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Claudio Ranieri e Luvumbo durante l'allenamento | Foto Cagliari Calcio

Cagliari | Tra dubbi e potenzialità, Ranieri aspetta il vero Luvumbo

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Sembrava essere la stagione della definitiva esplosione. Fatta di dribbling ubriacanti e di scatti improvvisi capaci di trascinare il Cagliari anche nei momenti di buio. Ma quella di Zito Luvumbo sembra essere diventata l’annata dei primi esami e di un conseguente adattamento. Con il giovane angolano che ora si trova davanti al primo vero e proprio momento di difficoltà in maglia rossoblù.

Partenza

Il salto, dopo l’ultima esperienza in Primavera, di sicuro doveva esserci. E le prove della prima parte di campionato lo hanno testimoniato più di ogni altra cosa. A partire dalla prestazione contro il Cittadella, quando lo stesso pubblico accolse Luvumbo con un applauso colmo di affetto e speranze in una serata in cui i rossoblù cercavano il primo successo stagionale. Una partita in cui il classe 2002 fu decisivo, non solo con l’assist d’esterno sinistro per Mancosu, ma per quelle qualità nell’uno contro uno in grado di risvegliare l’entusiasmo degli appassionati. Largo a destra per sfruttare il proprio piede forte rientrando verso il centro del campo, oppure in alcuni casi a sinistra, fino a giocare anche da prima punta nella gara casalinga contro il Brescia lo scorso 15 ottobre o al fianco di Lapadula, come in occasione della gara di Frosinone del 27 novembre, quando l’angolano fece registrare il suo ultimo gol in stagione. Diversi, insomma, i ruoli interpretati già nei primi tre mesi della stagione. Poi la crisi di umore e di risultati della squadra, i minutaggi che scendono prima già prima dell’addio di Liverani a cui segue il ritorno in Sardegna di Claudio Ranieri. Un tecnico esperto, l’ideale per crescere ancora e levigare un diamante ancora in parte grezzo.

Novità

L’idea di Ranieri di affidarsi subito alla coppia d’attacco di peso composta da Lapadula e Pavoletti ha tolto però spazio all’ex Primeiro de Agosto. Tornato a essere possibile arma a gara in corso in un Cagliari che però cercava ancora i suoi equilibri. Poi l’infortunio del livornese e le necessità tattiche hanno portato a qualche cambiamento. A partire dalla gara di Bari, in cui il numero 77 si distinse per l’applicazione a livello tattico in aiuto a Zappa sulla catena di destra. Una prova coscienziosa ripetuta nel turno successivo a Venezia, in un Cagliari in completa emergenza e privo di un vero e proprio riferimento offensivo nella prima parte di gara. Sacrificio e abnegazione, caratteristiche apparentemente nuove per un esterno offensivo estroso e per natura sulla carta avverso ai tatticismi. Probabili conseguenze del lavoro di Ranieri, che in più di un’occasione ha usato il classico metodo del bastone e della carota con il giocatore. “Piano piano avrà la giusta continuità, da quando ci sono io ho visto miglioramenti. Lui è un ragazzo interessante e ancora giovanissimo, ma il calcio non aspetta e si deve sbrigare per far fruttare quello che madre natura gli ha dato”, disse il tecnico a seguito della sfida di fine febbraio del Penzo. Progressi confermati dalla prova contro il Brescia, in cui l’angolano fu l’unico a mettersi in evidenza tra i rossoblù, guadagnando anche il rigore del momentaneo vantaggio. Un percorso però poi interrotto da un problema muscolare avvertito nella gara contro l’Ascoli, che ha reso impossibile anche il ritorno in nazionale maggiore previsto a marzo. Un colpo basso per Luvumbo, che complice la crescita di Prelec e la nuova quadra tattica dei rossoblù, ha visto nuovamente diminuire il proprio minutaggio. Con qualche difficoltà nel trovare la giusta posizione in campo per far male agli avversari, tra la fascia destra e l’area di rigore, combattuto tra il richiamo del gol e la necessità di servire i compagni all’interno dei sedici metri.

Un quadro che ha dato vita ai primi dubbi e a una sorta di confusione che ora Luvumbo sarà chiamato a far scemare. Con una risposta che passa dai piedi, ma anche dalla mentalità del giovane angolano. Un esame di maturità per capire se oltre al talento c’è il carattere giusto per andare oltre gli ostacoli. Il Cagliari e Ranieri aspettano, perché anche dalla sua capacità di creare entusiasmo e dalla sua imprevedibilità passa parte del destino di un gruppo che ancora cerca la via giusta per tentare la scalata alla Serie A.

Matteo Cardia

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