Così fa malissimo. Da 3-0 a 3-3 in meno di venti minuti. Il Cagliari Primavera butta via il sogno della finale scudetto contro la Roma nel peggior modo possibile. Dopo più di 70 minuti in cui ha misurato, dominato e poi gestito la forza dell’Inter. L’errore più grande ora però per il club sarebbe quello di guardare alla batosta e non all’insegnamento, specie dopo una stagione da assoluta protagonista dell’Under 19 rossoblù a livello nazionale.
Errori
Alcuni fuori quota hanno deluso dirà qualcuno. Vero, da Bruno Conti a Obert probabilmente diversi tra i più attesi calciatori della Primavera isolana non hanno reso come da aspettative nelle due gare con Sampdoria e Inter. Magari vittime di una pressione mai provata prima nella giovane carriera. Altri criticheranno le scelte di Alessandro Agostini, squalificato nella gara ai nerazzurri e sostituito in panchina da Roberto Concas. Vero, l’allenatore toscano probabilmente avrà dei rimpianti nella gestione dei cambi, con l’inerzia della gara che è passata con troppa facilità ai nerazzurri dopo le sostituzioni e con alcune scelte tattiche che non hanno aiutato a difendere il risultato. Qualche esempio: troppi difensori per una linea arretrata molto molto bassa nell’ultimo quarto d’ora e la totale assenza di una punta in grado di far salire i compagni, con Vinciguerra e la sua velocità preferiti alla fisicità di Yanken. Ma non va dimenticato che molti cambi sono stati condizionati da dei problemi fisici (Kourfalidis, Delpupo) e che anche per il tecnico di Vinci questo playoff è stato un passaggio di crescita di una carriera ancora giovane e che al di là del breve e infelice passaggio di tre gare in prima squadra a Cagliari vanta per ora due stagioni da primo nell’Under 19 isolana.
Futuro
L’errore più grande dopo alcuni anni da protagonisti nel Primavera 1 e dopo questa finale playoff solo sfiorata per circa 90 minuti sarebbe quello di dare per scontato pomeriggi come quello del Ricci di Sassuolo in casa rossoblù. Il Cagliari non ha l’esperienza, la malizia e l’abitudine del settore giovanile che con costanza gioca questo tipo di partite. La società ha fatto un gran lavoro negli ultimi anni per strutturare tutte le varie under, dai più piccoli fino alla Primavera, e il 3-3 dell’Enzo Ricci deve essere un insegnamento da portare dentro per coloro che l’anno prossimo riproveranno l’assalto alla fase finale del campionato ma soprattutto per tutto lo staff dei giovani rossoblù. Per anni il Cagliari ha snobbato la Primavera, poi con Beretta e Canzi, Mereu e Erriu, solo per citarne alcuni, durante la gestione Tommaso Giulini il club ha gettato le basi per creare il giusto percorso di crescita per i tanti talenti del territorio. Ora dalle parti di Asseminello bisognerà capire che farsi rimontare 3 reti in una semifinale scudetto non è il punto di arrivo di questo progetto, ma solo una tappa di un più complesso viaggio verso l’élite del calcio giovanile nazionale.
Roberto Pinna