Velocità di pensiero e di esecuzione. Leggendo gli spazi, anticipandone la creazione con la gestione del pallone. Marco Mancosu era mancato al Cagliari e viceversa. A Salerno è stata la sorpresa nella formazione iniziale, l’inatteso che ha permesso nuovamente di vedere un giocatore in grado di legare centrocampo e attacco, con i movimenti e con le intuizioni palla al piede. Qualcosa che in Serie A era finora mancato, una “boccata d’aria” per utilizzare le parole di Claudio Ranieri nell’ultima conferenza stampa.
Verticalità
Un tempo intero, questo il patto sottinteso con Ranieri, visto che fisico e gambe ancora sembrano non permettere sforzi maggiori. Tanto è bastato però per consentire al Cagliari di ritrovare le misure giuste di un modulo che ne ha fatto le fortune in più occasioni, non solo nell’ultimo anno. Il 4-3-1-2 aveva bisogno del ritorno del centrocampista cagliaritano, capace di dare equilibrio e fantasia alla manovra offensiva grazie alla completa libertà lasciata da Ranieri su tutto il fronte. Autonomia nella propria gestione fisica e in quella degli spazi. Il primo esempio la palla per Luvumbo all’altezza degli undici metri, nella prima occasione da gol per il Cagliari all’Arechi. Con il numero 5 spostato a sinistra, non lontano dal vertice sinistro dell’area, bravo a imprimere i giri giusti al pallone controllato e poi girato verso la porta dall’angolano. Poi ancora la palla a liberare Luvumbo in mezzo ai due difensori con l’esterno destro, stavolta da poco oltre il cerchio di centrocampo e in piena transizione. Un passaggio che solo per la bandierina alzata del guardalinee non è diventato un assist, ma che conferma come Mancosu sia il giocatore ricercato da Ranieri per imprimere quella velocità al gioco sempre desiderata. Doti confermate anche dai numeri della Lega Serie A, con l’indice di verticalità – dato che registra quanti giocatori vengano superati con un passaggio in verticale di media – che ha fatto registrare il valore di 6.00, il più alto tra le due squadre e quasi il doppio di Nahitan Nandez e Nicolas Viola, giocatori che lo seguono nella piccola graduatoria.
Fantasia
Sembrava ancora lontana una maglia da titolare dopo quasi tre mesi di assenza forzata, tra l’operazione al ginocchio e il fastidio muscolare che ne aveva ritardato il ritorno almeno tra i convocati. Allontanando così un ritorno in Serie A con la maglia rossoblù atteso da quasi quattordici anni, dopo l’ultima gara disputata nel maggio 2009 contro la Reggina. Ma in un momento in cui il Cagliari aveva bisogno di una scossa, Ranieri ha deciso di rischiare, optando per la fantasia, per un ritorno al passato recente che ha sortito effetti positivi, nonostante il risultato finale e alcuni consueti errori. “Sta a me trovargli la posizione ideale” aveva detto nella conferenza stampa dell’antivigilia il tecnico dei rossoblù riferendosi al classe ‘88. A Salerno la posizione più adatta si è rivelata quella dietro le punte, come testimoniato dalle posizioni medie totali e da quelle in possesso palla. Ma Ranieri aveva già anticipato che questa potesse non essere la sua posizione fissa, aprendo a diverse possibilità per il futuro: “Può fare la seconda punta, l’esterno in una certa maniera, è un giocatore di qualità”, aveva anticipato ai microfoni della sala stampa di Asseminello. Nessun modulo escluso, nuove e vecchie richieste possibili. Perché con Mancosu in campo, così come con Viola nella seconda frazione, il Cagliari ha avuto quello che era mancato nelle prime settimane di campionato, la qualità, sia nel palleggio che nell’ultimo passaggio. Aspetto a cui non si può rinunciare insieme all’intensità, in una Serie A in cui le due cose vanno di pari passo. E che potrebbero essere fondamentali per staccarsi dall’ultimo posto già a partire dalla gara con il Frosinone, per cominciare così la propria lotta per la salvezza.
Matteo Cardia














