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Cagliari Primavera: un pari per ripartire, ma serve più cattiveria

Vinciguerra del Cagliari Primavera | Foto Cagliari Calcio
Vinciguerra del Cagliari Primavera | Foto Cagliari Calcio
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Un pareggio che interrompe una striscia negativa, un punto che non stravolge la classifica ma che dĆ  fiducia in vista di due gare che potrebbero essere fondamentali per irrobustire le distanze dalla zona calda della classifica. Il bicchiere del Cagliari Primavera dopo lo 0-0 con l’Empoli nell’ultimo turno quindi può essere guardato dal lato mezzo pieno, malgrado una gara non esaltante, soprattutto negli ultimi venti metri da parte dei giovani rossoblù.

SoliditĆ 

Quella giocata sul campo 1 di Asseminello ĆØ stata una gara in cui il Cagliari ha fatto fatica a imporre il proprio registro. Carboni e compagni hanno tenuto tanto il possesso per cercare di scardinare un Empoli molto basso e pronto a ripartire appoggiandosi su Nubian, punta fisica che però ĆØ stata ben controllata dalla coppia Palomba-Pintus. Dal punto di vista difensivo i giovani rossoblù non hanno mai rischiato, sorretti dal duo giĆ  citato e da Zallu e Sulis, nonostante due sbavature di quest’ultimo che tra primo e secondo tempo hanno rischiato di portare gli ospiti a far male. Una base importante da cui ripartire dopo i sette gol subiti nelle ultime tre gare. La squadra di Filippi, soprattutto nella prima frazione, ha tuttavia fatto ancora una volta fatica dalla cintola in su. I meriti vanno anche ai toscani, capaci di fare densitĆ  in mezzo al campo a schermare Carboni, con il Cagliari che ha avuto poco dalle mezzali e dalle punte in termini di movimento, avendo cosƬ di conseguenza poco sugli esterni. Un quadro parzialmente cambiato nella ripresa, con il ritorno di Vinciguerra che ha sparigliato le carte, forse la miglior notizia per un Filippi ancora alle prese con l’assenza di un giocatore chiave nella prima parte di annata come Cavuoti.

Ritrovarsi

Il classe 2005 aveva voglia di spaccare la partita e si ĆØ notato. Filippi ha rischiato tanto nella seconda frazione aumentando il peso offensivo della squadra, responsabilizzando ulteriormente Caddeo – ammonito nella prima fase di gara ma bravo a controllarsi nel corso dei 90’ – ma dicendo implicitamente alla squadra che vincere non era qualcosa di impossibile. La dose di iniezione giusta per un gruppo che doveva reagire di fronte alle tre sconfitte consecutive. E la sensazione, con un Vinciguerra in più e un Griger meno passivo nei duelli con gli avversari, sembrava essere quella giusta. Con il passare dei minuti ĆØ però venuto a mancare ancora una volta qualcosa sotto il profilo delle scelte all’interno della trequarti avversaria, variabile che in queste ultime settimane ĆØ stata il vero tallone d’Achille dei rossoblù. Filippi dovrĆ  lavorare per trovare una quadra e ridare maggiore pericolositĆ  ai suoi. Una maggiore cattiveria che passerĆ  dalla ricerca di un divertimento nel far male all’avversario in parte mancata nelle ultime uscite, ma soprattutto dalla continuitĆ  di lavoro in settimana e dal ritrovare alcuni giocatori. Il rientro di Vinciguerra dopo un mese di assenza ĆØ più che un buon segnale, ma il tecnico ex Olbia dovrĆ  provare anche a recuperare un Masala che sembra cercare troppo il colpo di genio per avere nuovamente fiducia in sĆ© stesso.

SarĆ  importante farlo perchĆ© le prossime due sfide possono liberare definitivamente la testa della squadra da altre possibili preoccupazioni. Milan e Napoli sono distanti entrambe sette punti, con i partenopei che occupano però il quindicesimo posto, slot che vale lo spareggio per rimanere in Primavera 1. Nel girone d’andata le due gare furono una sorta di spartiacque: con i rossoneri arrivò una sconfitta non semplice da digerire, mentre la sfida con i napoletani regalò il primo successo targato Filippi. Le consapevolezze della squadra sono aumentate, ma come allora i giovani rossoblù dovranno provare a reagire, mettendo da parte un periodo non semplice tra assenze e risultati. Un obiettivo da porsi per guardare poi più serenamente a un campionato in cui provare a ritagliarsi quello spazio da mina vagante che il Cagliari ha dimostrato di poter interpretare.

Matteo Cardia

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