Possesso sterile, una rete di passaggi che trova nelle difese schierate un muro inscalfibile. Il Cagliari di Liverani tiene palla, ma non riesce a incidere. Lento, senza acuti, privo di quegli spunti che permettono di creare la superiorità numerica. Eppure ci sarebbe un giocatore che ha dimostrato di poter mettere al servizio della squadra quelle caratteristiche che mancano. Zito Luvumbo, estro e velocità usati con il contagocce sia contro il Bari che contro il Venezia.
Questione di gamba
“A livello fisico noi siamo molto indietro. A livello di intensità, di struttura fisica, di fisicità, di ritmo, di contrasto, di velocità. Qual è il calciatore moderno? Deve essere molto completo: gamba forte, accelerazione. Quando parlo di forza fisica mi riferisco alla dinamicità, non al fatto di essere alti e grossi. Anche quando guardo le squadre all’estero tutti rischiano, tutti giocano alti. Questo vuol dire che devi accettare certe situazioni e se hai calciatori sotto ritmo, più lenti, allora tutto diventa più difficile“. Parole dell’allenatore del Torino Ivan Juric sul confronto tra Premier League e Serie A, ma che ben si sposano con la situazione attuale in casa Cagliari. Una squadra lenta, prevedibile, con individualità sì di livello, ma ancora troppo indietro dal punto di vista fisico e che mancano di quelle caratteristiche citate dal tecnico croato per dominare il gioco. Leggendo le dichiarazioni di Juric e pensando alla rosa rossoblù il primo nome che salta alla mente è quello di Zito Luvumbo. Che nelle poche apparizioni di questa prima parte di Serie B ha dimostrato di poter essere l’uomo in più, quello in grado di scardinare le difese avversarie. Con tutti i suoi limiti della giovane età, ma anche con tutti i pregi di chi abbina potenza a tecnica in velocità. Calciatore moderno, appunto.
Scelta a sorpresa
Contro il Venezia Liverani ha puntato sul rilancio di Gastón Pereiro dal primo minuto. Dopo che nelle precedenti quattro partite il Tonga aveva raccolto soltanto uno spezzone nel finale della gara di Ferrara, per poi restare seduto in panchina contro Modena, Benevento e Bari. Una mossa a sorpresa arrivata dopo due settimane di stop nelle quali, probabilmente, Pereiro ha dato sufficienti garanzie all’allenatore rossoblù. L’approccio del fantasista uruguaiano, pronto a farsi trovare tra le linee, sembrava aver dato ragione a Liverani, poi però come spesso accaduto in passato Pereiro è via via sparito dal gioco – non solo per sue colpe – fino alla sostituzione con Falco dopo un’ora. Una scelta, quella di puntare sull’ex PSV, che ha lasciato più di qualche dubbio, soprattutto pensando a Luvumbo tenuto fuori fino a un quarto d’ora dal novantesimo. In un Cagliari che ha faticato e non poco a scardinare la difesa schierata dei Lagunari, senza che nessuno degli interpreti riuscisse a dare quello spunto per aprire la retroguardia avversaria. Il classe 2002 angolano diventa così uno dei rimpianti, uno dei grandi se che hanno accompagnato i rossoblù nelle ultime due sconfitte consecutive. Uomo da ripartenza quando la squadra è in vantaggio come a Benevento, ma anche giocatore in grado di spaccare le partite come avvenuto nella rimonta contro il Cittadella. Ma che, tolto l’esordio stagionale a Como, non è mai stato schierato dal primo minuto nonostante i meriti acquisiti sul campo fin dalle amichevoli estive.
Coraggio
La mini crisi aperta dalla sconfitta pesante contro il Venezia, la seconda consecutiva alla Unipol Domus, mette Liverani di fronte alla classica ultima spiaggia. Venerdì 7 ottobre nell’anticipo dell’ottavo turno di Serie B il Cagliari farà visita al Genoa, squadra che proprio del ritmo e della fisicità citata da Juric fa la propria caratteristica principale. Il controllo del gioco senza acuti e senza velocità, arrivare spesso e volentieri secondi sui palloni contesi, non riuscire a incidere dalla cintola in su, sono tutti elementi sui quali i rossoblù dovranno giocoforza migliorare se vorranno allontanare i fantasmi e voltare pagina. Per farlo diventa necessario puntare su calciatori di gamba, moderni, che possano contrastare le qualità di un Genoa che con Blessin aveva dimostrato – anche in Serie A – di non difettare nella corsa. Tutti motivi che spingono verso la scelta Luvumbo, unico giocatore a disposizione di Liverani in grado di dare quel salto di qualità alla voce ritmo e imprevedibilità. Mettere da parte la carta d’identità, mettere da parte i meccanismi di un possesso sterile senza lampi e puntare sul giovane gioiello angolano diventa quasi un obbligo. D’altronde guardando ai dati Luvumbo resta l’attaccante a disposizione di Liverani che ha regalato il maggiore contributo offensivo, senza dimenticare le ammonizioni provocate ogni volta che è sceso in campo. Perché, in fondo, come dichiarato dallo stesso Liverani “il nome non basta per stravincere, in questo sport non è mai bastato”. Serve coraggio, anche nelle scelte.
Matteo Zizola