Da sorpresa a punto fermo del Cagliari che verrà. E quell’etichetta di debuttante ormai strappata via dalla maglia rossoblù che, per un sardo doc come lui, è quasi una seconda pelle. Andrea Carboni è pronto a proseguire a Pejo sulla strada che lo ha portato a affermarsi come uno dei gioielli più lucenti della miniera rossoblù.
Riscatto
Quindici presenze e un assist in una stagione chiusa con la festa per la miracolosa salvezza sarda. Un’annata cominciata con sei presenze tra la ottava e la tredicesima giornata. Dalla Juventus all’Udinese. Dai bianconeri di Torino a quelli friulani. Poi, il brutto stop. La positività al Coronavirus, il campo mai realmente ritrovato con Eusebio Di Francesco in panchina e il ritorno in Primavera per ritrovare sè stesso e la miglior forma fisica. Momenti dai quali sembra essere trascorsa quasi un’era. Perché come il Cagliari, anche Carboni è cresciuto in un finale di campionato da incorniciare. Nove partite consecutive in campo nelle ultime nove sfide giocate dagli isolani e un grande contributo all’impresa pensata e realizzata dal subentrato Leonardo Semplici. Un tecnico che, dopo la grande fiducia riposta sulle spalle del 2001, vuole continuare a puntare sul suo giovane gioiellino in vista della prossima annata di A.
Sogni
“Lavori in corso”. Un cartello che sembra quasi ingigantirsi quando ci si avvicina alla difesa del Cagliari nel ritiro di Pejo. Raduno in cui Andrea ritroverà l’amico Salvatore Boccia, compagno di tante avventure con la Primavera sarda e deciso a seguire le orme da protagonista lasciate dal centrale di Tonara. Perché ora più che mai, con la partenza di Klavan e Rugani, l’ormai quasi definito passaggio di Tripaldelli alla Spal e il futuro di Godin ancora da definire, sarà proprio Carboni il pilastro “young” su cui Semplici costruirà il nuovo Cagliari.
Bravo in fase di marcatura. Mancino capace di occupare al meglio tutta la parte sinistra del campo. Caratteristiche intraviste nella prima da stagione da professionista con Walter Zenga e diventate certezze lo scorso anno. Doti che fanno di Carboni il profilo perfetto per interpretare il ruolo di centrale nella difesa a tre del tecnico ex Spal. Un reparto che si trasforma in uno schieramento a cinque in fase di non possesso e che, al contempo, consente al 2001 di sganciarsi e cercare dei cross per le punte quando si attacca.
Qualità e affidabilità. Dopo l’esplosione, la possibile maglia da titolare inamovibile. Carboni ha scalato la montagna delle gerarchie difensive rossoblù ed è pronto a diventare un simbolo del Cagliari che verrà.
Alessio Caria