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Cagliari, scelte e imprevisti: sulla partenza pesa anche il nodo infortuni

Il momento dell'infortunio di Zito Luvumbo durante Cagliari-Milan | Foto Luigi Canu
Il momento dell'infortunio di Zito Luvumbo durante Cagliari-Milan | Foto Luigi Canu
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Prevenire, gestire, non rischiare, sperare che l’imprevisto non sia qualcosa che diventi abitudine. Verbi ed espressioni che rientrano nel vocabolario di una stagione sportiva, quella in cui la parola “infortunio” sarebbe quella che nessuno vorrebbe cercare mai. Un desiderio che per il Cagliari è rimasto tale, mentre la realtà presentava un conto salato sin dall’inizio del pre-ritiro di Asseminello lo scorso luglio.

Allarme

L’infortunio di Marko Rog era stata la prima, brutta, avvisaglia. Il ginocchio a fare ancora un movimento innaturale, l’urlo, lo spavento che si mischiava alla paura di doversi fermare nuovamente a lungo poi confermata dagli esami. Ma da quella sera della prima amichevole in Valle d’Aosta con la Roma, gli eventi sono sembrati susseguirsi. Prima Lapadula, poi Mancosu, entrambi bisognosi di tornare sotto i ferri prima di iniziare realmente la propria stagione. Entrambi provenienti da un’annata precedente stressante a livello fisico, con dolori forse nascosti dalla voglia di esserci e dalle necessità della squadra durante la fase calda dei playoff. E che all’inizio del percorso di preparazione più intensa hanno dovuto alzare bandiera bianca, quasi inaspettatamente. Come se si fosse voluto attendere per sperare di non doversi privare di due giocatori che nello scacchiere ideato da Ranieri, anche per la massima serie, rappresentavano due pedine fondamentali. Una decisione che con il senno di poi ha però pesato fino a quasi risultare tardiva, in un inizio di stagione in cui a mancare sono carattere ed esperienza.

Mistero

La gestione dell’infermeria anche nelle prime settimane di campionato ha lasciato però qualche domanda aperta. Un periodo in cui l’entità dei problemi ha avuto valore diverso con il passare dei giorni, come già era accaduto con Jacopo Desogus, il cui problema alla caviglia è diventato via via di più difficile lettura vista l’assenza dal gruppo sin dalla prima settimana di lavoro senza però ulteriori novità. Così Mancosu ha dovuto di nuovo dire stop dopo il ritorno a disposizione a causa di una elongazione dei flessori della coscia sinistra, conosciuta prima della gara con la squadra di Italiano, mentre Jakub Jankto è fermo dall’ultima settimana di settembre a causa di una gastroenterite che pare aver avuto effetti severi sulla condizione del giocatore costretto a saltare le sfide con Atalanta, Milan e appunto Fiorentina. A chiudere, il caso di Zito Luvumbo, con i crampi diventati nei giorni un affaticamento muscolare che ha portato l’angolano a non essere a disposizione neanche per uno scampolo di partita in Toscana.

Problemi che paiono avvolti da un leggero alone di mistero, ma che soprattutto si scontrano con quello che è il momento vissuto dalla squadra. Con scelte del passato obbligate che presentano il conto e guai fisici tenuti lontani il più possibile da occhi che potrebbero diventare indiscreti, in un momento in cui il gruppo cerca la serenità ma soprattutto si interroga su come risollevare la testa. Cercando di immaginare soltanto il momento in cui tutto sarà risolto.  

Matteo Cardia

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