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Antoine Makoumbou durante Cagliari-Sudtirol | Foto Luigi Canu

Cagliari | Poco regista, molto mediano: Makoumbou è indispensabile

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Le fasi iniziali della vita artistica di Pablo Picasso sono note come periodo blu e periodo rosa. Il primo è quello della malinconia, della perdita di fiducia, mentre il secondo è quello della rinascita, della serenità ritrovata. I primi sei mesi con la maglia del Cagliari di Antoine Makoumbou sono stati decisamente blu, con l’arrivo di Claudio Ranieri in panchina la crescita esponenziale ha avuto tonalità rosa.

Duttilità

Che il classe ’98 di origini congolesi nato a Parigi sia stato un elemento imprescindibile a prescindere dall’allenatore di turno lo dicono i minuti giocati, 2893 in totale, che lo mettono in testa tra i giocatori di movimento di tutta la rosa, davanti il solo Boris Radunovic e appena dietro Gianluca Lapadula. Arrivato dal Maribor la scorsa estate per una cifra pari a due milioni di euro, Makoumbou ha prima destato curiosità, poi sorpresa per il primo approccio più che positivo, quindi delusione quando le prestazioni hanno dato l’immagine di un calciatore né carne né pesce. Spesso schierato davanti alla difesa da perno centrale del trio in mediana, un ruolo differente da quello atteso al suo arrivo. Le parole di Ranieri prima di Cagliari-Palermo una conferma: “è stato comprato come mezzala“. Il tecnico rossoblù ha così lavorato su un adattamento del giocatore, confermato nel ruolo di mediano-play sia nell’iniziale 3-5-2 sia con il passaggio al 4-3-1-2. Alcune occasioni estemporanee nel centrocampo a due, la cura da trovare per la tendenza a tenere troppo la palla, l’abilità nel catturare palloni nel traffico da enfatizzare.

Salto

Makoumbou ha ancora tanti margini di miglioramento, un centrocampista a metà che unisce intelligenza tattica, atletismo e tecnica quando deve proteggere, ma che manca nei quaranta metri finali. Zero assist, un solo gol, dieci tiri totali dei quali uno solo nello specchio, quello appunto che portò alla vittoria casalinga contro il Cittadella. Quello delle conclusioni a rete è un dettaglio che racchiude i limiti del classe ’98, penultimo e davanti soltanto a Goldaniga tra i calciatori scesi in campo più di 1000 minuti per numero di tiri in porta. D’altro canto la sua importanza per la costruzione dell’azione è data dai palloni giocati, con 2893 primo per distacco tra gli uomini di Ranieri, così come alla voce passaggi effettuati con 1649 e a quella della percentuale di passaggi riusciti con l’88,8%. La sua forza nella fase di non posseso è evidenziata anche dai duelli, terzo dietro a Nández e Lapadula, ma migliore di entrambi per la percentuale di volte in cui ne è uscito vincitore, e dal numero di respinte difensive, con 28 il primo tra i centrocampisti. La crescita di Makoumbou sotto la cura Ranieri attende ora il passo successivo, quello di una capacità maggiore di incidere anche nella trequarti offensiva. Già uomo-tesoretto designato per il futuro, con gli occhi di alcuni club di Serie A che si sono già posati su di lui – parola del suo agente Elvis Basanovic – per il nazionale congolese l’obiettivo resta comunque quello di raggiungerla con la maglia del Cagliari. Partendo dal Venezia, quando riprenderà il posto in mezzo al campo lasciato vuoto a Cosenza per evitare ammonizioni pericolose, seconda volta in stagione nella quale non ha giocato. Un altro segnale della sua importanza.

Matteo Zizola

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