Hype, termine in voga che indica il creare grande attesa e aspettativa tra il pubblico. Un concetto che sembra calzare a pennello con l’acquisto forse più chiacchierato dell’estate per il Cagliari, quel Matteo Prati finito al centro di un intrigo tra Palermo e Sardegna e arrivato in rossoblù con un investimento importante da 5 milioni di euro più bonus versati alla Spal. Classe 2003, una sorta di predestinato che ha stregato Claudio Ranieri nella gara dello scorso gennaio, Daniele De Rossi come mentore e un futuro luminoso davanti da confermare.
Al palo
Una passeggiata nelle vie del centro, le vetrine, quell’abito che ti ruba l’occhio e che compri immediatamente nonostante l’occasione per indossarlo non sia dietro l’angolo. Magari resterà nell’armadio in attesa del momento buono e chi ti conosce si chiederà perché. Così metaforicamente è accaduto dopo il fischio finale di Cagliari-Inter, cinque cambi e nessuno spazio per Prati nemmeno nel finale della sfida contro i nerazzurri. Minuti che sarebbero stati utili come rodaggio uno dei punti di vista, ancora presto per buttarlo nella mischia quello probabile di Ranieri. Pazienza la parola chiave per capire la gestione del classe 2003 ravennate, come d’altronde accaduto la passata stagione all’esordio in cadetteria con la Spal. Arrivato direttamente dalla Serie D, Prati ha atteso il proprio momento per mesi. Prima apparizione alla quarta giornata – dieci minuti finali contro il Bari – e poi un altro spezzone alla decima contro il Cosenza. Mesi di apprendistato fino alla prima da titolare il 26 dicembre e da lì in poi, escluse due assenze causa nazionale e un ingresso in corsa contro il Sudtirol, l’undici iniziale dei ferraresi mai abbandonato. È qui la chiave di cosa ci si può aspettare dal centrocampista diciannovenne, dalla sua gestione e dal passo dopo passo che ne dovrà accompagnare l’impatto nella massima serie.
Occasione
Un’estate ai margini, senza braccio di ferro ma comunque senza nemmeno un utilizzo nelle classiche amichevoli precampionato in attesa di capire il proprio destino. Prati ha vissuto settimane particolari con la Spal, fino alla soluzione del caso di mercato tra le due isole e l’approdo in Sardegna come da desiderio del calciatore. Il Cagliari ha vinto la personale partita sul mercato, un colpo per il presente e soprattutto per il futuro. Non per forza a lungo raggio, anzi, ma senza far fare a Prati il passo più lungo della gamba. Lo ha dimostrato la sconfitta contro l’Inter, la Serie A è un altro mondo e andare con i piedi di piombo necessario. In una squadra che già deve fare i conti con una generale carenza di esperienza nella categoria di gran parte della rosa, giovani a rischio scottatura e, nel caso di Prati, una condizione ottimale da trovare. Con Ranieri che ha finora puntato per tre tempi su quattro sulla mediana a due composta da Sulemana e Makoumbou, aprendo al trio soltanto nella ripresa di contenimento contro i nerazzurri di Inzaghi. Ed è anche qui l’ulteriore chiave che potrebbe aprire le porte all’esordio di Prati in rossoblù, il passaggio al centrocampo a tre che sembra per certi versi il vestito migliore per la rosa a disposizione di Sir Claudio. L’hype è ancora alto, vivo, ma messo in pausa dalla necessaria pazienza utile a preservare il talento. Ma che non dovrà essere troppa, perché la personalità si vede anche da questi piccoli dettagli. Chissà , magari fin dalla trasferta di Bologna di sabato 2 settembre, quando Prati tornerà nella sua Emilia per cercare quell’esordio in Serie A tanto atteso. E per iniziare a prendersi una fetta del centrocampo e del futuro del Cagliari, confermando che l’hype non è stato soltanto una strategia promozionale, ma giustificato dal valore di domani e anche di oggi.
Matteo Zizola














