“AAA cercasi (cerca sì) // Storie dal gran finale // Sperasi (spera sì) // Comunque vada panta rei // And singing in the rain”. Chissà quante volte Gianluca Lapadula avrà canticchiato la hit di Francesco Gabbani “Occidentali’s Karma”, con cui il cantante di Carrara ha vinto il Festival di Sanremo nel 2017.
Stagione in salita
Quell’anno il centravanti italoperuviano indossava la pesante maglia numero 9 del Milan, che lo aveva portato in rossonero dopo l’annata monstre in Serie B con il Pescara, trascinato in A con 30 gol tra campionato (27) e playoff (3). Uno snodo importante per la carriera di Lapadula, che dopo l’annata milanese ha continuato a segnare per Genoa, Lecce, Benevento e, infine Cagliari. La scorsa stagione in cadetteria l’apporto del bomber è stato decisivo per il ritorno nella massima serie dei rossoblù guidati da Claudio Ranieri con 26 gol totali, mentre quest’anno la capacità realizzativa si è drasticamente ridotta. Complice anche un impiego limitato da svariati infortuni (caviglia, setto nasale, frattura alle costole e problemi al tendine rotuleo) il numero 9 rossoblù ha messo a segno soltanto 3 reti in 20 partite, compreso il gol a Udine in Coppa Italia. Poco più di mille minuti totali giocati, numeri alla mano decisamente meno rispetto al solito rendimento stagionale: era dalla disgraziata stagione 2018-19 vissuta a Genova – 522 minuti a referto, 1 gol in campionato e uno in Coppa Italia – che le cifre fatte registrare da Lapadula non erano così basse. Nonostante la grande fiducia riposta in lui da Ranieri, che lo ha sempre difeso a spada tratta davanti ai microfoni in ogni occasione. Ma dov’è il dominatore dell’area di rigore, la “bestia da gol” pronta a trasformare in oro ogni pallone che capita dalle sue parti? Sarebbe grossolano e sbagliato fare un confronto diretto rispetto alla stagione 2022-23, dato che è lapalissiano sottolineare come i difensori affrontati in Serie A siano di un altro livello rispetto agli avversari incontrati tra i cadetti. Inoltre i già citati problemi fisici hanno inciso pesantemente sul suo campionato, probabilmente anche più di quanto lo stesso Lapadula si potesse aspettare, facendogli perdere quasi un terzo delle partite giocate dal Cagliari.
Tradizione
Eppure Ranieri ha dimostrato di credere nelle sue potenzialità: su 24 convocazioni è rimasto in panchina soltanto in 5 occasioni, partendo 11 volte da titolare. Soltanto la zampata contro il Sassuolo (11 dicembre 2023) e la bella ripartenza contro la Salernitana (9 marzo) gli hanno permesso di mettere le mani dietro le orecchie per sentire meglio le urla dei tifosi: un gesto ripetuto così tante volte la scorsa stagione che tutto l’ambiente rossoblù ci aveva fatto l’abitudine. Ecco perché soltanto due reti sono poca roba per un goleador come Lapadula, chiamato a un finale di campionato di nuovo ai suoi livelli. Sì, perché nei suoi anni di carriera in Serie A le ultime quattro giornate sono state spesso fertile terreno di caccia, con 9 gol segnati in cinque stagioni dalla 35^ alla 38^ giornata. Ben 4 con la maglia del Lecce (2019-20), di cui 2 alla 35^ contro il Brescia, uno alla 37^ a Udine e uno nel turno conclusivo contro il Parma. Sia con il Milan (2016-17) che con il Benevento (2020-21), invece, l’italoperuviano ha messo a segno 2 reti nella tranche finale di campionato: contro Bologna (37^) e Cagliari (38^) in rossonero, ancora Cagliari (35^) e Crotone (37^) con la maglia delle Streghe. Con il Genoa (2017-18), infine, ha segnato in una sola circostanza, contro la Fiorentina (36^), mentre nella stagione successiva (2018-19, sempre con il Grifone) non arrivarono segnature negli ultimi turni. Numeri alla mano, una tradizione positiva da rinverdire per il Bambino, reduce dal pesante 3-0 di Marassi in cui da ex non è riuscito a lasciare il segno a dovere.
Occasione Lecce
Ma né per lui e tantomeno per il Cagliari di Ranieri c’è tempo di crogiolarsi sugli errori commessi. Domenica 5 maggio all’Unipol Domus arriva il Lecce di Luca Gotti, oramai quasi certo di conservare la categoria, nell’ennesimo spareggio salvezza del girone di ritorno. Un avversario non banale per Lapadula, che con la maglia dei salentini addosso ha stabilito il suo record di gol in Serie A: 11 in 25 presenze nell’annata 2019-20. Quella in cui sulla panchina giallorossa sedeva Fabio Liverani, che si concluse con l’amara retrocessione all’ultima giornata contro il Parma. Di quegli 11 gol l’italoperuviano ne segnò, come già detto, ben 4 nelle ultime quattro giornate, cercando invano di salvare il Lecce. Ma come dimenticare il match del Via del Mare del 25 novembre 2019, finito 2-2: nel finale prima la “parata” di Cacciatore, poi il rigore trasformato dallo stesso Lapadula, che venne a contatto con Robin Olsen con una mischia finita per entrambi con il cartellino rosso. Al ritorno, invece, una brutta distorsione alla caviglia gli impedì di prendere parte alla sfida della Sardegna Arena (finita 0-0), stadio diventato anni dopo il suo palcoscenico. Inoltre, altro aspetto curioso, per Lapadula sarà la prima volta in carriera in cui incontrerà il Lecce da avversario: non era presente all’andata per via della frattura alle costole rimediata contro l’Empoli, così come nelle esperienze precedenti con altre maglie. “AAA cercasi (cerca sì) // Storie dal gran finale // Sperasi (spera sì)”, cantava Gabbani. Chissà che Lapadula non prenda spunto dalle parole del cantautore carrarese per regalarsi un finale di stagione da bomber, per portare nuovamente le mani dietro le orecchie e godersi il boato dei tifosi cagliaritani.
Francesco Aresu