Il nostro focus sul momento vissuto dal portiere rossoblù al termine della campagna di amichevoli internazionali portata avanti dagli uomini di Liverani.
Una prima stagione da vice di un intoccabile (o quasi) Alessio Cragno, culminata con la retrocessione in Serie B. Un “incidente”, come la ha definita Fabio Liverani, che però sta regalando a Boris Radunovic l’occasione di vivere un’annata da portiere titolare del Cagliari in un campionato sì difficile, ma già conosciuto ai tempi di Salerno, Avellino e Cremona. È il serbo ex Atalanta il prescelto dal club rossoblù per raccogliere l’eredità non certo leggera del portiere di Fiesole, passato all’ambizioso Monza di Berlusconi e Galliani per mantenere la massima categoria. Al suo fianco un giovane rampante come Giuseppe Ciocci – fermato in questo precampionato da qualche problema fisico di troppo – e la bandiera Simone Aresti, sempre pronto a metterci guantoni (e faccia, da vero leader dello spogliatoio rossoblù) quando chiamato in causa. Due ottimi portieri, per completare sulla carta quello che dovrebbe essere il reparto con meno incertezze di tutta la rosa di Liverani.
Step in avanti
Sulla carta, però. Perché fin dal primo allenamento della nuova stagione il buon Boris ha accusato dei problemi fisici. Un banale quanto fastidioso infortunio alla caviglia destra lo ha escluso dalle prime due settimane di lavoro in gruppo con Liverani, con Aresti chiamato spesso e volentieri agli straordinari, anche alla luce dei piccoli acciacchi patiti da Ciocci. Due settimane passate a lavorare a parte, tra palestra e piscina per Radunovic che non ha potuto così iniziare a familiarizzare con il Liverani-pensiero. Che, nel caso dei portieri, significa essere il primo perno della costruzione dal basso, vero mantra del tecnico romano, che da buon ex regista sa bene cosa significhi e quanto sia importante organizzare il gioco. A maggior ragione quando, come il Cagliari, hai la responsabilità di risalire in fretta in Serie A. Radunovic si è riappropriato dei pali rossoblù in occasione del Trofeo Sardegna contro l’Olbia, mostrando sicurezza in campo e ai microfoni nel postpartita. “Con la nuova stagione ho più responsabilità, ma sono contento di poterle avere. Ho dato tutto me stesso e voglio essere pronto per quest’annata“, ha detto il portiere serbo con personalità. Della serie: il titolare sono io e sono pronto a dimostrarlo a tutti. Coraggio e spirito di gruppo non sono mai mancati a Radunovic nella sua esperienza a Cagliari (chiedere a Ribery…), doti fondamentali per un portiere. Ma nelle due amichevoli internazionali della truppa di Liverani il serbo ha mostrato qualche limite di troppo in fase di costruzione. Errori e incertezze figlie probabilmente di una mancanza di fiducia nei propri mezzi e anche in quelli dei compagni di reparto, anche se un minimo di timore nei confronti di un tempio del calcio inglese come Elland Road è del tutto comprensibile. Liverani fin qui ha dimostrato di credere in Radunovic, tanto da lasciarlo in campo per tutti e 90 i minuti contro il Leeds. Tra i pali qualche responsabilità di troppo sui sei gol incassati, con un pizzico di mancanza di reattività come costante in almeno tre reti degli inglesi. Però è soprattutto con il pallone tra i piedi che il 26enne di Belgrado è chiamato a fare uno step in avanti: troppo importante l’avvio dell’azione nel calcio di Liverani, che lascia pochissimo (se non lo annulla del tutto) spazio al lancio lungo, spesso ancora di salvezza per portieri dai piedi non esattamente educati.
Suggestione Sirigu?
Uno step da fare peraltro in tempi brevissimi, dato che venerdì 5 agosto inizia ufficialmente la stagione con la Coppa Italia, ma l’esordio in campionato contro il Como di Fabregas e Cerri è dietro l’angolo. Qualche mugugno tra i tifosi lo si è percepito, per quanto il ruolo del portiere sia uno dei più divisivi nell’arena social. In tanti sognano l’approdo di Salvatore Sirigu in rossoblù: svincolato dal 30 giugno dopo la fine del contratto con il Genoa, il portiere di La Caletta è inseguito dal Napoli come possibile vice dello spagnolo Kepa, obiettivo di mercato scelto da Spalletti per i pali azzurri. Il suo profilo sarebbe il massimo per uno spogliatoio con tanti giovani di belle speranze e alcuni leader carismatici, cui il bagaglio di esperienza di Sirigu farebbe molto comodo. Per non parlare poi del discorso tecnico, dato che l’ex Torino è stato uno dei pochissimi a salvarsi nella scorsa annata (da dimenticare) vissuta dal Genoa. Solo fantamercato o c’è qualche possibilità? Al momento tutto tace, anche perché ufficialmente il Cagliari non è alla ricerca di un nuovo portiere. A ogni modo, mercato o meno, Radunovic è chiamato a un miglioramento. Personalità e coraggio non gli mancano, ora però è il momento di dimostrare di poter essere davvero il portiere giusto per il Cagliari di Liverani. Anche perché c’è un aspetto da tenere ben presente: la Serie B, campionato lungo e difficile, di solito non aspetta.
Francesco Aresu