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Cagliari | Ruolo, duttilità e lavoro: Nicola plasma il nuovo Zappa

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Dal Ranierismo al Nicolismo. Due correnti calcistiche che hanno un modo di approcciare e interpretare calcio totalmente diverso ma che non disdesgnano di puntare sulle certezze. Anche se, all’onor del vero, Davide Nicola, rispetto al suo illustre predecessore sulla panchina del Cagliari, sta cercando, partita dopo partita, di dare una sua impronta diversa e ben precisa in questo inizio di stagione in Serie A, con un tipo di filosofia propositiva e posizionale. Un processo di crescita ma soprattutto di consolidamento quello voluto dal tecnico piemontese, il cui obiettivo è anche quello di dare un tocco di modernità calcistica all’undici cagliaritano, superando il concetto del semplice adeguarsi al ruolo assegnato e introducendo invece quello di nuova interpretazione e di rapida comprensione. E tra gli interpreti della rosa del Cagliari che stanno provando a intraprendere questa strada complessa ma nel contempo intrigante c’è sicuramente Gabriele Zappa.

Cambiamento

Con Ranieri al timone degli isolani, Zappa era il laterale destro del Cagliari – con Di Pardo, oggi al Modena, prima alternativa – sia della promozione dalla B alla A sia della permanenza in massima serie della scorsa annata. E con l’allenatore romano il numero 28 rossoblù ha anche trovato il suo primo gol tra i grandi contro il Genoa il 5 novembre 2023 nel 2-1 dell’Unipol Domus contro i liguri di Alberto Gilardino. “Il primo gol in Serie A è stata una gioia incredibile, lo sognavo fin da bambino. Ho aspettato per il Var e poi ho esultato, avevo le lacrime agli occhi”, dichiarò in quell’occasione un emozionato Zappa in conferenza stampa post partita. Certo, talvolta le sue prestazioni sul campo erano un po’ altalenanti in quanto a costanza. Tuttavia la fiducia nei confronti dell’ex prodotto del vivaio dell’Inter non è mai mancata, tanto è vero che alla fine della scorsa stagione Zappa è stato il terzo giocatore di movimento più utilizzato nella rosa del Cagliari con 2.559′ minuti giocati, dietro solo a Dossena – ceduto in estate al Como – con 2.979′ e Makoumbou con 2708′. Con l’arrivo invece di Davide Nicola sulla panchina rossoblù, Zappa è entrato da subito nel mondo moderno – calcisticamente parlando – dell’ex tecnico di Salernitana e Crotone. Svestiti i panni del laterale destro di corsa, l’ex Pescara è stata la prima vera “cavia” del cambiamento imposto dallo stesso Nicola. E infatti una delle principali novità del nuovo corso di casa Cagliari è stata proprio quella di arretrare il raggio d’azione di Zappa nella retroguardia a tre testata dall’allenatore rossoblù fin dal primo test precampionato contro la Primavera. “Io schierato da braccetto destro? È un ruolo che sento mio, devo migliorare alcune cose però sono pronto a mettermi in gioco”, affermò il 24enne difensore monzese ai nostri microfoni il 19 luglio scorso. Una posizione non del tutto inedita per lui, che l’aveva ricoperta fin dai tempi delle giovanili dell’Inter. Nonostante qualche perplessità iniziale tra gli addetti ai lavori e non su questa scelta e visti anche gli arrivi successivi nell’Isola di Luperto e Palomino, Nicola, almeno fino alle partite di campionato contro Parma e Juventus, ha mantenuto le proprie convinzioni su questo tipo di soluzione. Con una fiducia nei confronti del difensore classe 1999 in termini di impiego che è rimasta intatta anche con il cambio in panchina, al punto che Zappa, dopo sette giornate di campionato, è il giocatore più presente in gare ufficiali del Cagliari di Nicola come minutaggio con 765′ disputati, con Scuffet e Luperto alle sue spalle rispettivamente con 720 e 713 minuti totali.

Lavoro

“Nessuno nasce imparato”, dice un vecchio detto popolare. E se questa frase l’avesse pronunciata in epoca moderna Davide Nicola, la risposta dell’allenatore del Cagliari sarebbe stata senz’altro quella di puntare con costanza e sacrificio sul campo e sulla politica del lavoro. Dopo un periodo di assestamento e collaudo che ha ancora la scritta “lavori in corso” alla voce terzo di difesa, l’impiego di Zappa nella sua posizione storica di terzino destro ha dato invece alcune indicazioni di rilievo che meritano sicuramente di essere approfondite. Contro il Parma si è vista una versione decisamente diversa del numero 28 rossoblù, che ha fornito una prestazione matura, solida, attenta e anche propositiva, dimostrando che il ruolo di braccetto può aspettare e che essere largo sulla fascia, al momento, è la soluzione migliore da adottare. Contro la Juventus, nell’ultimo turno di campionato, Nicola, viste le buone risposte avute nella trasferta del Tardini, l’ha riproposto in quella posizione nella retroguardia a quattro davanti a Scuffet. Certo, il test, almeno nel primo tempo, non era più di tanto complicato visto che davanti a lui c’era un giovane di belle speranze e di qualità ma ancora in fase di rodaggio con i grandi come Mbangula. Nella ripresa, invece, è aumentato il livello di difficoltà con l’ingresso in campo di Yildiz, ma l’entrata in scena sul terreno di gioco dello Stadium del numero 10 bianconero ha responsabilizzato ancora di più Zappa e in qualche modo ha fatto sì che la sua prestazione salisse di giri. Magari è mancata un po’ di tecnica, visto che, dati Opta alla mano, nella gara di Torino i suoi cross sono stati soltanto 2 e i 21 passaggi positivi, così come non è da sottovalutare il dato riguardante i palloni persi (12). Tuttavia il coraggio è stato il prezioso alleato di Zappa nella sua zona di campo, con un più che lusinghiero terzo posto nei duelli aerei e in quelli totali (2). Qualcosa da rivedere, invece, c’è sugli intercetti (1) e sui palloni recuperati (2). In compenso, i margini per un miglioramento a tutto tondo come jolly difensivo del settore destro del campo, indipendentemente che sia da braccetto o da terzino, ci sono tutte. “Sta facendo gli straordinari”, ha dichiarato di recente Nicola su Zappa, che ripone in lui grande considerazione fin dai primi giorni di ritiro. Ora, in attesa della sfida della Domus contro il Torino alla ripresa del campionato, il numero 28 del Cagliari potrà lavorare ancora di più sulla propria duttilità, per entrare in pianta stabile nel mondo dell’interpretazione moderna del ruolo voluta da Nicola.

Fabio Loi

 

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