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Michele Masala in azione con la maglia del Cagliari

Cagliari Primavera | Squadra in rodaggio, serve una svolta dai fuoriquota

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Una gara, specie se la prima di un nuovo ciclo, non può essere indicativa per il percorso appena intrapreso da un gruppo. Specie se parliamo di Primavera 1 e calcio giovanile. Sicuramente però l’1-0 rimediato in casa sul Campo 1 di Asseminello dal Cagliari Under 19 contro i pari età del Torino apre ad alcune riflessioni per il completamento della giovane formazione rossoblù in stagione.

Mentalità
La Primavera vive di cicli annuali, al massimo biennali. Ogni nuovo campionato rappresenta un reset di certezze tattiche e di uomini chiave. Un aspetto che complica e non poco l’ambizioso traguardo della continuità di risultati. Anche per questo motivo quello fatto dal Cagliari in epoca recente, prima sotto la guida di Max Canzi e poi sotto quella di Alessandro Agostini, è paragonabile a un capolavoro, specie per un settore giovanile come quello isolano che investe nulla, o pochissimo, sul mercato rispetto alle dirette avversarie e che valorizza quasi esclusivamente il territorio. Questa è una premessa obbligata prima di parlare della prima partita ufficiale in stagione per l’Under 19 isolana con Michele Filippi in panchina. Ancora la squadra dell’ex tecnico dell’Olbia è parsa un po’ troppo nervosa. I motivi di una mentalità da ritrovare sono molteplici: una guida nuova a cui adattarsi, la voglia e la pressione di voler dimostrare dopo un’annata chiusa con una semifinale scudetto, un gruppo molto giovane e che ancora deve fare quel salto alla voce malizia in un torneo comunque di alto livello come il Primavera 1. Aggiungiamoci poi un Campo 1 di Asseminello parso davvero in pessime condizioni che non ha aiutato una squadra poco fisica come è il Cagliari di Filippi.

Tattica
La costruzione dal basso è parsa ancora in fase di rodaggio, con troppi giocatori statici a dettare le linee di passaggio e difensori spesso in difficoltà nel dover ripartire da dietro. Un ingranaggio ancora da fare funzionare che si è riflesso anche nelle poche nitide occasioni da rete create. Un giro palla troppo a singhiozzo ha portato più a delle azioni solitarie (Pulina e Palomba su tutti) che a dei movimenti armoniosi di squadra. Il 4-3-3 è il modulo confermato che dà un legame con il recente passato di Agostiniana memoria, mancano però centimetri e strappi nel tridente offensivo. Vinciguerra da falso nueve per ora convince meno, pur avendo la garra e la lotta tra le sue caratteristiche. E chissà che al rientro dall’infortunio Delpupo non vada a fare proprio il finto centravanti, come sperimentato nelle fasi finali della scorsa stagione. Inoltre sugli esterni Masala è parso ancora un lontano parente da quel ragazzo tutto pepe che aveva entusiasmato e sorpreso anni fa con Canzi. Pulina al contrario, dopo un ritiro con la prima squadra di Fabio Liverani, sembra più nel centro del progetto ma è andato ancora troppo a folate durante la partita. A centrocampo Cavuoti e Carboni devono dare di più a un reparto che forse ancora ha bisogno di tempo per trovare distanze e posizioni. In difesa Palomba ha convinto e da capitano sarà un’arma in più, forse manca ancora la certezza di fianco a lui. Bene Sulis che è il solito motorino sulla fascia, voglioso ma ancora pasticcione Idrissi. Insomma, gli elementi da migliorare sono ancora tanti per Filippi ma il tempo c’è e il fatto che la squadra non abbia mai mollato restando in partita fino all’ultimo contro i granata è un segnale importante da cui ripartire in vista delle prossime sfide.

Roberto Pinna

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