Nessun alibi a cui aggrapparsi nelle sconfitte, ma solo consapevolezze a cui guardare per raccogliere i frutti del proprio lavoro. Il Cagliari Primavera di Fabio Pisacane è tornato alla vittoria dopo un digiuno che durava da tre turni. Tre come i punti conquistati contro una Juventus spigolosa, superata con la rete di Achour ma in generale grazie alla prova di un collettivo che della propria unione fa un marchio di fabbrica, nella buona e nella cattiva sorte.
Idee chiare
L’urlo finale al triplice fischio e la gioia condivisa negli istanti dopo fanno capire dove risieda la forza principale di una squadra giovane anche per il campionato Primavera, che a volte pecca di malizia ma che in tutto l’arco del torneo ha dimostrato di potersi e poter divertire. L’1-0 con la Juventus di Montero, squadra quadrata e fisica a misura del suo tecnico, è arrivato non per frutto di un episodio, ma è stato supportato dall’andamento di una gara in cui i giovani rossoblù hanno messo in evidenza quanto dimostrato nelle precedenti giornate sul piano del gioco. Con le idee chiare sull’utilizzo degli esterni in chiave offensiva ad aggiungere peso alla manovra e il centrocampo, Marcolini su tutti, che ha alzato il livello della sua prestazione dopo i primi minuti necessari a prendere le misure, a fare da contraltare, a dare equilibrio e a mantenere il controllo del gioco aiutato da una coppia centrale Cogoni-Catena sicura anche con diversi metri alle spalle da difendere. Con il cerchio chiuso dal lavoro di un reparto offensivo che verso il finale di stagione sembra essere sempre più sulle spalle di Achour e Vinciguerra. Il primo all’ottavo centro stagionale, il secondo bravo a zittire l’istinto dell’attaccante per servire il compagno in occasione del gol ma soprattutto problema perpetuo per la difesa juventina.
Step
Tuttavia, Pisacane nel post partita ha parlato della necessità di fare uno step mentale. Perché oltre ai tanti aspetti positivi, anche in un secondo tempo in cui la Juventus ha provato a mettere in circolo energie più fresche e offensive, nel finale la paura di vedersi recuperati si è fatta viva. Con qualche errore di troppo e una lucidità che è andata via via scemando dopo essere stata una delle peculiarità della gara dei rossoblù. “So che manca ancora tanto per completare l’opera però i ragazzi devono capire che se qualcosa va male non dobbiamo scioglierci come neve al sole come è successo in tante occasioni“, ha affermato il tecnico nel post partita andando con la memoria anche a episodi precedenti. I giovani rossoblù hanno ancora otto giornate per salire il gradino citato dalla propria guida, con una settimana di lavoro in più – vista la pausa nazionali – che potrà essere utile a prepararsi all’ultima fase del torneo. Il sesto posto è lontano sette punti, con il Cagliari a quota 36 e il Torino momentaneamente a 43. La matematica tiene ancora tutto in gioco per quanto complesso, con i rossoblù che però al di là dei numeri possono guardarsi sereni alle spalle con un netto +16 sull’ultimo posto che vale la retrocessione. Gli isolani navigano dunque in acque tranquille, ma la vittoria con la Juventus può essere quella giusta per provare a cavalcare un’onda che può diventare positiva.
Matteo Cardia