Quasi sei mesi vissuti a ritmi folli, con una rimonta salvezza coronata con la vittoria sulla Roma a tre minuti dall’inferno chiamato Serie B. L’esperienza di Davide Nicola a Empoli è durata 172 giorni, da quel 15 gennaio 2024 in cui venne ufficializzata la sua nomina a tecnico dei toscani, in sostituzione di Aurelio Andreazzoli. Diciotto partite vissute sempre sul filo del rasoio, con 6 vittorie, 5 pareggi e 7 sconfitte, con 23 punti totalizzati e un rendimento da decimo posto in quel lasso di tempo. “Un viaggio indimenticabile […], un capitolo straordinario della mia vita che rimarrà per sempre nel mio cuore. Anche se è arrivato il momento per me di affrontare nuove sfide, porterò sempre Empoli nel cuore”, scrisse Nicola su Instagram lo scorso 5 luglio, quando – dopo una trattativa durata settimane – diventò finalmente il nuovo allenatore del Cagliari.
Passato
Da allora sono passati due mesi e mezzo, in cui il tecnico piemontese si è buttato a capofitto nella nuova avventura rossoblù. Una missione tutt’altro che semplice la sua: sostituire Claudio Ranieri e, soprattutto, creare una nuova identità di gioco a una squadra alla ricerca di certezze da cui ripartire dopo una salvezza tormentata. Dopo un inizio positivo, con la vittoria in Coppa Italia contro la Carrarese e il buon pareggio casalingo contro la Roma, sono arrivate poi tre partite in cui è mancata concretezza, continuità e un pizzico di buona sorte. Dopo quattro giornate in cui Nicola ha certamente provato a imprimere il suo marchio sul Cagliari senza riuscirci appieno, ecco che alla Unipol Domus arriva proprio l’Empoli per l’anticipo della 5^ giornata di Serie A. L’occasione di trovare la prima vittoria si presenta contro la squadra di Roberto D’Aversa, individuato dalla dirigenza empolese per sostituire Nicola e ripartire dal quel 3-4-2-1 proposto a inizio 2024 dal tecnico di Vigone per far rinascere gli azzurri. Una partita non banale, dunque, per Nicola, che chissà quante volte ha pensato a questa sfida nelle scorse settimane, riportando alla mente gli attimi vissuti in Toscana. Quando seppe rianimare una squadra dal rendimento disastroso – 3 vittorie, 4 pareggi e ben 13 sconfitte – ed entrata in un vortice di negatività da cui sembrava impossibile uscire. E che, quando incontrò il Cagliari di Ranieri al Castellani, subì una sconfitta di misura abbastanza ingiusta per quanto visto in campo. “Una sconfitta che mi fa rosicare”, disse allora in risposta alla nostra domanda in sala stampa nel postpartita, mostrando una volta di più il suo carattere combattivo.
Vantaggi
Venerdì sera però Nicola si troverà sull’altra panchina, quella rossoblù. Con il vantaggio di conoscere vita, morte e miracoli dell’Empoli. Certo, nell’undici titolare è un’altra: Luperto e Marin lo hanno seguito in Sardegna, Niang è finito a giocare in Marocco, mentre Walukiewicz ora è al Torino. Sono arrivati tanti giovani di belle speranze – Colombo, Esposito, Pellegri, Sazonov, Anjorin – cui si aggiungono il ritorno di Viti, l’arrivo di De Sciglio dalla Juventus e la conferma di elementi esperti come Maleh, Grassi e Gyasi. Una squadra non troppo diversa, insomma, da quella allenata da gennaio a maggio dal tecnico rossoblù. Che dovrà subito mettere da parte i sentimenti, concentrandosi esclusivamente sulla posta in palio. Sfruttare il vantaggio di avere piena conoscenza di questo Empoli per fargli male nei suoi punti più deboli, cercando di valorizzare i punti di forza del Cagliari. Che ancora non è riuscito in toto a trasformarsi in una squadra “di Nicola”, nel senso più positivo del termine. Come invece era capitato in poco tempo in Toscana: 3 vittorie e 3 pareggi nelle prime 6 gare sulla panchina azzurra, con i successi esterni su Salernitana (2-3) e Sassuolo (1-3). Un rendimento che rianimò un paziente ormai quasi spacciato, con effetti positivi nell’immediato. “Si è subito creata la giusta alchimia”, disse Nicola in un’intervista rilasciata al “Tirreno” a salvezza appena ottenuta, sottolineando l’ottimo avvio della sua avventura a Empoli. “Un allenatore diventa importante quando ti fa vedere dove vuole arrivare e ti dice come vuole arrivarci. Poi tocca ai giocatori, singolarmente, motivarsi. Devono sentire il bisogno di dare qualcosa. Se uno questo fuoco dentro non ce l’ha non puoi accendere niente”, disse ancora l’attuale tecnico del Cagliari. Concetti ripresi anche al suo arrivo in Sardegna, anche se i risultati finora non hanno dato seguito, visti i 2 punti in 4 partite.
Imbattibilità
Serve uno step in più a questo Cagliari, lo abbiamo ripetuto più volte in queste settimane. A Nicola, dunque, toccherà indossare i panni dello spietato ex di turno: un ruolo che, nella sua carriera da allenatore, gli è riuscito bene nel recente passato. Lo dice la storia della scorsa stagione: 2 vittorie nei rendez-vous contro la già citata Salernitana e Torino (3-2), altrettanti pareggi contro Genoa (0-0) e Udinese (1-1). Un’imbattibilità da prolungare venerdì 20 contro l’Empoli, che a sua volta vorrà far di tutto per mantenere la propria maturata in questo inizio di stagione. Risvegliare il fuoco dentro i suoi ragazzi, cercando quella concretezza mancata nelle prime quattro giornate. Un compito che Nicola ha già mostrato di saper svolgere nel recente passato, proprio in Toscana: come dicevano i latini, repetita iuvant.
Francesco Aresu