Meno di due settimane al calcio d’inizio dei Mondiali in Qatar, con la prima gara prevista per il 20 novembre tra i padroni di casa e l’Ecuador. Alla manifestazione che si chiuderà con la finale del 18 dicembre non prenderà parte nessun giocatore del Cagliari, sintomo del crollo verticale della squadra rossoblù tra la scorsa stagione culminata con la retrocessione e l’attuale nel campionato cadetto.
Da epurati a unici
Le premesse apparivano diverse guardando la rosa che si preparava ad affrontare la stagione 2021-22 con Leonardo Semplici in panchina prima e Walter Mazzarri poi. Dodici giocatori nel giro delle varie nazionali maggiori, alcuni con poche, pochissime speranze di raggiungere il Qatar e altri, invece, con le giuste ambizioni di poter partecipare alla Coppa del Mondo. Nel primo caso non si può non considerare il valore della propria rappresentativa, come ad esempio la Romania di Razvan Marin o la Grecia di Charalampos Lykogiannis. Negli altri, invece, sono le prestazioni o le eliminazioni eccellenti ad aver chiuso la porta del viaggio verso il Qatar. Infine non possono essere dimenticati i casi di chi ha salutato la Sardegna e ancora spera nella convocazione definitiva dopo essere stato incluso nella lista provvisoria. Tra questi curioso il caso di Diego Godín e Martín Caceres, i due epurati della colonia uruguaiana dopo le ormai note dichiarazioni dell’ex direttore sportivo Stefano Capozucca in seguito alla sconfitta casalinga del Cagliari contro l’Udinese del dicembre 2021. I rossoblù avevano puntato su ben cinque giocatori della Celeste, la terza maglia in onore della nazionale sudamericana, quattro parte integrante della rosa scelta di volta in volta da Oscar Washington Tabarez. E mentre chi è restato come Nahitan Nández e Gastón Pereiro non andrà in Qatar, chi ha salutato non senza polemica spera ancora nel biglietto per il Paese mediorientale.
Discesa rapida
I casi del Léon e del Tonga sono la cartina di tornasole della progressiva discesa sportiva del Cagliari. Il centrocampista di Punta del Este, tra infortuni e problemi personali in patria, con il cambio di commissario tecnico e l’arrivo di Diego Alonso è passato da essere il quarto giocatore più utilizzato nelle qualificazioni ai Mondiali a restare fuori dalla lista per il Qatar. Pereiro, dal canto suo, è sempre stato considerato da Tabarez elemento importante per la rosa dell’Uruguay, nonostante gli alti e bassi in Sardegna. Il gol decisivo contro l’Ecuador nella strada che portava alla Coppa del Mondo non è bastato per guadagnarsi la fiducia del nuovo ct, il crollo verticale del Cagliari ha fatto il resto. C’è poi il caso di Marko Rog, spesso e volentieri nel giro della nazionale della Croazia e le cui speranze sono state distrutte dal doppio infortunio al ginocchio. La permanenza in Serie A avrebbe potuto aprire un minimo spiraglio, nonostante l’ultima apparizione con la rappresentativa balcanica risalga al novembre del 2020 nella sconfitta in Nations League contro il Portogallo. La retrocessione in cadetteria, però, sommata alle ultime due stagioni passate praticamente ai box, è stata la sentenza definitiva. Infine Gianluca Lapadula che i Mondiali li ha sfiorati con il Perù, ma la sconfitta nello spareggio decisivo contro l’Australia ha tolto dalle mani del Bambino de los Andes il sogno di volare per il Qatar, lasciando così a Liverani una rosa al completo durante la massima competizione per nazionali.
Anche gli ex piangono
Tra gli ex che hanno visto sfuggire di mano la possibilità di giocare ai mondiali non si può non partire dagli azzurri. Joao Pedro rappresentava la speranza oriunda, le prestazioni con il Cagliari avevano aperto la porta alla nazionale italiana prima che la sconfitta nei playoff contro la Macedonia del Nord cancellasse ogni velleità. Stesso discorso per Alessio Cragno, beffa doppia vista l’esclusione patita agli ultimi Europei e l’attuale situazione da secondo a Monza. Oltre il discorso Italia, non ha ricevuto il biglietto per il Qatar nemmeno Giovanni Simeone, nonostante i numeri con la maglia del Verona e il buon approccio con quella del Napoli. La concorrenza troppo ampia in una nazionale come quella albiceleste che può contare su stelle assolute nel reparto offensivo. Sogno Qatar che è svanito anche per Sebastian Walukiewicz, ora all’Empoli ma vittima delle difficoltà in Sardegna sia sportive che fisiche. Possibile uomo nuovo della difesa della Polonia, tre presenze proprio grazie alle prestazioni in rossoblù, il percorso si è improvvisamente interrotto a causa del lungo infortunio e anche delle numerose panchine dopo aver recuperato. Infine non salirà sull’aereo per il Qatar nemmeno Keita Baldé, ora allo Spartak Mosca e sospeso per doping. Sospensione che, di fatto, ha certificato un addio ai Mondiali già previsto a causa delle prestazioni in maglia rossoblù nella passata stagione.
Tra ex e attuali giocatori, dunque, il Cagliari ha nei Mondiali la cartina di tornasole delle difficoltà continue dell’ultimo anno e mezzo. Da rosa ricca di nazionali ad anticamera dell’addio al sogno Qatar, con la beffa dei due epurati per eccellenza come unici che potrebbero disputare la Coppa del Mondo. Non un unicum, perché in fondo anche in Russia nel 2018 non fu convocato nessun giocatore rossoblù, mentre per ritrovare calciatori del Cagliari ai Mondiali bisogna tornare al 2014 quando in Brasile andarono Mauricio Pinilla con il Cile e Victor Ibarbo con la Colombia. Nel 2010 toccò a Federico Marchetti con l’Italia staccare il biglietto per il Sudafrica, mentre sia nel 2006 che nel 2002 nessun rossoblù fu chiamato per l’edizione tedesca e quella nippo-coreana.
Matteo Zizola