Alzare la testa, osare, credere sempre di più nelle proprie potenzialità. Magari prendersi qualche rischio che fa parte del gioco, ma guardare avanti. In una parola: coraggio. C’è un momento del primo tempo giocato contro il Bologna dal Cagliari Primavera, in cui Fabio Pisacane usa la parola magica a gran voce. Non è la prima volta che capita in stagione, ma quel richiamo cambia la partita dei giovani rossoblù fino a quel momento timidi di fronte a una squadra felsinea maggiormente propositiva. La cambia fino a far diventare l’1-1 finale quasi stretto, viste le tante occasioni nel secondo tempo non sfruttate. Ma è un’altra gara che rende chiare le potenzialità del gruppo, non solo per il presente ma soprattutto per il futuro.
Atteggiamento
Con il Sassuolo era stato una sorta di timore reverenziale che aveva fatto uscire i rossoblù solo nella ripresa, con il Bologna è stato più l’atteggiamento degli avversari a bloccare un po’ la squadra sulle gambe così come le distanze non trovate subito tra i reparti. Senza dimenticare l’assenza di un Vinciguerra che nel frangente iniziale sarebbe stato utile come al solito con i suoi strappi per portare su una squadra con il baricentro troppo basso. L’invito di Pisacane e il brivido vissuto con Cogoni a salvare sulla linea dal vantaggio felsineo hanno però smosso i rossoblù che hanno cercato e ottenuto quell’equilibrio che ha consentito loro di alzarsi e mettere in evidenza i difetti avversari. Un lavoro collettivo, a partire dalla maggior spinta di Idrissi e del miglior lavoro di Balde, che ha avuto in Achour il terminale in grado di dare il segnale più forte, non solo per il gol ma anche per quelli negati solo dagli interventi di Gasperini ma l’esempio importante per sacrificio e dedizione in Konate, ritrovatosi più di una volta lontano dalla porta ma cruciale nella fase di non possesso. Il leitmotiv è stato lo stesso nella seconda frazione, “macchiata” dall’ingenuità di Idrissi che ha portato al rigore di Ebone che ha rimesso il risultato in parità. Anche se il vero tassello mancante è stata la freddezza sottoporta con Kingstone che in almeno due occasioni non è stato preciso davanti alla porta. Aspetto non nuovo in linea generale, non solo per lo zambiano, ma che resta uno degli aspetti su cui lo staff dell’ex difensore rossoblù dovrà continuare con pazienza a lavorare.
Futuro
Nel processo di crescita dei rossoblù la sfida in Emilia diventa così una nuova tappa di apprendimento. Il Cagliari che cresce ha giocato ancora con diversi elementi sotto età come nella maggior parte degli altri impegni stagionali e aver bisogno di tempo per levigare le convinzioni e renderle meno influenzabili dalle irregolarità della giovane età era qualcosa di già tenuto in conto. Gli esempi delle gare contro Sassuolo e Bologna, ma anche contro la Lazio, sono il segnale dei passi in avanti già fatti durante l’anno ma soprattutto nell’ultimo periodo. Con una maggior costanza che ha visto i rossoblù tenersi così non lontani dal sesto posto che può valere i playoff. Una situazione che alimenta il desiderio di non smettere di correre e di migliorare. Febbraio da questo punto di vista sarà un mese che sa di esame per i giovani rossoblù che avranno l’occasione per dimostrare fin dove si possono spingere: prima il Milan in casa, poi la Roma in trasferta e infine il Torino tra le mura amiche. Tutte sfide che vedranno il Cagliari impegnato contro formazioni della parte alta di classifica, in cui i rossoblù potranno provare a trasformarsi in quella mina vagante del torneo che sembra essere un ruolo adatto alle loro caratteristiche e alla loro fame.
Matteo Cardia