive in termini di qualità e quantità in mezzo al campo. E con la terza titolarità consecutiva che potrebbe attendere il numero 8 rossoblù proprio nella sfida al suo recente passato, a Torino sponda granata. Con Adopo come nuova certezza guadagnata lungo il cammino e in attesa di buone nuove sul fronte nazionali, non è da da scartare la possibilità di rivedere in campo dall’inizio quel Deiola che è stato forse uno degli esclusi eccellenti nelle ultime giornate di campionato. Una titolarità, per il quarto centrocampista con più minutaggio nell’ultima stagione con Claudio Ranieri in panchina (1.775′ totali, meglio di lui solo Makoumbou, Nández e Prati), che gli manca da tre partite e che, in caso di riconquista, potrebbe essere un interessante trampolino di lancio per ritrovare spazio e certezze all’interno delle gerarchie rossoblù. E per un Cagliari di lotta e di battaglia, anche contro le avversità e le eventuali indisponibilità, Nicola guarda con interesse e da vicino il suo centrocampo, per mantenere anche contro il Torino l’equilibrio ideale e per continuare nel percorso di crescita del suo gruppo.

Fabio Loi

 

 

 

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