Una legge quasi non scritta. Una consuetudine finita per essere rispettata da tutti gli allenatori. E che potrebbe ripetersi anche in futuro, soprattutto guardando al profilo di chi è vicino a sedersi sulla panchina del Cagliari. Alessandro Deiola nonostante i dubbi e i limiti si è preso anche nell’ultimo anno il suo ruolo da protagonista all’interno della squadra guidata fino a maggio scorso da Claudio Ranieri. Un ruolo che potrebbe essere reinterpretato anche nel prossimo campionato.
Equilibratore
“Ogni squadra deve avere equilibrio e Alessandro mi da equilibrio”, aveva detto Claudio Ranieri a marzo scorso. Quasi uno scherzo del fato, visto che si trattava della vigilia della sfida contro l’Empoli diretto da quel Nicola che è sempre più vicino a diventare ufficialmente il nuovo allenatore del Cagliari. Ventisette le presenze totali nell’ultima stagione, con un cambio di passo però arrivato dalla sfida con la Lazio in poi. Dalla gara con la squadra capitolina sono state dodici, sulle quattordici partite restanti, le gare giocate da titolare. Una saltata per squalifica, quella contro l’Inter, l’altra, con la Juventus, giocata da subentrato nel finale. A testimonianza di come l’importanza sia cresciuta nel frangente in cui al Cagliari serviva maggior concretezza. Con il fattore appartenenza a sostenere il peso dei compiti di un ruolo delicato in mezzo al campo. Compiti interpretati con un atteggiamento che potrebbe far breccia in un allenatore che del carattere ha fatto sempre una prerogativa per i suoi giocatori.
Trait d’union
Chi è passato sulla panchina rossoblù negli ultimi anni non ha quasi mai rinunciato al classe ’95. Sin dall’esperienza di Diego Lopez fino, appunto, a un Claudio Ranieri che tra cadetteria e Serie A ha trovato un appoggio importante per tenere alta l’attenzione del gruppo sugli obiettivi finali. Ancor di più nell’ultimo anno, quando il centrocampista di San Gavino è stato tra i giocatori più continui dati i problemi fisici di altri leader, a partire da Leonardo Pavoletti. Guardando al futuro, in attesa delle ufficialità necessarie, Deiola potrebbe candidarsi allo stesso incarico anche con un Davide Nicola che dell’unione tra intensità ed emozioni ha fatto un mantra della propria carriera. Se sulla panchina il profilo ricercato era quello di un tecnico anche emotivamente capace di raccogliere l’eredità di Claudio Ranieri, anche l’allenatore che approderà in Sardegna avrà però bisogno di un giocatore in grado di trasformarsi in un connettere sul campo. Di un elemento capace di trasmettere determinati valori e da cui capire come prendere le redini di un gruppo che sarà rinnovato ma avrà ancora in parte i difetti e i pregi del passato. Gruppo che nel sangavinese avrà comunque un esempio, vista la fascia al braccio quando in campo non ci sarà Pavoletti. A dare un supporto in più alla candidatura di Deiola potrebbe essere anche la possibile idea di gioco del tecnico piemontese, che potrebbe sposarsi con le caratteristiche del mediano isolano. Con la preferenza per un uomo che sappia agire da puro incontrista a metà campo resa evidente anche nell’ultima esperienza empolese a dare qualche chance in più nella lotta per un posto da titolare. I calcoli, al momento, sembrano però prematuri. Resta comunque una certezza. Quella della legge non scritta che potrebbe ancora ripetersi. Quella che vede Alessandro Deiola al centro del progetto rossoblù. Perché a volte il cuore e la fede pesano di più degli errori.
Matteo Cardia














