Costruire una nuova identità senza fissarsi su un solo sistema di gioco, ma essere in grado di mantenerla nonostante i diversi moduli. È quanto sta provando a fare Claudio Ranieri con il suo Cagliari, ultimo in classifica dopo le prime 8 giornate di campionato, ancora in cerca della prima vittoria dopo il non invidiabile ruolino di marcia di 2 pareggi e ben 6 sconfitte. E una delle urgenze al momento è capire quale sia il vestito tattico più adatto alla rosa rossoblù. Specialmente per cercare di risolvere i due principali problemi di Pavoletti e compagni: i pochi gol all’attivo (solo 3) e i troppi subiti (ben 16), con una bilancia da riequilibrare al più presto.
“I ragazzi conoscono il 3-5-2 e il 4-4-2”, disse il tecnico romano nella conferenza stampa prima della sfida contro la Roma di Mourinho. Due moduli diversi, ognuno con i suoi pro e i rispettivi contro, con in comune sulla carta solo la presenza di due attaccanti. Accantonato dunque il 4-3-1-2 visto nel finale della scorsa annata, con Mancosu sulla trequarti e Lapadula-Luvumbo in avanti, che nel finale ha portato in dote punti, gol e, infine, la Serie A. Da quando vi è tornato il Cagliari ha usato due diversi spartiti citati in precedenza. Complici gli infortuni dei due ex Lecce, finora sempre ai box, Ranieri ha preferito affidarsi a un altro sistema, più conservativo e in linea con le caratteristiche dei giocatori a sua disposizione. In ritiro spazio al 4-4-2 poi, complici gli arrivi dal calciomercato, il Cagliari ha virato sul 3-5-2, salvo qualche fugace variazione sul tema (come il 3-4-3 della gara d’esordio a Torino contro i granata di Juric). Gli acquisti di Hatzidiakos e Wieteska in difesa – costati complessivamente circa 7 milioni di euro – uniti alla crescita di Dossena hanno convinto il tecnico cresciuto a San Saba ad affidarsi nuovamente a una retroguardia a tre (come agli albori della sua seconda esperienza cagliaritana), in modo da poterli avere contemporaneamente in campo. Un esperimento che – numeri alla mano – fin qui non ha convinto, tra errori individuali e di reparto che hanno reso la difesa rossoblù la seconda più battuta del campionato con 16 reti subite. Inoltre Hatzidiakos è tornato acciaccato dagli impegni con la Grecia, con le recenti sedute in personalizzato che rendono arduo un suo impiego a Salerno. Una sorta di “assist” per Ranieri sulla strada verso il ritorno alla difesa a quattro?
L’esperimento a Carbonia
Dopo la seconda sosta per gli impegni delle nazionali, Ranieri si trova a un bivio: confermare un modulo che fin qui ha deluso, cercando di eliminarne i punti deboli o puntare su qualcosa di nuovo, nella speranza di scuotere i suoi anche a livello tattico? È presto per una risposta, ma intanto nell’amichevole giocata a Carbonia si è visto un Cagliari usare un 4-3-3 d’emergenza, alla luce delle tante assenze. Chissà però che non possa diventare un’arma in più in vista degli impegni contro Salernitana e Frosinone, guidate da Pippo Inzaghi ed Eusebio Di Francesco, entrambi amanti proprio del 4-3-3. Difficile trarre troppe indicazioni dall’1-4 dello Zoboli, data l’obbligatorietà di alcune scelte per Ranieri e il divario tecnico tra le due squadre. Però qualcosa di buono si è visto, a cominciare dalla risposta degli esterni d’attacco, nello specifico Jankto, Pereiro e Desogus. Il ceco ha sbagliato almeno due gol fatti, ma è arrivato spesso davanti al portiere e ha servito l’assist per il gol di Petagna, a dimostrazione di poter svolgere, in caso di necessità, anche quel ruolo. Anche El Tonga ha destato una buona impressione soprattutto dal punto di vista della volontà, nella posizione che lo ha fatto apprezzare dai tifosi del Psv Eindhoven ai tempi di Philip Cocu allenatore, prima che Van Bommel lo accentrasse da sottopunta nel 4-2-3-1. In ultimo pure Desogus, alla prima sgambata stagionale dopo un fastidioso infortunio che lo ha bloccato per mesi, ha fatto vedere buone cose nel ruolo di esterno sinistro “a rientrare” che lo ha consacrato negli anni d’oro del Cagliari Primavera di Alessandro Agostini. Con il ritorno in gruppo di Luvumbo e Mancosu e quello dalle fatiche in Under 21 di Oristanio, per Ranieri è arrivato finalmente il tempo dell’abbondanza nelle scelte, specialmente in attacco, in attesa del recupero del miglior Lapadula che dal canto suo continua a bruciare le tappe per tornare a disposizione.
Variazione sul tema
Da soluzione d’emergenza, dunque, il 4-3-3 potrebbe diventare la risposta giusta al problema gol. Magari già da Salerno, per valorizzare il talento sull’esterno di elementi come l’angolano o l’ex Inter, dotati di corsa e strappo ai lati del pivot Petagna, per sfruttarne sponde e lavoro sporco. A quel punto una mediana a tre con le mezze ali Nández e Makoumbou a protezione di Prati (il cui ruolo da titolare dovrebbe essere ormai sdoganato dopo le prime giornate passate a guardare i compagni dalla panchina) sarebbe il giusto mix tra fosforo e corsa, alla ricerca dei giusti equilibri. Per i quattro nomi per la linea arretrata Ranieri avrebbe solo l’imbarazzo della scelta, ancor più se dovesse esserci il recupero dell’acciaccato Hatzidiakos. Un’abbondanza nuova e piacevole per il tecnico rossoblù, dopo settimane passate a fare la conta degli indisponibili o, per usare una sua stessa espressione, a “fare il farmacista”. Più scelte a disposizione ampliano le possibilità di uscire dalla crisi che ha colpito finora un Cagliari fragile, ancora alla ricerca della sua vera identità. E che ora, con tre partite ampiamente alla portata, è chiamato a dare il La alla sua stagione, prima che diventi troppo tardi.
Francesco Aresu














