Prima della reazione c’è la comprensione. Il lavoro per ricostruire quanto passato, fissarlo nella testa per capire gli errori prima che questi diventino qualcosa di più grande. Un momento delicato da cui possono nascere però quelle risposte che un allenatore vorrebbe. Risposte che il tecnico del Cagliari Primavera Michele Filippi ha avuto. Dopo il 6-0 patito in casa della Juventus, i giovani rossoblù si sono ricomposti e hanno ritrovato quella fiducia che nell’ultima domenica di ottobre ha portato sino al 4-2 inflitto al Sassuolo.
Approccio
Dopo la gara giocata a Vinovo, il Sassuolo non era la squadra più semplice da incontrare sul proprio cammino. I neroverdi corrono ancora tra le prime della classe e prima dell’arrivo ad Asseminello avevano collezionato tre vittorie consecutive, con un solo gol subito nelle ultime quattro gare. Il Cagliari ha iniziato la gara con qualche cambio rispetto al turno precedente: spazio a Sulis sulla corsia mancina difensiva, a Caddeo in mediana e a Pulina in avanti al posto di Masala. Ma a essere diverso rispetto alla sfida contro i bianconeri è stato l’approccio. L’intenzione di lasciare poco respiro all’avversario e di complicarne la fase di palleggio è stata chiara sin dall’inizio. Aggressività da una parte e rapidità nelle idee quando in possesso dall’altra. Non fretta, perché Carboni e soci sono riusciti a far girare con fiducia il pallone fino ad aprire gli spazi con qualità e istintività, come in occasione del primo gol, quando il tacco di Cavuoti ha liberato Pulina in area di rigore per l’1-0. Spazi sfruttati anche in occasione del 2-0, con Zallu bravo a mettere la palla con i giri giusti in profondità per Griger. Tutto prima che il Sassuolo trovasse il modo di reagire e il Cagliari fermasse momentaneamente i giri del proprio motore: prima un rigore subito, molto generoso, trasformato da Bruno, poi un dribbling di troppo di Caddeo che ha portato Russo a punire Lolic e al momentaneo 2-2. Tutto da rifare, o quasi.
Compattezza
L’intervallo poteva essere nemico del gruppo di Filippi. Poteva rendere ancora più forti i fantasmi della settimana precedente. Così però non è stato, ed è probabilmente questo il tesoro da nascondere e far fruttare per il futuro. Nessun cambio, fiducia negli stessi undici e la richiesta di mantenere lo stesso atteggiamento, mettendo insieme solidità e voglia di vincere. E così, a inizio ripresa, Cavuoti ha preso per mano la squadra e costruito il 3-2 firmato ancora da Griger. Poi la coppia Palomba-Veroli, ben supportata da Sulis e Zallu e da un Lolic fattosi trovare pronto su un paio di situazioni pericolose, ha saputo tenere botta alla pressione neroverde fattasi insistente a metà della seconda frazione. Unico momento in cui la squadra ha abbassato troppo il proprio baricentro, con il centrocampo schiacciato nella propria metà campo, prima però che Konaté chiudesse definitivamente i conti con un gol da attaccante puro.
Maturazione
Quelli raggiunti contro il Sassuolo sono tre punti che fanno bene al morale e alla classifica. Ora il Cagliari è a +5 sulla zona playout e -4 dal sesto posto che vale invece i playoff. Una posizione tranquilla, con i rossoblù che ora però dovranno dimostrare di poter ritrovare quella costanza nel rendimento e nei risultati che si era cominciata a vedere prima del brutto stop con i pari età della Juventus. Rispetto all’inizio dell’anno la squadra crea più pericoli e i quattro gol ne sono una testimonianza. L’arrivo di Griger ha dato più possibilità di scelta a livello numerico e di gioco. Vinciguerra e Masala dovranno prendere spunto dallo slovacco in fatto di cattiveria se vorranno diventare protagonisti, mentre tra centrocampo e difesa le risposte più importanti sono arrivate da Cavuoti e Palomba. Il primo è stato capace di ergersi a guida della squadra, quella che era sembrata mancare nel momento di down contro i bianconeri. Il secondo ha avuto qualche responsabilità in meno in costruzione ma ha ritrovato decisione, precisione e forza in una gara dove è sembrato insuperabile. Senza dimenticare il buon impatto dalla panchina di giovanissimi come Konaté o il ritorno da titolare di Sulis. Prove che diventano indicatori positivi per un Cagliari che se troverà dei punti fermi potrà avere più stabilità e più tempo per crescere.
Matteo Cardia