Non sarà dal particolare che si giudica un giocatore. Ma quegli stessi particolari possono far capire tanto del calciatore, soprattutto nei momenti delicati. Gianluca Gaetano è arrivato sull’Isola con una voglia di rivalsa forse sottovalutata. L’arrivo nell’ultimo giorno di mercato, il volto apparso poco entusiasta allo sbarco a Elmas: dettagli che mascheravano un fuoco che invece dentro ardeva senza sosta. Il pallone preso in mano per battere il primo rigore contro la Juventus, quando la lista dei tiratori aveva un ordine diverso, non ha fatto altro che inscenare un nuovo episodio della voglia del giocatore di affermarsi in maglia Cagliari. E di prendersi la scena per costruire un futuro da protagonista.
Importanza
La scelta di Mina di concedere al compagno la palla per il primo penalty è l’altro versante della medaglia. Il segnale di come anche all’interno dello spogliatoio la figura, oltre che la qualità, del giocatore cresciuto a Napoli abbiano un certo peso. E non solo per una questione di quei numeri che pongono Gaetano tra i migliori centrocampisti a livello europeo sul piano realizzativo con 4 reti da febbraio in poi (qui per leggere). Ma anche per disponibilità e atteggiamento. Con la Juventus, dopo la pausa precauzionale con l’Inter, in un periodo non semplice dal punto di vista fisico che l’aveva già portato in panchina contro il Verona, è tornata a manifestarsi l’importanza nello scacchiere di Ranieri. È arrivato il gol dal dischetto, ma anche il lavoro determinante nella costruzione degli equilibri offensivi e difensivi, tra passo e fisicità da offrire anche nel lavoro sporco. Così la squadra di Allegri da una parte ha dovuto cambiare piani soprattutto in impostazione visto il lavoro a oscurare Locatelli, e dall’altra ha sofferto il lavoro dall’alto tasso variabile del giocatore sia senza che con il pallone tra i piedi. Prima da falso nueve, poi da trequartista, a muoversi tra le linee e attaccare gli spazi, Gaetano ha messo il suo marchio nelle azioni dalla metà campo juventina in su. Quasi a dare un ulteriore controprova dell’impatto avuto dall’arrivo in Sardegna e di come nel rush finale la sua presenza appaia imprescindibile.
Gusto
Genoa, Lecce, Milan, Sassuolo, Fiorentina. Cinque curve ancora da affrontare, con l’obiettivo di trovare il traguardo sperato prima rispetto al termine del campionato. Cinque curve in cui Gaetano sembra destinato a essere uno dei protagonisti per cercare di piegare al meglio la propria moto per restare in Serie A, in un Cagliari che ha nel numero 70 uno dei componenti della sua spina dorsale. Chissà se però il tecnico dei rossoblù per avere ulteriori certezze guarderà anche al passato per scegliere i giocatori. Con Gaetano verrebbe quasi semplice farlo. Solo il Milan non è mai stato punito dal giocatore napoletano durante la sua carriera tra Napoli, giovanili, primavera e prima squadra, e Cremonese. Il Lecce e il Sassuolo le vittime sacrificali preferite e punite già in 3 occasioni, con l’ultimo gol siglato contro i pugliesi nel girone d’andata di campionato a chiudere il 4-0 quando la maglia addosso era ancora quella partenopea. Un segno per sperare nella crescita ulteriore di un giocatore che ha dato una marcia in più sul piano tecnico ai rossoblù. E che in Sardegna ha avuto lo spazio per provare a riscattarsi. Ora manca solo il tratto finale, quello che potrebbe regalare il panorama migliore. Un panorama che oltre qlla salvezza potrebbe far intravedere all’orizzonte una chiamata con l’azzurro della Nazionale che solo poche settimane fa era già in programma. Ranieri attende nuovi abbracci e i tifosi una salvezza ancora da conquistare. Spalletti, nel mentre, osserva.
Matteo Cardia














