Sembrava la classica delle sorprese pasquali più desiderate. Tre punti cercati, per lo più in rimonta. Dal gusto speciale anche perché contro una squadra che naviga in quelle zone a cui sotto sotto speri di poter arrivare. Invece, alla fine, il sapore è stato stranamente agrodolce. Il Cagliari Primavera di Fabio Pisacane la stava per fare grossa, il Sassuolo ha avuto quel pizzico di fortuna e malizia in più rendendo quasi il colpo subito all’andata. E così, alla fine, dopo il 2-2 finale, i giovani rossoblù sono tornati in Sardegna con un solo punto che stavolta sta stretto.
Andamento
Si parte sempre dal presupposto che il Cagliari ha già messo i mattoncini per il suo obiettivo primario, quella salvezza ormai conquistata e non solo perché in questa stagione a passare in Primavera 2 sarà solo una formazione. Non si può però fare a meno di guardare a una classifica che per la matematica dice che un posto al sole dei playoff è ancora possibile. Un successo a Sassuolo avrebbe dato nuovamente continuità al gruppo di Pisacane dopo i tre punti interni contro l’arcigna Juventus di Montero. Invece i rossoblù si sono dovuti accontentare di un pari che sì fa restare le distanze invariate con il sesto posto, occupato dal Torino a quota 44 e i rossoblù noni a 37, e che lascia prima del pranzo pasquale un leggero magone. Perché il Cagliari avrebbe potuto accorciare le distanze da quello che non è un obiettivo, ma che sarebbe sì una bella soddisfazione da togliersi per chiudere un cerchio di un’annata molto positiva guardando soprattutto a quella che è la composizione della rosa, con diversi giocatori protagonisti in anticipo nel massimo campionato under 19. E poi perché la gara in casa dei neroverdi ha confermato la qualità nel gioco, ma anche la problematica che spesso ha fatto capolino in casa rossoblù, quella della concretizzazione.
Gioco
Il Cagliari ha affrontato la gara a viso aperto, conquistando il pallino del gioco attraverso il ritmo della propria pressione, con la riconquista di palla rapida che ha segnato almeno la prima ora di gara. Aggressività e intensità sono stati il marchio di una prima frazione chiusa in svantaggio per una punizione beffarda, capace di ingannare un Iliev tornato tra i pali dopo più di due mesi subendo un gol difficile da digerire. La caparbietà è stata invece il leitmotiv della seconda. A mancare, insomma, è stato quel cinismo che complice l’inesperienza può far perdere punti che possono essere importanti. Il bicchiere resta comunque mezzo pieno, perché caratterialmente il Cagliari ha mostrato un’altra volta di esserci. In un mix con la voglia di esprimere il proprio gioco che ha dato i suoi frutti fino all’1-2 costruito in dieci minuti da Idrissi e Vinciguerra, nonostante il gol subito sul finale di primo tempo da Knezovic, autore poi di un secondo gol più frutto della casualità che della volontà, potesse spezzare gli entusiasmi. Un’altra buona prova della coppia Cogoni-Catena ha dato la possibilità agli esterni di essere il principale motore della squadra. Arba prima e Idrissi poi sono stati la chiave per accendere il veicolo rossoblù che ha cominciato a viaggiare sulle corsie volute al ritmo giusto. Con Carboni a dirigere come ha abituato negli anni per tutti i 90’ e oltre. Il gioco prodotto però non ha trovato la giusta risposta in una coppia offensiva, composta da Bolzan e Achour che si è vista tanto nel lavoro senza palla ma non è riuscita a rispondere puntuale agli inviti dei compagni. Un andamento che Vinciguerra ha interrotto nella maniera ideale approfittando dello svarione difensivo avversario per il vantaggio illusorio, prima che il Cagliari provasse a fare di necessità virtù e rispondere al tentativo del Sassuolo di premere. Poi l’episodio della rete di Knezovic ha chiuso i conti di un secondo tempo più equilibrato rispetto al primo.
Indietro è difficile tornare e allora il Cagliari dovrà badare al presente consapevole di quello che può fare. Senza patemi d’animo ma affidandosi alla voglia di arrivare del proprio collettivo. Restano sette partite da giocare, sette incontri da sfruttare per provare a continuare a crescere e magari regalarsi qualcosa di inatteso. Una sorpresa, insomma, più dolce e grande di quella ricevuta in regalo a Pasqua.
Matteo Cardia