Prendi una serata speciale, aggiungi una partita importante per momento e classifica, chiudi il tutto con un risultato negativo e una prestazione a due facce. La conclusione è semplice: il Cagliari è nuovamente con l’acqua alla gola, come un fondista del nuoto passa costantemente dalla fase del respiro a quella dell’apnea. Con il traguardo che a volte appare raggiungibile, altre lontanissimo. E con il tema del calciomercato che torna inevitabilmente all’ordine del giorno, tra il tempo per intervenire che si riduce e scelte dal doppio valore.
Ranieri dixit
“Cessione Goldaniga? Dobbiamo fare di necessità virtù, sperando che Hatzidiakos e Wieteska diano quello che sanno, anche se non stanno rendendo per quello che sono. Non li voglio incolpare ma non ci stanno facendo vedere il loro valore. Voglio di più da loro”. Parole di Claudio Ranieri dopo la sconfitta per 1-2 contro il Torino, parole dirette pur se con la consueta calma. Alle quali ha aggiunto un ulteriore dettaglio: “Io spero da allenatore che arrivi sempre qualcosa dal mercato, ma dipende da cosa trovi. Stiamo sereni e stiamo calmi, poi una volta chiuso il mercato proveremo a togliere il meglio dai giocatori che abbiamo”. La sostanza non è difficile da capire: il Cagliari avrebbe bisogno di un difensore di esperienza e la virtù che nasce dalla necessità nasconde una cessione, quella di Goldaniga, che ha tolto l’unico elemento con esperienza della categoria dalle possibili scelte di Ranieri. Così come l’infortunio di Sulemana ha confermato il bisogno di un’alternativa in mezzo al campo che possa dare maggiore forza e intensità. Senza dimenticare le assenze di Luvumbo e Oristanio che confermano la mancanza di giocatori tecnici e rapidi che possano rimpiazzarli, a maggior ragione considerando l’infortunio che ha tolto ogni speranza per il rientro di Mancosu. Tre cessioni e zero innesti, da una parte le partenze degli inutilizzati Capradossi e Pereiro – risoluzione per il primo, prestito alla Ternana per il secondo – ai quali si è aggiunta quella di Goldaniga, dall’alto il classico ritardo in entrata con il tema dell’indice di liquidità non sullo sfondo, ma direttamente sul palco a mostrare tutto il suo impatto.
Passato ed errori
Fare le nozze con i fichi secchi, ossia cercare di trovare soluzioni senza però avere a disposizione altro che creatività economica. Il risparmio sugli ingaggi dei tre giocatori ceduti dà l’occasione di avere un tesoretto, molto ridotto, per affrontare l’arrivo di uno o più innesti. Un problema che nasce da due scelte, una estiva e l’altra attuale. Intanto quella doppia di fine agosto, quando il Cagliari ha deciso di investire 7 milioni per due difensori arrivati dall’estero. Mossa legittima, le difficoltà di Wieteska e Hatzidiakos non escludono che possano mostrare la bontà della spesa nel lungo termine. Ma, allo stesso tempo, scelta che ha mostrato anche contro il Torino il difetto della visione del presente, con il tempo che scorre e una classifica che non può aspettare il loro ambientamento. Tanto che anche Ranieri, per la prima volta, ha messo da parte la carota usata fino a oggi verso il polacco e il greco per dare spazio al bastone. E non è un caso, tutt’altro, che in estate a lungo l’obiettivo fosse stato puntato su elementi più esperti, sia anagraficamente che per la Serie A, come Palomino e Ferrari. Liquidità che farebbe comodo in questo gennaio da ultima chiamata, ora o mai più, correggere per non rischiare troppo. Liquidità che eviterebbe un eccessivo tira e molla su Touré del Pisa, affare ancora in stand-by, e che avrebbe forse permesso l’arrivo poi bloccato di Verde dallo Spezia, poi finito nei radar della Super Lig turca e ora prossimo a vestire la maglia del Palermo. Infine, perché no, proprio di quel difensore cercato ad agosto, Palomino o simili.
Presente e scelte
Del senno del poi son piene le fosse, piangere sui milioni versati e farlo a posteriori è pratica fin troppo facile. Ma non è solo il passato a indicare la via degli errori commessi, perché anche nel presente le scelte possono determinare. Ad esempio quella di sbloccare il mercato e sistemare momentaneamente l’indice di liquidità soltanto attraverso il risparmio su alcuni stipendi. Decisione legittima, ma non l’unica percorribile. Perché non si può dimenticare che tra le opzioni per risolvere il problema economico c’è anche quella di un nuovo finanziamento da parte della proprietà, rappresentata per il Cagliari dalla Fluorsid e dunque dal presidente Tommaso Giulini. Quindici i milioni immessi nelle ultime stagioni, ma con la possibilità scritta nero su bianco nel Bilancio 2022-23 di nuova liquidità da iniettare nelle casse rossoblù. E qui entra in gioco un discorso semplice di natura prettamente economica, da una parte una nuova apertura dei cordoni della borsa, dall’altra il rischio concreto di una retrocessione che sarebbe un vero e proprio bagno di sangue. Tornare in Serie B dopo una sola stagione garantirebbe sì il paracadute, non dal valore di 25 milioni come per chi retrocede dopo almeno tre stagioni consecutive in A, ma piuttosto per un totale di 10 milioni: una cifra lontanissima dalla differenza dei diritti tv, nell’ordine di 30 milioni di euro circa. E senza un taglio del monte ingaggi sostanziale dopo quello già messo in atto dopo la discesa in cadetteria del 2022 e completato la scorsa estate. Giorni dunque difficili quelli che accompagneranno il club fino al primo giorno di febbraio, ultima chiamata per supportare Ranieri nella corsa salvezza con i fatti. Con un calendario che da favorevole diventa improvvisamente complicato e con la conferma di una squadra che ha bisogno di essere aiutata con forze nuove e immediatamente utilizzabili. Al contrario l’apnea sarà la compagna di viaggio del Cagliari fino al 26 maggio, con tutti i rischi del caso.
Matteo Zizola














