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Cagliari, perché sacrificare Romagna?

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Tra i migliori difensori di questo campionato si sta riaffacciando anche l’ex centrale rossoblù, ceduto nelle ultime ore del mercato estivo e ora imprescindibile per De Zerbi.

Nell’estate dei grandi acquisti, da Rog a Nández, dal ritorno di Nainggolan a Simone, il Cagliari si è ritrovato a dover cedere per far quadrare i conti: il prescelto è stato Filippo Romagna, per motivi non solo economici, ma anche puramente tecnici. Il difensore centrale ex Juventus ha fatto così le valigie in direzione Sassuolo dopo due stagioni condite da 43 presenze fra Serie A e Coppa Italia, principalmente come rincalzo e senza mai trovare continuità a prescindere dall’allenatore. Fra infortuni e scelte tecniche Romagna ha così vissuto due anni da rimpiazzo fino a perdere l’Under 21 vivendo l’Europeo della scorsa estate dalla panchina e salutando con favore la cessione alla corte di De Zerbi: sempre dietro il duo Ceppitelli-Pisacane con l’aggiunta prima di Castan poi di Klavan, l’ex rossoblù sta finalmente avvicinandosi alla definitiva consacrazione in Emilia. Un inizio di stagione difficile, anche a Sassuolo è partito indietro nelle gerarchie, ma grazie agli infortuni dei colleghi di reparto ha saputo cogliere l’occasione e ora appare elemento imprescindibile della retroguardia neroverde, favorito anche dal sistema di De Zerbi che chiede ai difensori di giocare sempre la palla: Romagna, dotato di piedi raffinati per un centrale, da quando è sceso in campo come titolare non ha più saltato una partita.

RENDIMENTO DA TOP – Cinque gare in panchina, poi il 25 ottobre finalmente negli undici scelti da De Zerbi nella vittoria di Verona e da lì in avanti 16 presenze di cui 14 per 90 minuti e solo due da subentrato. Non sono mancate le indecisioni in marcatura, figlie anche del gioco del Sassuolo votato al possesso palla e all’attacco, difesa alta e calcio propositivo, ma Romagna è rimasto ben saldo al centro della difesa anche quando i compagni infortunati sono tornati a pieno regime, mentre il Cagliari faticava a trovare gli uomini dopo la lunga fascite che ha tenuto fuori per ormai 4 mesi capitan Ceppitelli. Maran non ha mai puntato davvero sul ragazzo di Fano, al suo posto come quarto centrale difensivo si è puntato su Walukiewicz, più propenso ad accettare il poco minutaggio anche per l’alibi di un calcio italiano da conoscere: Romagna a posteriori e non solo avrebbe fatto comodo, soprattutto negli ultimi mesi di crisi e di una fase difensiva traballante, a maggior ragione considerando i soli 6 milioni che il Sassuolo dovrà pagare in caso di riscatto del prestito dal Cagliari e pensando a quante volte Maran avrebbe potuto utilizzare quella difesa a tre limitata dalla penuria di centrali.

CESSIONE NECESSARIA? – Romagna è così l’esempio di cosa voglia dire puntare sull’usato sicuro senza rischiare i giovani di prospettiva, pur considerando l’aspetto economico di una cessione necessaria: unico della rosa con mercato e valutazione adeguata per compensare gli acquisti di lusso, ma per il quale uno sforzo sarebbe forse stato doveroso vedendo le difficoltà dei centrali della rosa attuale del Cagliari e ripensando anche al mercato di gennaio alla ricerca di un difensore non arrivato e che, in fin dei conti, si aveva in casa ad agosto. Resta l’ombra di un tecnico, Maran, poco propenso all’utilizzo dei giovani, mentre proprio chi era in ballottaggio con lui per la panchina rossoblù due estati or sono fa dei ragazzi da formare e sgrezzare il suo cavallo di battaglia. Romagna intanto si gode il momento, un occhio alla nazionale del futuro povera di centrali di prospettiva e la certezza di essersi preso, almeno per ora, una bella rivincita verso chi lo ha considerato poco.

Matteo Zizola

 
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