L’arrivo a Cagliari quasi in sordina, anche generando sorpresa negli addetti ai lavori e curiosità nei tifosi, poi le prime ottime impressioni in ritiro in Valle d’Aosta, il buon impatto con la Serie A e ora le prime difficoltà in Sardegna. Ibrahim Sulemana è stato il primo acquisto dei rossoblù dopo il ritorno in A. Quando i segnali del mercato si aspettavano una virata sul suo ex compagno di squadra al Verona, ovvero Adrien Tameze, ecco la mossa di Claudio Ranieri e del direttore sportivo Nereo Bonato che ha spiazzato un po’ tutti: puntare sul 20enne ghanese per dare brio e fosforo al reparto nevralgico del campo, quello della mediana. I risultati di tale decisione si sono visti nell’immediato e hanno portato a frutti importanti anche se, ultimamente, Sulemana sta vivendo, così come tutto il Cagliari, un periodo di appannamento.
Momento
Nell’ultimo mercato estivo il suo acquisto da parte del Cagliari, appena tornato nei ranghi della Serie A, era stato salutato come una vera e propria mossa a sorpresa. Ben presto quello status si sarebbe trasformato però in certezza tattica per i sardi. L’attuale numero 25 del Cagliari ci ha messo poco tempo a entrare nelle grazie di Claudio Ranieri. Il tecnico romano, fin dai primi test estivi pre-season, ha riconosciuto nell’ex Hellas la grande capacità di essere un formidabile recuperatore di palloni, abilità data dalla sua grande attitudine al pressing alto sull’avversario di turno. L’inizio di stagione è stato sicuramente incoraggiante per Sulemana, soprattutto dal punto di vista delle prestazioni, tanto da essere passato presto da sorpresa di mercato a elemento imprescindibile per Ranieri nella mediana rossoblù (ha giocato titolare 6 partite su 8 in campionato, 7 su 9 se si considera anche il turno di Coppa Italia vinto per 2-1 ai supplementari contro il Palermo). Nell’ultimo periodo, però, la luce del numero 25 rossoblù in mezzo al campo si è progressivamente spenta e il Cagliari a lungo andare ne ha risentito parecchio. Diversi errori, tattici e di concetto sulle giocate, ne hanno condizionato il rendimento, finendo spesso e volentieri nel vortice delle critiche. La staffetta con Luvumbo dopo appena 39′ del primo tempo contro la Roma (e con un giallo sulle spalle dopo appena un quarto d’ora) è stata solo la conseguenza di un momento difficile per tutta la squadra rossoblù, chiamata alla risalita dal fondo classifica. Quella decisa da Ranieri non è stata una bocciatura diretta verso il giocatore, ma una mossa per cercare di raddrizzare una partita in quel momento già di per sé complicata per forza dell’avversario e risultato compromesso.
Numeri
In cosa deve crescere ancora il ghanese? Per esempio nei falli e nella loro gestione. Detto del cartellino ingenuo contro la Roma, il centrocampista rossoblù ha commesso solo due falli (dato Lega Serie A) che gli sono valsi due ammonizioni. Trovare la giusta malizia nel fermare l’azione avversaria senza per forza spendere un cartellino fa parte del bagaglio di esperienza che deve accrescere. Anche perché in realtà è un ottimo recuperatore di palloni (41 da inizio Serie A, sempre dati Lega). Solo Dossena (55) e Makoumbou (56) nel Cagliari fanno meglio. Unire alle ottime letture difensive anche un pizzico in più di intelligenza tattica potrebbe fargli fare un evidente salto in avanti alla voce duttilità durante i 90′. Deve anche crescere ancora nella gestione offensiva del pallone, spesso si è trovato con il possesso negli ultimi 25-30 metri ma ha sempre scelto l’appoggio facile. Per dire, nel Cagliari Luvumbo e Nandez con (9) sono i calciatori che hanno fatto più passaggi chiave, ossia a scavalcare la linea di difesa avversaria, Sulemana solo 2. Anche giocatori utilizzati in modo diverso o con meno minutaggio come Augello (6) e Oristanio (4) hanno fatto meglio. Dovrà essere bravo l’ex Verona a partire dalla Salernitana a prendersi qualche responsabilità in più in costruzione.
Futuro
Due settimane di allenamento in più sulle gambe, complice la seconda pausa stagionale per gli impegni delle nazionali, per rimettersi a lucido e guardare con maggiore fiducia a un impegno, quello contro la Salernitana, che potrebbe già valere un pezzo importante di salvezza nonostante le sole 8 giornate fin qui disputate. Proprio i campani, ora guidati da Filippo Inzaghi dopo l’esonero di Paulo Sousa, sono tra gli avversari che Sulemana ha affrontato di meno nella sua fin qui giovane carriera in Serie A (1 solo precedente nella stagione 2022-2023 con il Verona nel girone d’andata datato 9 ottobre 2022, mentre al ritorno – il 13 febbraio 2023 – aveva dato forfait per infortunio). Da quell’unica apparizione in gare ufficiali contro la Salernitana sono passati esattamente 375 giorni e ora Sulemana e compagni si ritroveranno di fronte proprio i granata, partiti così come i sardi con il freno a mano tirato in questa stagione di A e ancora alla ricerca del primo successo in campionato. Nel post partita contro la Roma, le parole in sala stampa del diesse rossoblù Nereo Bonato hanno tracciato la strada da seguire in un momento così delicato. “Facciamo tesoro degli errori mettendo tutti, a partire da me stesso, qualcosa in più per questo Cagliari”. Idee chiare, messaggio netto ma soprattutto la politica del lavoro come unica vera arma per poter risalire la corrente. Leggendo tra le righe, ciò che viene chiesto da parte di tutto l’ambiente rossoblù è un deciso e repentino cambio di passo nell’immediato. Il mese di ottobre che sta per volgere al termine dirà molto del futuro prossimo di questo Cagliari. Dalla Salernitana al Frosinone, finendo poi con il Genoa. Tutte squadre molto agguerrite e che combattono per ottenere la salvezza, lo stesso obiettivo che i rossoblù si sono prefissati prima di questa stagione di Serie A.
Modulo
La curiosità nei pochi giorni che separano il Cagliari dalla sfida di Salerno è capire che modulo sceglierà Ranieri, un 3-5-2, provato sia in campionato che in allenamento, o una difesa a 4 con due giocatori rapidi a sostegno di una punta, come visto anche nell’amichevole di Carbonia. Nel 4-3-3 o nel 3-5-2 per Sulemana i compiti potrebbero essere simili, con le richieste di Ranieri di agire come mezzala nelle due fasi con l’obbligo di fare da collante tra i reparti. In caso di ritorno, anche a gara in corso, al 4-4-2 lui dovrebbe aumentare il lavoro di filtro. In un contesto tattico che comunque a inizio stagione lo stava anche esaltando. E forse per il continuo ad alti livelli della sua stagione peserà tanto proprio l’adattamento a continui cambi tattici e soprattutto una maggiore confidenza con la posizione di tutto-campista agendo da mezzala. Per dinamismo, duttilità e voglia però sembra difficile immaginare una crescita del Cagliari senza una contemporanea crescita di Sulemana, che da sorpresa deve diventare già certezza.
Fabio Loi














