Un inizio certamente diverso dalle attese di tutti, da Claudio Ranieri ai tifosi, con numeri impietosi – cui il tecnico romano è sempre stato attento – che testimoniano un momento grigio tendente al nero. È facile immaginare che forse solo in qualche brutto sogno Eldor Shomurodov avrebbe pensato di vivere una prima parte di esperienza con la maglia del Cagliari così.
Arrivato nel ritiro valdostano di Chatillon come unico rinforzo nel reparto offensivo prima dell’arrivo di Petagna in chiusura di mercato, in tanti hanno riposto fin da subito grandi aspettative sull’attaccante uzbeko. Il 28enne di Jarkurgan era reduce dalla retrocessione in B con la maglia dello Spezia, dopo aver vissuto un anno e mezzo più che agrodolce a Roma, con i giallorossi che lo avevano acquistato dopo la buona stagione vissuta con il rossoblù del Genoa, coronata da 8 reti e un assist all’esordio in Serie A. In quell’annata (2020-21) si videro sprazzi di genialità propria di un attaccante atipico, in possesso di un grande fisico ma anche di una buona tecnica, in grado di giocare sia da prima che da seconda punta. Fin dai primi allenamenti di Shomurodov allo stadio Brunod di Chatillon, però, agli occhi dei presenti è emersa subito una verità: una condizione fisica preoccupante, dovuta a una prima parte di estate da separato in casa a Roma, con Josè Mourinho che dal primo giorno di ritiro lo ha estromesso dal gruppo di lavoro giallorosso.
Cifre preoccupanti
“Shomurodov vuole fare un grande campionato, ieri nella mezz’ora in cui ha giocato ha avuto due buone opportunità da rete che non sono state concretizzate per dettagli. Ha già capito cosa voglio da lui, sta lavorando molto bene e questo mi fa molto piacere”, disse Ranieri nella conferenza stampa di chiusura del ritiro in Val d’Aosta, dopo l’amichevole vinta con il Como. Il tecnico romano ne ha sempre parlato bene, cercando di tenere alto il morale dell’uzbeko apparso in difficoltà, soprattutto sul fronte della tenuta atletica. Poca autonomia, insomma, aspetto che ha costretto Sir Claudio a tenerlo ai margini nelle quattro gare ufficiali fin qui giocate dal suo Cagliari. Soli 78 minuti giocati in campionato dal numero 61 rossoblù, cui si sommano i 35 in Coppa Italia contro il Palermo. I dati statistici elaborati da Opta non mentono: 35 palloni toccati, con 11 palle perse e 13 passaggi positivi, con un unico dribbling riuscito. Ma è la distribuzione geografica dei tocchi di Shomurodov a preoccupare per una punta: solo 4 in area avversaria, di cui 2 poco oltre il limite e altri 2 sul lato corto della stessa. Numeri diversi da Pavoletti (30 palloni toccati, di cui 9 in area avversaria) e Petagna (17 palloni toccati e 7 nell’area ospite), che pure hanno giocato meno dell’uzbeko.
In cerca di riscatto
“Eldor sta entrando piano piano in condizione e sarà utile”, Ranieri dixit nel postpartita contro l’Inter, dopo aver concesso a Shomurodov cinque minuti scarsi, senza segnali positivi. Eppure il tecnico di San Saba crede tanto nei mezzi dell’ex Genoa e Roma, chiamato a cambiare radicalmente passo nelle prossime settimane. La parentesi in nazionale – l’Uzbekistan nei prossimi giorni sfiderà Stati Uniti e Messico in amichevole – potrebbe permettergli di respirare un’aria meno pesante, restituendogli fiducia. Ma l’esame vero saranno le prossime gare in Serie A, a cominciare da quella di domenica 17 settembre contro l’Udinese, avversario tradizionalmente ostico per i rossoblù. Con Petagna e Pavoletti acciaccati, Shomurodov si candida a essere il primo cambio per dar peso all’attacco, che ora si regge su quadricipiti e polpacci di Zito Luvumbo, di gran lunga la punta più in forma nella faretra di Ranieri. Servirà il contributo di tutti per evitare le libecciate e l’allenatore romano lo sa bene: a Shomurodov il compito di trasformare mugugni e fischi in applausi, senza troppe parole ma con i fatti. Che, nel suo caso, si chiamano gol.
Francesco Aresu














