Ancora un lunch match, ancora un’opportunità per rendere le mura della Unipol Domus davvero amiche. Si avvicina l’impegno di sabato 16 aprile alle 12:30 per il Cagliari di Walter Mazzarri contro il Sassuolo. Un match che potrebbe essere più segnato dai modi differenti di intendere il calcio dei due allenatori che dai pochi precedenti di una sfida che, fino ad ora, ha visto spesso regnare l’equilibrio.
I precedenti
La x è il segno preferito negli incontri tra le due squadre. Sui quindici incontri totali la partita si è fermata per dieci volte sul pari: si tratta, con il 67%, della sfida con la più alta percentuale di pareggi tra club che si sono affrontati almeno per 12 volte in Serie A. Cagliari e Sassuolo si accontentano di un solo punto da cinque incontri consecutivi. Nel massimo campionato, nell’era dei tre punti, solo il confronto tra Milan e Brescia (sei tra il 1998 e il 2002) e quello tra Inter e Roma (sei tra il 2018 e il 2021) ha avuto vita più lunga. Sul fronte vittorie, i rossoblù hanno portato a casa i tre punti due volte, i neroverdi tre. Successi, quelli isolani, arrivati tutti in casa, solo una vittoria esterna invece per gli emiliani, mentre i pareggi fatti registrare finora sono stati quattro. Risultati però arrivati con una media gol a partita alta (3.20), con i sardi che hanno segnato più della metà dei propri gol totali in Sardegna –12 su 21. Un dato che potrebbe trovare conferma anche in questa occasione se, da una parte, il Cagliari dovesse migliorare le proprie performance offensive, dall’altra se il Sassuolo dovesse rispettare il dato che la vede come la seconda squadra per tiri effettuati nei cinque maggiori campionati europei con 225, dietro solo al Bayern che conduce la classifica con 244, e soprattutto come l’attacco più performante in Serie A nell’anno solare (28 gol in 13 partite).
Attenzione
All’andata finì 2-2, con un Cagliari capace di soffrire ma anche in grado di riacciuffare il pareggio per ben due volte, prima grazie all’ultimo gol di Keita Balde in campionato e poi con il rigore firmato da Joao Pedro. Era però, almeno per i neroverdi, un periodo complicato, diverso da quello che la squadra di Dionisi sta vivendo da metà febbraio 2022. Nelle ultime otto giornate di Serie A solo la Roma (18) ha guadagnato più punti del Sassuolo (cinque vittorie, due pareggi, una sconfitta). Scamacca e compagni hanno realizzato 19 gol nel periodo (2.4 di media a match), più di qualsiasi altra formazione nello stesso lasso di tempo. Considerando solo il girone di ritorno, il Sassuolo sarebbe sesto con 22 punti, il Cagliari invece – dopo la partenza sprint nel 2022 – sarebbe dodicesimo a quota 15 (1.2 di media). Un dato comunque nettamente più alto rispetto ai 0.5 punti di media fatti registrare dagli uomini di Mazzarri nel girone d’andata. Ai rossoblù manca tuttavia un risultato utile dal 27 febbraio (1-2 sul Torino) e una nuova sconfitta, dopo le cinque già messe in fila (record negativo per Mazzarri su una panchina di Serie A), significherebbe eguagliare il triste record con Di Francesco in panchina nel gennaio 2021. Per invertire il trend agli isolani servirà una prova d’orgoglio ma anche tanta attenzione difensiva, soprattutto sui calci da fermo, visto che la difesa isolana è stata quella più punita in campionato su queste situazioni con 24 reti subite.
Ultimi metri
Mazzarri nell’ultimo scontro si è affidato alla coppia Joao Pedro-Pavoletti, fondamentale nella scorsa stagione per raggiungere una salvezza insperata. Il capitano rossoblù dopo un periodo di flessione è andato in rete per due gare consecutive senza però che questo significasse vittoria. Pavoletti potrebbe essere confermato come spalla in una partita che vive da ex di turno: il livornese ha una buona tradizione con i neroverdi, a cui ha segnato quattro gol in carriera, solo contro la Sampdoria il numero 30 ha fatto meglio in carriera con sei. Lovato e compagni dovranno invece fare attenzione al solito Berardi, che ha preso parte a dieci reti in undici partite giocate contro il Cagliari e a oggi è il miglior assist-man della Serie A (11), ma soprattutto ad Ahmed Traorè. Il talento dell’ivoriano è definitivamente sbocciato: oltre ad aver siglato tre gol nelle ultime due partite, Traorè è uno dei soli sei centrocampisti nati a partire dal 2000 ad aver preso parte ad almeno 25 gol nei maggiori cinque campionati europei in carriera, insieme a Jadon Sancho, Dejan Kulusevski, Phil Foden, Bukayo Saka e Florian Wirtz.
Matteo Cardia