Una corsa continua, senza mai risparmiarsi, alla ricerca dello spunto giusto per girare la partita a proprio favore. Il rientro in campo da titolare con la maglia del Cagliari, Nahitan Nández forse lo aveva immaginato diverso rispetto a quello vissuto contro il Sassuolo. Con le emozioni del finale che hanno poi fatto dimenticare una prova in cui le difficoltà nel trovare posizione e idee sono state evidenti per un León che dovrà reimparare a ruggire.
Nel mezzo
Con i neroverdi, dopo il cambio di modulo iniziale, Nández è tornato a giocare sulla linea dei centrocampisti. Non accadeva da ottobre, quando nella gara contro la Fiorentina l’uruguaiano fu schierato accanto a Deiola e Makoumbou al centro del campo. Una gara amara per i rossoblù, che però sfruttando gli impegni delle nazionali nelle settimane successive sono riusciti a trovare una quadra in mediana, grazie specialmente alla promozione definitiva di Prati e la crescita di Makoumbou. Dall’altra parte, per Nández la pausa si è tradotta nel rientro in patria e in un nuovo slancio da protagonista con la Celeste nelle gare di qualificazione ai Mondiali contro Colombia e soprattutto Brasile, ma da terzino destro. Con l’ultima gara in cui lo sforzo per fronteggiare e frenare Vinicius sono stati fatali al rientro in Sardegna, quando alla buona prova nonostante il viaggio intercontinentale e la fatica nelle gambe contro la Salernitana, è seguito l’infortunio muscolare nel primo tempo contro il Frosinone. Un sacrificio che ha confermato per l’ennesima volta la voglia di Nández di non tirarsi indietro qualsiasi sia lo sforzo richiesto, ma che per oltre un mese ha tenuto l’ex Boca lontano dal campo proprio quando Ranieri sembrava aver deciso di sfruttare l’onda di Bielsa e di schierarlo così largo nella difesa a quattro. Tutto è sembrato così da rifare, con le prime vittorie dei rossoblù quasi a nascondere l’assenza e le prime voci di mercato che sono tornate a farsi intravedere, fino alla presa di posizione di Ranieri in conferenza stampa prima della gara contro la Lazio: “È concentrato e vuole restare a Cagliari”.
Indizi
Pochi minuti contro all’Olimpico per riassaggiare il campo, poi di nuovo titolare dopo oltre un mese. Nell’ultima serata passata all’Unipol Domus il tecnico romano ha dovuto fare di necessità virtù. Senza Makoumbou a dare equilibrio alla squadra e un aiuto in regia, Nández è stato il prescelto per tornare a vestire un ruolo di mezzala che però non è sembrato adatto alle sue forme. Con il passaggio dopo il primo quarto d’ora di gara al 4-3-2-1 che ha visto comunque il classe ‘95 spostarsi dall’interno del campo verso l’esterno, alla ricerca di una comfort zone in parte smarrita. Complice anche una voglia di incidere che troppo spesso è uscita fuori dai bordi, sfociata in diversi errori di misura sia nel fraseggio corto che nei traversoni dalla destra per Lapadula e compagni. È nata così una gara difficile da interpretare, ma che forse ha dato alcuni indizi verso una prossima sfida di campionato in cui l’istintività e la necessità di ritrovare la giusta fiducia nelle proprie gambe potrebbero essere importanti sia per il giocatore che per la squadra.
Opzione
Perché contro il Napoli, sabato 16 dicembre alle 18, chi occuperà la fascia destra in difesa si troverà di fronte Kvicha Kvaratskhelia. Nonostante le difficoltà vissute, il georgiano resta uno degli uomini che in Serie A può saltare più facilmente l’uomo e creare le condizioni migliori per offendere, sia per sé stesso che per i compagni. Un giocatore che per qualità e rapidità di gambe e di pensiero avrà bisogno di un antagonista in grado di combinare in campo aggressività e velocità. Un identikit che nel Cagliari di oggi sembra portare verso il numero 8, che tornerebbe così a quei compiti già svolti e ben eseguiti contro avversari come Diaz e soprattutto Vinicius nelle ultime gare giocate con addosso la maglia dell’Uruguay. Ranieri riporterebbe così Nández in quel ruolo che può mascherare meglio quei limiti tattici più evidenti quando il raggio d’azione è più avanzato, ma che soprattutto potrebbe consentire al giocatore di esaltarsi e ricostruire quella fiducia in parte persa dopo lo stop. Con i vantaggi che potrebbero non fermarsi solo alla fase difensiva, in una gara in cui la capacità di ribaltare l’azione in tempi brevi potrebbe essere vitale per i rossoblù nel corso dei 90’ al Maradona. Senza dimenticare che fu proprio l’uruguaiano a segnare l’ultima rete in Serie A nello stadio partenopeo, in quel 1-1 del 2 maggio 2021 che avvicinò i sardi alla salvezza quasi insperata con Semplici in panchina. Un ricordo che potrebbe essere benzina ulteriore per rivedere Nández rivestire i panni del León in una sfida importante e mai uguale alle altre per i tifosi rossoblù.
Matteo Cardia














