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Cagliari, rebus modulo: quali soluzioni alternative per Liverani?

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“Il modulo partirà dalla difesa a 4 e dal centrocampo a 3, per l’attacco vediamo a calciomercato finito”. Così rispondeva l’allenatore del Cagliari, Fabio Liverani, lo scorso 27 giugno, giorno della sua presentazione alla stampa come nuova guida tecnica dei rossoblù, a chi gli chiedeva quale fosse la sua linea di pensiero su come mettere in campo la sua squadra nella stagione della ricostruzione in cadetteria. La questione tattica, a distanza di alcuni mesi, e con già 6 giornate di campionato alle spalle, continua ad essere (probabilmente) una delle questioni più importanti e (forse) anche una delle più spinose nell’ambiente rossoblù. Ecco perché, in queste due settimane di pausa per gli impegni delle nazionali, Liverani e il suo staff saranno chiamati inevitabilmente a fornire delle risposte chiare e importanti su quale tipo di abito dovrà indossare il Cagliari da qui in avanti.

Il 4-3-3 non convince a pieno: si pensa ad un ritorno al passato?

Il 4-3-3 al momento è il “credo tattico” sul quale Liverani sta battendo molto in questo inizio di campionato. Tuttavia, con questo modus operandi, il tecnico del Cagliari non ha avuto risposte soddisfacenti sul campo, non trovando (per ora) la giusta costanza in termini di prestazioni e soprattutto di risultati. La pausa per le nazionali, come già sottolineato in precedenza, darà sicuramente qualche indicazione in proposito ma, tra le ipotesi più quotate, non è da escludere quella di una nuova soluzione tattica. Le linee guida di Liverani, a meno di stravolgimenti clamorosi, saranno (pressoché) le medesime indicate il giorno della sua presentazione. Ecco perché, analizzando la rosa attualmente a disposizione, le strade che potrebbero essere le più percorribili si restringono a due, di cui una vecchia ma pur sempre di moda e l’altra che per un breve periodo di stagione stava facendo sognare tutto il mondo rossoblù. Nel primo caso, stiamo parlando del caro vecchio 4-3-1-2, che spesso e volentieri negli ultimi anni è tornato in auge in casa Cagliari in situazioni parecchio difficili. Liverani, dal canto proprio, potrebbe farci un pensierino, visto che questo è uno dei moduli tattici che l’attuale inquilino della panchina rossoblù utilizzava ai tempi del Lecce proprio in Serie B. Costruzione dal basso, pressing immediato sul portatore di palla avversario, massimo 2-3 tocchi quando il possesso è in mano ai centrocampisti e immediata ricerca della profondità sono i concetti fondamentali su cui Liverani sta puntando col 4-3-3 e che rimarrebbero tali anche col 4-3-1-2. Dal punto di vista degli uomini da schierare, il perno del gioco sarà certamente il trequartista, ruolo che, come accadeva ai tempi di Via del Mare, potrebbe ricoprire Marco Mancosu (qui il nostro approfondimento sulle alternative “tecniche” al centrocampista isolano). Il numero 5 rossoblù, in caso di passaggio al 4-3-1-2, avrebbe piena libertà di movimento e di inventiva, tale da non dare punti di riferimento alla squadra avversaria. Ma non solo. Mancosu sarebbe chiamato anche a fare movimenti a venire in contro per ricevere palla e avere una visione panoramica del campo oppure, spostandosi specialmente a sinistra, favorire l’inserimento del terzino basso per creare superiorità numerica in fase offensiva.

Un altro aspetto di rilevante importanza nella filosofia del 4-3-1-2 di “liveriana memoria” è il tipo di attaccanti da schierare davanti al trequartista. Proprio in questo caso si aprirebbe inevitabilmente il dibattito di cui si parla da tempo in casa Cagliari, ovvero della convivenza simultanea in campo tra Leonardo Pavoletti e Gianluca Lapadula. Rispondere a questo dilemma è difficile, ma essendo la profondità protagonista di tale concetto tattico, il peruviano partirebbe leggermente avvantaggiato rispetto al suo omologo livornese. E allora chi sarebbe il secondo attaccante da schierare? La scelta potrebbe cadere su un attaccante brevilineo e veloce, che tende ad allargarsi per favorire gli inserimenti del trequartista e della prima punta. Nello specifico, la lotta per un’ipotetica maglia da titolare sarebbe ridotta a due giocatori: l’angolano Zito Luvumbo e il “fedelissimo” Filippo Falco, anche lui tra i principali protagonisti del Lecce di Liverani. Oltre alla fase offensiva, però, il tecnico del Cagliari avrà un occhio di riguardo anche per la fase difensiva, ultimamente al centro delle polemiche per i tanti (troppi) errori concettuali di inizio stagione. In tal senso, giocherà un ruolo fondamentale il portiere, ovvero Boris Radunovic. Il numero 1 rossoblù, almeno nelle intenzioni, dovrebbe essere il primo costruttore di gioco della manovra isolana. Il suo compito sarebbe quello di trovare sempre la soluzione più vicina – solitamente sui uno dei due difensori centrali – adottando raramente il lancio lungo. Proprio gli “stopper” della formazione di Liverani, ovvero Giorgio Altare ed Edoardo Goldaniga, meritano un focus separato. Di fatti, essendo dal punto di vista tecnico dei “marcatori”, spesso la loro impostazione dalla terza linea risulta essere imprecisa o comunque poco efficace. Ecco perché la soluzione di riserva si chiama giocata sui terzini bassi – con a destra Gabriele Zappa (o Alessandro Di Pardo) e a sinistra Antonio Barreca (con Franco Carboni prima alternativa) – che si aprono sull’esterno per ricevere palla e consegnarla ai centrocampisti per la “seconda impostazione” con conseguente ricerca delle punte.

Il 4-3-1-2 e il “fattore centrocampo”

Sul discorso centrocampo, la contemporanea presenza in campo, insieme a capitan Marko Rog, di Antoine Makoumbou e Nicolas Viola, nonostante la non brillantissima prestazione contro il Bari, dovrebbe consentire al Cagliari di avere una “doppia fonte di impostazione” della manovra sia quando la palla gira in orizzontale sia quando si ricerca il compagno smarcato in profondità. Diverso, ma con altrettante buone possibilità di applicazione, è un tipo di centrocampo maggiormente dedito agli inserimenti e alla fisicità. In tal caso, ecco spuntare fuori altre due carte dal mazzo di Liverani, ovvero quelle che corrispondono ai volti di Nahitan Nandez (che attualmente Liverani vede più come esterno offensivo nel 4-3-3) e Alessandro Deiola, altro “pretoriano” del Lecce dei miracoli (qui il nostro focus tattico su di lui).

Il 4-3-2-1, l’ombra “maraniana” su Liverani

Il secondo modulo tattico a cui Liverani potrebbe pensare nel caso in cui decidesse di mettere (momentaneamente?) in soffitta il tanto amato 4-3-3 sarebbe il 4-3-2-1, schieramento adottato dal Cagliari durante il secondo anno della gestione targata Rolando Maran e che ha portato i rossoblù, ad un certo punto della Serie A 2019-2020, addirittura in zona coppe europee salvo poi cedere alla distanza. In questo caso, si parla di un modulo dove, dietro all’unica punta (e anche qui torna alla ribalta il discorso del dualismo Lapadula-Pavoletti), giocano un ruolo di fondamentale importanza – liberi da compiti di interdizione – i due trequartisti. Su questo punto, analizzando la rosa a disposizione di mister Liverani, l’unico (quasi) sicuro di una maglia da titolare sarebbe il sopra citato Marco Mancosu. Il dilemma per l’allenatore del Cagliari, invece, si aprirebbe con la scelta del secondo fantasista alle spalle della prima punta. In tal senso, le soluzioni sembrano non mancare al tecnico rossoblù. Lo scenario apparentemente più logico al momento sarebbe l’avanzamento del raggio d’azione di capitan Marko Rog, che ha iniziato la sua carriera calcistica proprio come trequartista. L’alternativa “più diretta” al croato ex Napoli verrebbe rappresentata da Filippo Falco, opzione tatticamente duttile anche se il numero 25 rossoblù apprezza di più partire largo per poi rientrare sul suo mancino. La terza opzione, ma non certo ultima per importanza, è quella che porterebbe a Gastón Pereiro. L’uruguaiano ex PSV Eindhoven, rimasto in panchina nelle ultime tre uscite ufficiali, potrebbe essere la carta (a sorpresa) da ripescare dal mazzo nel caso in cui Liverani dovesse utilizzare due fantasisti, sebbene Pereiro parta (ad ora) più indietro nelle gerarchie rispetto ai suoi competitor. Altro aspetto fondamentale nel modulo 4-3-2-1 è il centrocampo, con particolare focus sui due interni. I suddetti (Nandez o Rog – se non schierato sulla trequarti – o la variante Deiola), che agiscono ai lati del regista (Viola o Makoumbou), hanno infatti il compito di arginare il gioco avversario ed avere la capacità di inserirsi rapidamente in fase offensiva per creare superiorità numerica. Sul fronte difensivo, i terzini bassi – con Zappa e Barreca rispettivamente in pole per la fascia destra e per quella sinistra – ricoprirebbero un doppio lavoro in entrambe le fasi di gioco, ovvero di ali aggiunte in avanti e di ripiegamento quando si tratta di difendere. E i difensori centrali? I due “stopper” presenti davanti al portiere Radunovic, vale a dire, secondo gerarchie, Altare e Goldaniga (con i neo arrivati Capradossi e Dossena, con Obert possibile jolly, come prime alternative), dovrebbero dedicarsi a compiti di copertura e di appoggio diretto del pallone ai centrocampisti per iniziare la manovra, oltre che salire in area avversaria per i calci da fermo.

L’ora delle scelte con l’orizzonte verso il campionato

Al di là degli aspetti tecnico-tattici e delle scelte che verranno fatte in base ai ruoli, la “patata bollente” è ora nelle mani di Fabio Liverani. A lui e al suo staff tecnico l’arduo compito di trovare in questa pausa per le nazionali la giusta amalgama che permetta al Cagliari di inserire le marce più alte e di accorciare per quanto possibile il gap sulle prime della classe. Il calendario non aspetta e – come vi abbiamo raccontato ieri nel nostro focus dedicato – alla ripresa c’è già una partita importante, ovvero quella del 1° ottobre alla Domus contro il Venezia, avversario che rievoca recentissimi fantasmi del passato che ancora bruciano in casa rossoblù.

Fabio Loi

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