Dieci giornate alla fine della Serie A, partendo dalla sfida contro il Monza di sabato 16 marzo alle ore 15, con un unico obiettivo chiamato salvezza da perseguire. Così per il Cagliari e così per Claudio Ranieri, a caccia della seconda impresa dopo quella della promozione nella serata di Bari. La chiusura di un cerchio aperto oltre trent’anni fa, con la possibilità nemmeno tanto remota di un futuro da scrivere ancora insieme.
Matrimonio
“Io ho sempre le idee chiare. Ora la mia idea chiara è centrare la salvezza che è la cosa più importante per tutti noi e per l’Isola. Ho un contratto che finisce tra un anno”. Ranieri ha risposto così sul suo futuro nella classica conferenza stampa a 48 ore dal match contro il Monza. Ribadendo, di fatto, le parole del presidente Tommaso Giulini dopo la sconfitta interna contro la Lazio, ultima prima dei quattro risultati utili consecutivi: “Lui ha dichiarato che questa sarà la sua ultima squadra di club e lo sarà fino all’ultimo giorno di contratto se lo vorrà”. Il patron rossoblù, in sostanza, ha lasciato carta bianca a Sir Claudio sul futuro. Accordo fino a giugno 2025, la salvezza da centrare prima di tutto e poi la decisione se chiudere dopo una stagione e mezza la sua seconda esperienza in Sardegna o se, al contrario, provare ad alzare l’asticella per un ultimo giro di giostra, una Last Dance firmata Ranieri. L’allenatore romano, peraltro, è apparso più combattivo nelle ultime settimane, confermando la propria voglia di campo e di emozioni, oltre a un legame con la piazza rinsaldato dai problemi di questo campionato e da una spinta del pubblico mai venuta meno nonostante le difficoltà nei risultati. Una questione, secondo Ranieri, anche se non soprattutto di onestà intellettuale, di annunciare senza troppe promesse e mantenere la parola data e detta. E che passerà inevitabilmente da salvezza e programmi, perché difficilmente Ranieri vorrà vivere un’altra stagione di lacrime e sangue.
Nuovi orizzonti
Una squadra, il Cagliari, che nelle ultime settimane, dopo la crisi di governo post Lazio, è apparsa sempre più a immagine e somiglianza del suo tecnico. E che, dunque, potrebbe diventare la base per ripartire con l’idea di salire un ulteriore gradino verso un piano più alto della Serie A. Certo, il futuro parla di un gruppo se non da ricostruire, perlomeno da sistemare in quasi tutti i reparti. Partendo da un attacco che tra questioni anagrafiche – Lapadula, Pavoletti e Viola – e tra addii quasi certi – Petagna e Shomurodov, senza dimenticare le questioni legate ai prestiti di Oristanio e Gaetano – dovrà essere rinnovato praticamente in toto. Con il solo Luvumbo come uomo mercato, ma anche come possibile unica conferma nel reparto avanzato. Così come in mezzo al campo l’addio di Nández dovrà essere superato, mentre in difesa si dovrà valutare la situazione di Mina senza contare la valutazione prettamente tecnica. Tutti nodi che però passeranno inevitabilmente dalla scelta sul progetto tecnico, carta bianca in mano a Ranieri, la cambiale del presidente Giulini utile per ricompattare e tenere unito l’ambiente. Garanzie reciproche, da quelle che chiederebbe Sir Claudio per non rischiare di sporcare il più o meno recente passato a quelle che la società attende sulla voglia dell’allenatore romano di ritardare la chiusura del cerchio annunciata fin dalla prima giornata di campionato. Una voglia che nelle ultime gare è apparsa decisamente maggiore, come se la svolta mentale dei suoi giocatori sia andata di pari passo con quella di un tecnico che non appare intenzionato al capolinea. Prima, però, c’è da raggiungere una salvezza fondamentale, poi si vedrà. Con Ranieri pronto a presentarsi davanti al bivio tra l’uscita di scena da protagonista o il tentativo, con annesso rischio, di essere il deus ex machina di un nuovo Cagliari con diversi obiettivi e da consolidare senza troppi patemi in Serie A.
Matteo Zizola