Se non fosse per quella lunga chioma, unita a una folta barba scura, difficilmente lo noteresti in campo così come l’attaccante da lui preso in carico. E per un difensore centrale questo non è un insulto, anzi. Dopo soli due mesi Sebastiano Luperto, in silenzio, si è già ritagliato un ruolo di peso all’interno del Cagliari di Davide Nicola.
Back home
A Lecce, nello stadio della sua città, l’ex capitano dell’Empoli si è fatto notare eccome, risultando tra i migliori al termine della gara persa dai rossoblù per 1-0. Certo, sulla sua prestazione pesa la marcatura sbagliata sull’angolano Gaspar in occasione della rete di Krstovic: l’ex Estrela Amadora gli prende il tempo per saltare e mettere al centro dell’area la palla che poi il centravanti montenegrino spingerà alle spalle di Scuffet. Ma è l’unica sbavatura di una buona gara, iniziata con un perfetto salvataggio sul solito Krstovic, messo in azione da un retropassaggio sbagliato di Mina verso il portiere rossoblù. Luperto era là, al centro dell’area, ultimo baluardo dei pali cagliaritani, a respingere il tiro del numero 9 giallorosso. Il resto del match lo ha visto più presente del solito in zona offensiva, grazie anche alla superiorità numerica dovuta al rosso estratto da Fabbri all’indirizzo di Dorgu, oltre a garantire la consueta copertura in fase difensiva. Al termine della gara è stato lui, insieme a Nicola, a presentarsi davanti ai cronisti per commentare una gara sostanzialmente dominata da un Cagliari volitivo, ma incapace di riuscire a mettere la palla alle spalle del portiere di casa Falcone. “Dovevamo gestire meglio la partita, specialmente nel momento in cui si aprivano gli spazi avremmo dovevamo sfruttarli di più”, ha detto Luperto in sala stampa, parlando anche di “troppa frenesia”. Qualcosa di inaspettato, vista la grande organizzazione mostrata dal Cagliari a livello tattico nelle prime uscite stagionali, quando a una notevole intensità si era accompagnata una buona dose di lucidità nelle scelte e nelle letture dei tempi dell’azione.
Ricordi
I primi mesi dell’ex capitano dell’Empoli in rossoblù sono stati certamente postivi. Aiutato dalla conoscenza del tecnico piemontese, avuto negli ultimi mesi della sua esperienza a Empoli, il 28enne leccese si è subito inserito al meglio nei meccanismi del nuovo progetto tattico rossoblù, basato sulla difesa a 3. Che ha visto Luperto immediatamente protagonista, anche nell’aiutare i nuovi compagni a recepire le richieste di Nicola. Intoccabile nel ruolo di braccetto sinistro, dopo aver fatto il centrale nella seconda parte della stagione scorsa. Ma quella posizione spetta a Yerry Mina, con cui sembra già aver sviluppato una buona intesa, per quanto in questa direzione il lavoro da fare sia ancora tanto. A cominciare dalla prima sosta stagionale per gli impegni delle nazionali: due settimane utili per inserire in squadra Gianluca Gaetano, che Nicola ha volutamente lasciato a guardare i compagni giocare durante Lecce-Cagliari, ma che alla ripresa del campionato come il resto della squadra dovrà essere pronto a dare il suo contributo alla causa rossoblù. Anche perché a Cagliari arriva il Napoli, avversario tutt’altro che comodo e banale. Sia ovviamente per il trequartista di Cimitile, arrivato dal club di De Laurentiis nelle ultime ore del mercato estivo, che per lo stesso Luperto, cresciuto nel settore giovanile partenopeo. Con la maglia azzurra il 28enne leccese ha fatto l’esordio in Serie A nella stagione 2014-15, giocando una decina di minuti nel 3-0 con cui la squadra allora allenata da Rafa Benitez sconfisse il Milan di Pippo Inzaghi (3 maggio 2015). A quella prima presenza ne seguirono altre 28, coppe europee comprese (2 in Champions League, 4 in Europa League), lavorando con difensori di livello internazionale come Koulibaly e Raúl Albiol e con allenatori come lo stesso Benitez, Sarri, Gattuso e soprattutto Ancelotti, quello che gli ha dato la fiducia maggiore con la maglia del Napoli. Poi la scelta di andare a Empoli, diventando in poco tempo una colonna sia in campo che fuori, tanto da guadagnarsi la fascia da capitano e il rispetto della piazza.
Leader
Ma è a Cagliari che Luperto vuole scrivere un nuovo capitolo della sua carriera. Inseguito a lungo durante l’estate, accomunato dallo stesso destino del suo allenatore anche come lieto fine, dopo una trattativa lunga e travagliata, con la firma arrivata quando ormai sembrava che la fumata bianca non arrivasse più. “Ho scelto Cagliari perché è una grande piazza. Non ho avuto nessun tentennamento, ma solo bisogno di qualche giorno per parlarne con la mia famiglia. Ma ripeto, non ho avuto nessun dubbio nello scegliere Cagliari, sono fiero ed entusiasta di averlo fatto”, disse dalla sala stampa del palasport di Chatillon durante la conferenza stampa di presentazione, per allontanare con forza le nubi che avevano fatto da sfondo alla trattativa legate al possibile inserimento di Torino e Fiorentina. Fin dal primo giorno di ritiro ha regalato buone sensazioni a chi ha seguito gli allenamenti in tribuna, confermando tutto nelle prime gare ufficiali. Due assist per Piccoli (uno in Coppa Italia con la Carrarese, l’altro in campionato contro il Como) e tanta personalità, ma senza eccedere in comportamenti vistosi e plateali sia nei confronti dei compagni che degli avversari. Un leader silenzioso, che non ha avuto problemi a raccogliere l’eredità di Alberto Dossena, ceduto in estate al Como dopo due ottime stagioni in Sardegna. Alla ripresa del campionato contro il Napoli Nicola ripartirà anche dalla solidità di Luperto, che negli anni di Empoli ha imparato a soffrire per raggiungere l’obiettivo salvezza ed è pronto a farlo anche con la maglia del Cagliari, di cui è diventato in breve tempo una pedina insostituibile.
Francesco Aresu