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I calciatori del Cagliari assistono alla partita della Primavera

Anche la borghesia va in Paradiso

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Il Cagliari sempre più lanciato verso le zone prestigiose della classifica non è l’unica squadra “media” protagonista in Europa: gli esempi di Leicester e Real Sociedad, passando per Angers e Mönchengladbach.

In Europa spira un vento di cambiamento e il Cagliari di Maran con le vele spiegate prova a cogliere il momento e diventare una delle sorprese del calcio del Vecchio Continente. Il quarto posto in classifica (a pari punti con Lazio e Atalanta, battuta ieri a domicilio), i nove risultati utili consecutivi, gli occhi dei media nazionali che si posano su Maran e i suoi ragazzi: tutti elementi che descrivono l’entusiasmo dell’ambiente rossoblù, pronto alla stagione del centenario da onorare dopo la campagna acquisti estiva sorprendente, ma che difficilmente ci si sarebbe aspettati così positiva soprattutto dopo le prime due sconfitte casalinghe in casa.

LA FAVOLA LEICESTER – Paragonare il Cagliari alla favola Leicester di Ranieri, capace di vincere la Premier League nel 2016, è possibile ma eccessivo come d’altronde ha ribadito Maran nella serata di ieri. Quella squadra, infatti, visse una stagione che per alcune congiunzioni irripetibili divenne mitica: le avversarie più rinomate che si annullarono a vicenda, il campionato vinto con una quota punti bassa, un successo, un gruppo di giocatori che  trovò un’alchimia quasi surreale fornendo prestazioni uniche per 9 mesi. Ci sono sì delle similitudini, partendo dal portiere nordico in cerca di rilancio (Schmeichel vs Olsen), una difesa di onesti mestieranti che improvvisamente non sbagliano un colpo (Morgan e Huth vs Ceppitelli e Pisacane), un centrocampo mix di corridori ed equilibratori (Kante, Drinkwater e Albrighton vs Nandez, Rog e Nainggolan), una punta operaia che improvvisamente trova confidenza con il gol (Vardy vs Simeone). Mancano i colpi di genio di Mahrez, dato che Joao Pedro è un giocatore differente più simile a Okazaki per il lavoro sporco di supporto alla squadra, ma con le dovute proporzioni le due squadre non sono poi così diverse. Resta però la corsa veloce e con pochi passi falsi delle battistrada, Juventus e Inter, che difficilmente perderanno i punti che persero per strada Manchester City, Arsenal e Tottenham, a turno avversarie di quel Leicester nella corsa al titolo.

EUROPA, OGGI – Non solo il centenario, la cabala dei 50 anni dallo scudetto firmato Riva, Scopigno e gli altri eroi del 1970: in Europa sembra tempo di cambiamento, con i Re dei vari campionati che vedono il loro trono in pericolo. In Premier League il Liverpool comanda ampiamente, 10 vittorie e 1 pareggio, ma alle sue spalle oltre al Manchester City si innalza nuovamente il Leicester (terzo) mentre sentono profumo di Europa League il neopromosso Sheffield United e il Bournemouth, appaiati al sesto posto. In Spagna, in attesa del recupero del Clasico Barcelona-Real Madrid è la Real Sociedad a vestire i panni del terzo incomodo, appaiata in vetta ai due colossi pur se con una partita in più. Il Granada neopromosso, sesto a un punto dal trio di testa, è un’altra sorpresa. In Francia dietro il solito PSG schiacciasassi si fa luce l’Angers, piccola realtà a 300km sud-ovest da Parigi che viaggia al secondo posto davanti a nomi blasonati come Marsiglia, Lilla, Nantes e Bordeaux: l’anno scorso chiuse al tredicesimo posto. In Germania la sorpresa è il Borussia, non il classico Dortmund, ma il Mönchengladbach, primo con tre punti di vantaggio proprio sugli omonimi gialloneri: quinti l’anno passato, non sono esattamente una meteora, ma assieme al Bayern Monaco terzo c’è anche il Friburgo, tredicesimo l’anno passato e altra sorpresa da tenere d’occhio.

SCUDETTO IMPOSSIBILE, MA FARI SULL’EUROPA – Per Maran tenere i piedi per terra è doveroso, per i tifosi sognare è lecito. Scudetto? Mai dire mai, ma il livello e la tenuta delle avversarie non lascia intravedere possibilità stile Leicester, mentre l’Europa non sembra per nulla utopia. La porta principale, ovvero la Champions, è ovviamente un sogno di difficile realizzazione: 11 sole gare, concorrenti con rose importanti, tradizione. L’Europa League, invece, potrebbe essere un obiettivo concreto, o almeno provarci è d’obbligo. Come in Europa così in Italia siamo di fronte a un inizio di stagione particolare, lo spazio per le sorprese non sembra mancare e il Cagliari non è sicuramente quarto per caso, ma grazie a una rosa costruita con giudizio e con un centrocampo che permette di guardare in alto. Pensare a una partita alla volta è un vecchio adagio del calcio che resta sempre valido e che per ora ha funzionato: il Cagliari e il suo condottiero, però, dopo la vittoria di Bergamo frutto di gioco e intelligenza non può più nascondersi. Tutti, come con quel Leicester, aspettano la caduta, ritardarla il più possibile è l’obiettivo per sognare a occhi aperti.

Matteo Zizola