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Cagliari, riflessioni e paure: il Verona toglie ogni alibi ai rossoblù

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“Questa contro il Verona è stata una gara inaspettata. Non mi aspettavo questa prova dalla squadra dopo l’ultima settimana di lavoro e dopo le recenti prestazioni”. La disamina dopo il 2-1 a favore dell’Hellas sul Cagliari alla Unipol Domus nel turno numero 35 della Serie A è quella dell’allenatore dei sardi Walter Mazzarri. Un’uscita inattesa per il tecnico, un po’ meno guardando all’andamento recente dei rossoblù in campionato con sette “passi falsi” (eufemismo, che piace di recente, per dire sconfitta) nelle ultime otto giornate. La nave Cagliari sta affondando, ma l’orchestra continua a suonare. E il voltarsi dall’altra parte per non guardare la dura realtà è un esercizio che torna ciclicamente dalle parti di Asseminello. Gli alibi, le sfortune, gli episodi come dito da osservare e analizzare per non guardare una luna fatta di errori, mala progettazione, assenza quasi totale di un progetto e un allenatore che sembra da tempo aver perso il controllo della rosa dopo il moto d’orgoglio di inizio girone di ritorno.

Senza cuore
“Il Verona? Sembravano assatanati, per loro pareva una finale di Champions League”. Il commento è sempre di Walter Mazzarri, e la cosa incredibile è che un Cagliari in crisi di identità e di cuore si sorprenda del vigore degli avversari senza invece chiedersi cosa stia mancando, non dall’Hellas ma da inizio stagione, a una formazione che a esclusione della doppia sfida alla Sampdoria ha fallito quasi ogni appuntamento negli scontri diretti per la salvezza. L’aspetto più assurdo della sfida ai ragazzi di Tudor, ieri squalificato e ben sostituito da Bocchetti, è che Joao Pedro e compagni invece che infiammarsi dopo il 2-1, firmato proprio dal capitano con una perla su calcio piazzato, si sono lentamente trascinati verso la fine della sfida non trovando le forze fisiche, mentali e di carattere per la rimonta. Non un bel segnale in vista della gara della vita nel prossimo turno nell’inferno dell’Arechi contro la Salernitana.

Scossa
Parlare di tattica, di singoli o di schemi di gioco in questo momento della stagione, quando contano di più le motivazioni della tecnica, è complesso, ancora di più farlo per una squadra come il Cagliari che da settimane fatica ad avere una propria struttura e dei propri punti di riferimento in campo. Per capirci, nelle ultime 10 giornate il Cagliari ha raccolto appena 7 punti. Peggio in Serie A ha fatto solo il Venezia con 4. “La mia squadra si merita la salvezza” ha dichiarato a più riprese Mazzarri prima della gara al Verona. Frasi che sono rimaste però di circostanza e al gruppo isolano ora sembra servire una scossa per ritrovare lo spirito da salvezza. Nelle ultime ore non a caso sono in corso le riflessioni tra il patron Tommaso Giulini e il direttore sportivo Stefano Capozucca. Anche se forse per un cambio in panchina potrebbe essere ormai tardi, specie se alle porte c’è la settimana più importante del campionato in vista della trasferta in casa della Salernitana. Al di là delle scelte nel ruolo di tecnico la grande domanda ora è: spogliatoio e dirigenza avranno la forza per trovare il cuore e la testa per centrare un’impresa che sembra complicatissima? Risposta non scontata, specie se si vanno a guardare tutti gli episodi e le strade tracciate da questo club negli ultimi anni. La fortuna del Cagliari al momento è quella di una corsa salvezza mai a rilento come in questa stagione più la forza di un grande pubblico, che nonostante il periodo più duro degli ultimi anni non sta facendo mancare il supporto e la presenza, nei cori di incitazione e nelle giuste contestazioni, alla rosa rossoblù.

Roberto Pinna

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