Tre punti in rimonta, con un finale in crescendo e in cui i cambi si sono rivelati decisivi. Vittima il Sassuolo, artefice il Cagliari, ma quello Primavera di Fabio Pisacane che nel penultimo turno del girone d’andata del proprio campionato vincendo 2-1 ha deciso di prendere spunto dai più grandi per un pomeriggio in cui il carattere dei giovani rossoblù è nuovamente venuto fuori.
Consapevolezze
“L’anno non poteva iniziare nel migliore dei modi” ha affermato Fabio Pisacane nel post partita. I tre punti non solo hanno un valore per quanto riguarda la classifica (rossoblù al momento settimi, a meno due dal primo slot per i playoff) o per quanta fiducia possa infondere un successo in rimonta. Ma anche a livello di consapevolezze, perché il Sassuolo era potenzialmente, ed è stato, uno degli avversari più ostici che il Cagliari potesse trovare sulla propria strada, ancor di più dopo due settimane di sosta. Quella di Bigica si è confermata una squadra fisica – basti vedere la presenza di Kumi, 2004 con una struttura già pronta per il calcio dei grandi – capace di sopprimere la costruzione dal basso con il proprio pressing e colpire in velocità grazie alle qualità di un giocatore estremamente tecnico come Bruno ma non solo. Tutti aspetti di cui il Cagliari era a conoscenza e contro cui ha provato a giocare le sue carte, rinunciando in alcune situazioni a costruire dalla retroguardia e attaccando la profondità, provando allo stesso tempo a concedere poco all’avversario. Il tentativo è stato quello di mischiare le carte, anche a livello tattico più volte durante la sfida, ma in una prima frazione finita in svantaggio era la giusta cattiveria a mancare, quella che deriva da una piena coscienza dei propri mezzi. Aspetto imprescindibile per il Cagliari per salire di colpi, cercato con le parole da Pisacane durante l’intervallo e trasportato in campo dai suoi in una seconda frazione più arrembante. A dirlo la conquista di un maggior numero di seconde palle e il presidio della metà campo neroverde, ma soprattutto l’atteggiamento di chi è entrato dalla panca contribuendo in maniera netta al risultato finale.
Tutt’uno
Ridisegnare la squadra non è mai facile, a volte il rischio può pagare e altre no. Pisacane lo ha sottolineato sorridendo davanti ai microfoni, godendosi però quei segnali che fanno bene a uno spogliatoio la cui unità è venuta fuori, non solo nei momenti dei festeggiamenti seguiti al triplice fischio. Balde, Ardau, Konate e Achour: tutti entrati nella ripresa, tutti a proprio modo protagonisti nell’assalto finale. La crescita di Malfitano e lo spazio sempre maggiore per Marcolini, avevano fatto finire dietro le quinte l’ex Cesena, che entrato in campo però è riuscito a calarsi subito nella battaglia e dare sostanza a un centrocampo che aveva bisogno di muscoli e polmoni. Mentre per Achour quella arrivata è stata una conferma di un momento più che positivo. Terzo gol nelle ultime tre partite e una personalità forte che sta prendendo sempre più forma. Se Konate ha messo più della semplice firma nel 2-1 finale, Ardau sotto gli occhi del suo tecnico in U18 Bellucci ha messo nuovamente in mostra le qualità tecniche palla al piede che già si erano intraviste in Coppa Italia. Facendo un passo indietro per avere una visuale più larga, dentro la calza della Befana Pisacane ha trovato un altro dolce di pregio oltre alla vittoria. Essere certi di poter contare su diverse scelte pronte in panchina è fondamentale non solo per cambiare le partite in corsa, ma anche per avere meno timori quando sarà necessario partire con un undici diverso per quegli imprevisti normali nel corso di un torneo lungo come quello Primavera. Ancor di più quando i primi a capirlo sembrano essere i giovani giocatori, dimostratisi spesso pronti già a reagire a quanto diceva il campo e alle scelte del tecnico.
Per il Cagliari ora manca solo una gara al giro di boa. La sfida con la Lazio, uscita sconfitta per 6-2 dal campo della capolista Inter nell’ultimo turno, è la gara giusta per provare ad aggiungere un altro tassello al puzzle della propria crescita. Tornare a fare risultato in trasferta, con i punti che mancano dal 25 novembre scorso, mettere le basi per trovare un equilibrio lontano da casa, potrebbe essere la prossima meta a cui i rossoblù dovranno guardare. Perché anche dai piccoli passi, oltre che dalle imprese nel finale che fanno bene allo spirito, passa la possibilità di continuare a sognare i playoff.
Matteo Cardia