Il León è tornato, una prestazione dopo l’altra Nahitan Nández si è messo alle spalle le difficoltà. Le prime avvisaglie contro il Napoli, quando la sua gara di fronte a Kvaratskhelia aveva messo in mostra l’uruguaiano dei tempi migliori dal punto di vista fisico. Poi la conferma a Empoli, prima terzino quindi ala con lo zampino sul gol decisivo di Jankto. Infine il punto esclamativo contro la Salernitana, sia per un assist da fine settembre – a Luvumbo in casa contro il Milan – sia per nuovi compiti tattici che ne hanno esaltato le qualità senza enfatizzarne i difetti.
Primavera
A tutta fascia o con Zappa a guardargli le spalle cambia poco. Nández ha finalmente ingranato la marcia salvezza, ripetendo quanto visto nella stagione con Leonardo Semplici in panchina. Un inizio complesso, una parte centrale ricca di problemi fisici e di incomprensioni tattiche con la duttilità che da forza diventa nota dolente, un finale da trascinatore. Con un unico obiettivo in testa, la permanenza in Serie A del suo Cagliari. Claudio Ranieri ha nel León uno dei suoi imprescindibili, con l’arrivo di Mina Nández ha anche ritrovato un “partner in crime” alla voce leadership nello spogliatoio. Il cambio di rotta è stato dunque la naturale evoluzione anche delle prestazioni dei singoli, con il centrocampista di Punta del Este tra i più positivi e maggiormente ritrovati. Non più mosso da una parte all’altra dello scacchiere, ma ormai in pianta stabile sulla corsia esterna con un ruolo che varia a seconda dell’avversario di turno. Se dall’altra parte c’è da fermare un pericolo dal passo simile al León, ecco che Nández diventa terzino nella linea a quattro, marcatura a uomo vecchio stampo e poco spazio alle scorribande offensive. Ne sa qualcosa il georgiano del Napoli Kvaratskhelia che ha dovuto alzare bandiera bianca nel confronto con il numero 8 rossoblù nell’1-1 della Unipol Domus di tre settimane or sono. Discorso simile per Cambiaghi, salvo poi passare a un compito diverso dopo l’infortunio di Luvumbo. E proprio da quel momento la seconda versione di Nández è apparsa in campo. Non semplice laterale di centrocampo nel 4-4-1-1, ma piuttosto un’ala atipica con licenza di attaccare lo spazio in verticale e con l’intesa con Gaetano a fare da apriscatole delle difese avversarie. Il gol di Lapadula del vantaggio e il raddoppio di Gaetano contro la Salernitana sono frutto, infatti, del lavoro con e senza palla del classe ’95 ex Boca.
Petroldollari
Il contratto in scadenza il prossimo giugno non sembrerebbe aver intaccato la mentalità da combattente di Nández, anzi. Il raggiungimento della salvezza con la maglia del Cagliari è l’unica priorità, per il futuro ci sarà tempo. Intanto, però, dalle parti del León è arrivato nelle ultime settimane il suono delle sirene di mercato, un classico della sua esperienza in Sardegna. Con una differenza sostanziale rispetto a quanto accaduto nelle sessioni fino all’estate del 2023: la fine dell’accordo quinquennale con la società rossoblù, prevista per il 30 giugno, toglie di scena proprio il Cagliari. Con Nández che fin dallo scorso gennaio può firmare con un nuovo club in vista della stagione 2024-25. Così alla porta del León, o meglio, del suo entourage, ha bussato in maniera concreta una nuova pretendente. Si tratta di una società ancora top secret, con la certezza di un’offerta importante a livello di ingaggio arrivata al giocatore dall’Arabia Saudita e da un club ambizioso della Prima Divisione, l’equivalente della Serie B italiana. Offerte però rispedite al mittente, non una porta completamente chiusa, ma una risposta figlia del doppio desiderio di Nández. In primis restare concentrato sul chiudere al meglio l’esperienza con la maglia del Cagliari, inoltre quello di voler restare comunque nel campionato italiano non appena l’addio alla Sardegna diventerà realtà. Complesso, come ormai noto, immaginare un rinnovo improvviso nel prossimo futuro, non solo per una scelta del calciatore di cambiare aria, ma anche se non soprattutto per quella della società del presidente Tommaso Giulini di non investire sullo stipendio del León. Un addio senza strascichi appare il destino più probabile, ma senza che l’Arabia Saudita diventi l’orizzonte da perseguire.
Matteo Zizola














