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Cagliari | Roma, tesoretto e mercato: i passi del prossimo futuro rossoblù

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Se Atene piange Sparta non ride. Con le dovute eccezioni, perché nella Serie A che parte oggi, sabato 17 agosto, sono pochi i club che possono permettersi libertà sul mercato. A far parte della maggioranza anche il Cagliari, con i rossoblù che dopo la fase uno – la caccia a profili più vicini al calcio di Davide Nicola – sono entrati in una fase due che tarda a partire nei fatti.

Pazienza
Dopo la vittoria in Coppa Italia contro la Carrarese ecco arrivare il momento della prima gara da tre punti. Poco più di 24 ore alla sfida casalinga contro la Roma – domani domenica 18 agosto alle 20:45 – e mentre Pavoletti e compagni si preparano per l’esordio in campionato, il direttore sportivo Nereo Bonato è in posizione d’attesa. Il completamento della rosa, necessità nota sia alla società che a Nicola, passa da una situazione economica che invita alla prudenza. In Sardegna come altrove, basti pensare al prossimo avversario dei rossoblù con i giallorossi alle prese con la grana Dybala, comunque convocato per lo scontro della Unipol Domus. Ma non solo. Perché l’esempio di Gianluca Gaetano calza a pennello. Da una parte il Cagliari che non vuole e non può sottostare alle richieste del club partenopeo, dall’altra proprio un Napoli con il mercato bloccato dalla mancata uscita di Victor Osimhen. I rossoblù hanno così deciso di restare alla finestra, provando a vincere la sfida attraverso l’arma del tempo e della volontà del classe 2000 di Cimitile. Chiamato alle armi in Sardegna anche dagli ex e probabilmente futuri compagni Yerry Mina e Nicolas Viola con i commenti al suo ultimo post social. Il Cagliari aspetta così le mosse del duo De Laurentiis-Manna, puntando le proprie fiches sul prestito con obbligo condizionato e senza andare oltre i 7 milioni totali per l’operazione. Soluzione resa possibile dal rinnovo del contratto di Gaetano con i partenopei, non più in scadenza tra una stagione ma nel 2027. Una trattativa che seppur segnata potrebbe andare avanti fino agli ultimissimi giorni di mercato, lasciando così Nicola in attesa del centrocampista offensivo mancante non solo contro la Roma, ma anche contro il Como. E con il piano B chiamato Hamed Traoré sullo sfondo.

Tesoretto
Il tentativo di abbassare le pretese del Napoli – e fare forza sulla volontà di Gaetano – risponde a logiche economiche che solo in apparenza si scontrano con il tesoretto citato da Bonato in apertura di stagione. Un termine che può essere travisato, perché di fatto le mani libere del Cagliari sul mercato riguardano più la forza contrattuale in uscita piuttosto che la possibilità di spendere senza problemi per le entrate. Perché l’indicatore di liquidità limita le operazioni, per i rossoblù come per quasi tutti i club di Serie A. Un aspetto economico differente dal bilancio, basato sulla solvibilità dentro dodici mesi e sul quale incidono, ad esempio, le soluzioni di pagamento delle diverse cessioni portate a termine dal Cagliari. Così, ad esempio, quella di Alberto Dossena al Como: per il bilancio con un segno più di 8 milioni di euro da poter mettere in toto nell’esercizio 2023-24, ma per l’indicatore di liquidità da considerare in maniera differente. Il club lombardo, infatti, pagherà il difensore ex Avellino in più rate e solo la prima può essere inclusa nei prossimi dodici mesi, quelli che contano per la solvibilità. Discorso simile per l’affare Sulemana con l’Atalanta. Il tesoretto, dunque, più che la possibilità di investire subito, ha permesso al Cagliari di non dover cedere per rientrare nei parametri e, soprattutto, mettere un primo mattone per la costruzione di un progetto stabile e futuribile. In una stagione che segue una salvezza necessaria per ripartire e l’obiettivo di consolidare ulteriormente la Serie A sotto la guida di Nicola, superando i problemi delle ultime annate e cercando, passo dopo passo, di crescere anche nei risultati. Partendo fin dalla gara contro la Roma, non più una partita con la mentalità da battuti in partenza, piuttosto con l’idea di poter far male anche alle squadre più strutturate. Solo con questo cambio di mentalità si potranno mettere nel cassetto i discorsi su tesoretto e mercato, senza però perdere di vista la necessità di migliorare la rosa.

Matteo Zizola

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