Sogni che diventano desideri, desideri che possono avverarsi o meno, piani A e piani B per costruire la rosa che dovrà raggiungere l’obiettivo. Il calciomercato, insomma. Con in cima l’aspetto spesso dimenticato, quello del bilancio che per il Cagliari è diventato linea guida nell’estate del 2023. Motivazioni, aspetti tecnici, aspetti economici, dama (Nereo Bonato dixit). Soprattutto i conti non possono che incidere nelle scelte tra chi arriva e chi parte. Nella speranza di Claudio Ranieri e dell’ambiente che si siano limitati al minimo gli errori e che oltre allo scudetto del bilancio arrivi anche il risultato sportivo.
Addii e tesoretto
La premessa è d’obbligo. Le cifre che costruiscono l’analisi tra entrate e uscite sono frutto di informazioni che, a volte, vengono poi limate dal nero su bianco del conto economico ufficiale. Che, come da copione, sarà reso noto soltanto tra più di un anno, quando l’estate del 2023 sarà parte del bilancio 2023-24. Un mercato che non è ancora chiuso, almeno alla voce cessioni. Ma, di fatto, i nomi di Capradossi, Kourfalidis, Pereiro e Desogus – sempre che lascino la Sardegna – difficilmente sposterebbero in maniera sostanziale le cifre a oggi 31 agosto. Cifre che parlano di scelte con una linea comune fatta di alcuni fattori: investimenti immediati su profili futuribili o comunque da possibile futura plusvalenza, monte ingaggi a evitare stipendi fuori dai nuovi parametri – leggasi un tetto tra il milione e il milione e mezzo bonus inclusi – e, infine, le scommesse da rilanciare praticamente a costo zero e poi si vedrà . Partendo dalle cessioni il Cagliari ha fin da subito raccolto un tesoretto importante lasciando andare chi, già dalla passata stagione, aveva salutato la Sardegna in prestito con obbligo o diritto di riscatto. E così Cragno è stato prima acquistato dal Monza per i 4 milioni stabiliti per poi passare al Sassuolo senza ulteriori effetti per le casse rossoblù. Walukiewicz è restato a Empoli, un milione la spesa dei toscani per prelevarlo a titolo definitivo. Stesso destino per Marin, prestito di fatto rinnovato a titolo gratuito e diritto di riscatto a 2 milioni, con il 50% sulla futura rivendita in mano al Cagliari e 300mila euro – in caso di acquisto – da versare all’Ajax come da accordi dell’estate 2019 (15% sulla rivendita). Sempre dalla Toscana sono due i milioni arrivati in Sardegna nell’affare Vicario-Tottenham, quella percentuale del 20% sulla plusvalenza della futura rivendita girata dal club di Corsi a quello di Giulini. La cessione più remunerativa quella di Bellanova al Torino, sette i milioni per il passaggio alla corte di Juric più uno di bonus step dopo step fino alla centesima presenza in granata. E se i vari addi di Millico, Falco, Cerri, Barreca, Travaglini e Prelec non hanno portato alcuna liquidità tra scadenze contrattuali e prestiti gratuiti, l’affare con il Venezia che ha visto arrivare in Laguna Altare e Lella varrà un totale tra i 2,5 e i 3 milioni di euro. Una parte subito – la cessione a titolo definitivo del centrocampista pugliese – e una a giugno qualora i veneti riscattassero il difensore usufruendo del diritto o costretti dall’obbligo in caso di promozione in Serie A. Con il Genoa diretto interessato per via del 50% sulla futura rivendita del centrale ex Olbia in mano ai liguri. In totale sono così 15 i milioni – euro più euro meno – incassati dal Cagliari in questo mercato, più quelli che potrebbero arrivare per eventuali riscatti a giugno e sempre al netto di discrepanze minime tra quanto noto e quanto verrà poi pubblicato nel bilancio 2023-24.
Investimenti
Come detto il mercato in entrata ha seguito due strade parallele. Quella degli investimenti con sguardo sul medio termine e quella dei profili da rilanciare riducendo al minimo i rischi per il bilancio e lasciando che sia il campo a determinare la scelta sulla spesa o meno. Il primo caso è quello che riguarda Wieteska, cinque i milioni messi sul piatto dal Cagliari per portarlo in Sardegna. Con una preferenza netta rispetto al passato per l’esborso sul cartellino piuttosto che sull’ingaggio al calciatore, in nome di una sostenibilità generale che vada oltre i nomi. Il difensore polacco, infatti, fa parte di un altro aspetto sfruttato durante questa sessione, quello del decreto crescita. Un milione lo stipendio lordo, che al netto diventa una cifra intorno ai 700mila euro annuali contro i classici 500mila senza la tassazione agevolata per chi arriva dall’estero. A fare compagnia all’ex Clermont tra gli innesti al centro della difesa il greco Hatzidiakos, in attesa dell’ufficialità prevista per domani 1 settembre. Il quasi ex AZ Alkmaar, impegnato stasera nel ritorno dei preliminari di Conference League, è stato pagato 1,5 milioni di euro di parte fissa più mezzo milione di bonus, con un ingaggio da 600mila euro netti all’anno. L’investimento più oneroso quello per Prati dalla Spal, cinque i milioni versati ai ferraresi più due di bonus. Quattro invece quelli incassati dall’Hellas Verona per Sulemana, due quelli dalla Sampdoria per Augello – con ingaggio da 500mila euro a stagione – e un milione la spesa per rispettivamente Jankto dal Getafe, Scuffet dal Cluj, per il riscatto di Di Pardo dalla Juventus e, infine, per il prestito oneroso di Shomurodov con la Roma. Proprio l’uzbeko, assieme all’ultimo arrivato Petagna, è la scommessa a rischio quasi zero. Riscatto a nove milioni per l’ex Genoa, otto invece quelli fissati come prezzo il prossimo giugno per l’attaccante arrivato dal Monza che, al contrario di Shomurodov, è stato prelevato in prestito gratuito. Con un aspetto da non sottovalutare, quello delle motivazioni dimostrate dalla scelta economica di Petagna. L’ingaggio da 2,5 netti a stagione che il ventottenne triestino ha limato al ribasso e sul quale ci sarà comunque il contributo del 50% da parte del club brianzolo. Non solo, ma in caso di riscatto lo stipendio di Petagna sarà al di sotto del milione e mezzo netto. E sempre a costo zero e, anzi, con possibile guadagno per valorizzazione, anche Oristanio dall’Inter. Prestito gratuito, ingaggio da 250mila euro netti, riscatto fissato a 4 milioni di euro e controriscatto in favore dei nerazzurri a 4,5 milioni. Il totale delle uscite arriva dunque a 22 milioni, euro più euro meno e senza ovviamente considerare eventuali futuri riscatti il prossimo giugno.
Sette milioni di saldo negativo insomma, che andranno confermati dal bilancio nero su bianco. Ma che di base danno il peso della rivoluzione per la Serie A, tra un monte ingaggi limato al ribasso rispetto all’ultima esperienza nella massima categoria e una visione verso il futuro data dalla scelta di profili giovani e di prospettiva.
Matteo Zizola














