“Ho avuto alcune difficoltà a farmi seguire appena arrivato a Cagliari, ma ora i giocatori seguono tutto quello che gli dico. Nel calcio le cose funzionano quando ognuno fa bene il proprio ruolo. E adesso vedo un Cagliari diverso: i giocatori mettono in pratica i miei insegnamenti e c’è una mentalità differente”. Parole e musica di Walter Mazzarri al termine del capolavoro tattico di Bergamo che ha portato tre punti ai rossoblù grazie al 2-1 rifilato all’Atalanta nonostante 10 giocatori indisponibili, tra cui il capitano Joao Pedro, Pavoletti, Nandez o Keita. Solo per citarne alcuni.
Gerarchie
Ora ognuno sta al suo posto. Il messaggio di Mazzarri è di quelli importanti e fa pensare a una ritrovata serenità all’interno di Asseminello certificata anche dai risultati del 2022. Nell’anno nuovo gli isolani hanno raccolto 10 punti in 5 partite (3 vittorie con Sampdoria, Bologna e Atalanta, pari con la Fiorentina e sconfitta a Roma), tanti quanto squadre che puntano al titolo come il Milan ma soprattutto tanti quanti quelli di un intero girone d’andata caratterizzato da diverse brutte figure e tanti, troppi, strappi interni tra giocatori e dirigenza. L’aver fatto pulizia, con diverse risoluzioni di contratto, e aver inserito chirurgicamente in rosa solo alcuni tasselli in cerca di riscatto ha permesso ad alcuni profili che bruciavano per voglia sotto la cenere di prendere via via sempre più un ruolo da protagonista. Pensiamo inizialmente a Bellanova e Grassi, poi Altare e Obert e infine adesso al giovanissimo Kourfalidis. La bravura di Mazzarri è stata anche quella di prendersi dei rischi puntando su alcuni giovani ma soprattutto cambiando le carte in tavola. Nandez di nuovo al centro del campo, Dalbert da jolly sia sulla trequarti che come mezzala (sarà un esperimento che cambierà per sempre il ruolo del brasiliano?), Bellanova con una maggiore libertà di offendere e una difesa rivoltata come un calzino.
Difesa
Sui difensori va fatta una riflessione. Perché sono il simbolo più evidente della cura del tecnico toscano. Mazzarri lo aveva detto dal primo giorno: “In ogni squadra dove vado io parto sempre dalla difesa”. A Cagliari ci ha messo tanto, troppo, ma dopo alcune epurazioni ha finalmente trovato gli equilibri giusti. I gol arrivano lo stesso ma ora la linea arretrata rossoblù ha tutto un altro atteggiamento. Chiunque si inserisca riesce a fare bene. E gli acquisti di Lovato (grande leadership a discapito della giovanissima età) e di Goldaniga hanno dato nuove certezze a un reparto che per mesi è stato il più deficitario per i sardi nella rincorsa salvezza. Dopo il successo di Bergamo il Cagliari rimette la testa fuori dalle ultime tre posizioni che significano retrocessione. È la prima volta da quando in panchina c’è Mazzarri, non accadeva dalla terza giornata di questa Serie A. Un segnale che deve rappresentare un primo punto di partenza, senza pensare che tutti gli sbagli siano ormai alle spalle (come fatto già nel recente passato dal club). La strada per la salvezza è ancora lunga ma ora il Cagliari ha un nuovo spirito, ma soprattutto un nuovo comandante. Quel Walter Mazzarri che a suo modo è riuscito a trasformare un Cagliari arrendevole e umorale in una formazione con grinta e fame. E il compito è parso anche molto più complesso che fermare la forte Atalanta a domicilio.
Roberto Pinna
