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Pulina in Cagliari-Atalanta Primavera | Foto Valerio Spano - Cagliari Calcio

Cagliari Primavera | L’esordio è amaro, ma idee e voglia restano

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“Nel calcio chi vince ha sempre ragione”. Parte dell’analisi di Fabio Pisacane, al termine della sconfitta per 3-1 del suo Cagliari contro la Juventus all’esordio nel campionato Primavera 1 risiede in un aspetto oggettivo, quasi dogmatico nel mondo del pallone. Dalla gara di Vinovo però arriva anche qualcosa in più. Sul tavolo del tecnico rossoblù torna il solito bicchiere, che si può guardare dal lato mezzo pieno o da quello opposto. Da un lato le consapevolezze già presenti, dall’altra quelle ancora da formare.

Positività

Un 2007 in campo all’esordio, diversi volti già presenti nelle passate annate ma rimasti all’ombra degli altri compagni, altri chiamati a nuove responsabilità e due totalmente nuovi. Nel mezzo la tensione naturale dell’esordio, gambe ancora non totalmente pronte e tante assenze, da Vitali a Mutandwa e Balde passando per Marcolini e Konaté, in una rosa che soprattutto tra centrocampo e attacco potrebbe avere sembianze diverse in futuro. Sono tanti gli elementi da tenere in conto in una gara che il Cagliari ha perso con un risultato rotondo, ma in cui gli elementi positivi non sono mancati. A partire da un approccio che ha visto i rossoblù creare subito le condizioni per passare in vantaggio, giocando con coraggio sia in fase di possesso che senza palla. Con il lavoro dei giocatori più offensivi e delle mezzali efficace contro una Juventus apparsa in affanno nei primi minuti e salvata solo dalla prontezza tra i pali di Vinarcik. Un’assenza di timore reverenziale che risponde alla principale volontà del tecnico rossoblù, quella di giocare a viso aperto su ogni campo. Un’idea intravistasi inoltre nella reazione allo svantaggio che ha portato al pareggio di Caddeo, servito splendidamente da un Carboni che ha giocato una partita in crescendo e ha giustificato ancora la scelta del club di puntare sul suo profilo. Così come nei tentativi di ristabilire la parità dopo il nuovo gol di una Juventus cinica. Un momento in cui si sono visti sì i giusti movimenti ad attaccare lo spazio in profondità dei giocatori più offensivi ma anche degli interni di centrocampo, ma in cui è mancata quella capacità di capitalizzare che insieme ad alcune problematiche della fase difensiva ha influito sull’esito finale della gara.

Attenzione

La gara di Torino resta dunque una base di partenza. L’inizio di un percorso che rende chiaro come il lavoro da fare sarà lungo, ma che le potenzialità esistono. Il risultato però resta e ai tre gol subiti i rossoblù dovranno guardare per avere più cura nei dettagli. In primis nel lavoro sui tempismi della fase di pressione, con letture errate che in più di una situazione hanno provocato la creazione di ampie porzioni di campo in cui Ripani e compagni hanno potuto creare pericoli. Poi sui cambi di gioco e sull’ attacco avversario della profondità, con i rossoblù che hanno mal digerito le palle a scavalcare la difesa sin dalla prima frazione sia sugli esterni che nella zona centrale, in cui Catena e Pintus hanno alternato buone interpretazioni a leggerezze da evitare. Al coraggio andrà così unita un’attenzione che dovrà tuttavia essere frutto della percezione di una responsabilità collettiva. Qualcosa da costruire nel tempo e in cui saranno fondamentali le presenze di tutte le alternative presenti nella rosa costruita in estate. Una rosa che si è appena messa sulla strada per diventare squadra ma che nell’incontro con l’Inter, per l’esordio tra le mura amiche del prossimo 2 settembre, potrà dimostrare di avere le idee chiare su come intende reagire alle avversità che il campionato Primavera 1 le mette davanti.

Matteo Cardia

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